capitolo 23.

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-Igna, calmati!- la voce di Piero e Gianluca echeggia in tutta l'area.
Non sto veramente capendo niente.
Alice mi sta coprendo gli occhi da qualche minuto, a quanto pare c'é qualcosa che non devo vedere.
Sono troppo stufa. Ne stanno accadendo di tutti i colori in questi giorni, ma perché il mondo si sta rivoltando contro di me?
Da quando ho rincontrato Matteo appena una settimana fa, la sfiga sembra aver preso casa di me.
-Basta!- urla Alice, lasciandomi vedere finalmente ció che è davanti a me.
Mi copro la mano con la bocca vedendo questa orribile scena.
Matteo che scappa, Ignazio che cerca di rincorrerlo e Alice, Piero e Gianluca che tengano fermo in mille modi.
Ma é veramente possibile che tutto questo sia vero? Cosa sta succedendo?
Mi viene spontaneo mettermi le mani tra i capelli, abbassare lo sguardo, e far uscire tutte le lacrime che tengo da troppo tempo.
Non ho pianto mentre ero all'ospedale, non ho pianto quando ho litigato con Luca e non ho pianto neanche quando Gianluca ha scoperto ció che ho, ma ora non ce la faccio.
Adesso mi sembra di rivivere esattamente uguale tutto quello che é successo anni fa e che speravo in parte di aver rimosso dalla mia testa danneggiata.
-No, no, ti prego. Non piangere.- Gianluca lascia stare Ignazio appena mi vede distrutta.
Si avvicina e molto lentamente, cerca di abbracciarmi.
Tutti quelli che mi stanno accanto finiscono prima o poi per farsi sempre del male a causa mia, mi basta vedere Ignazio in questo momento.
Viso rosso dalla rabbia e mani letteralmente distrutte. Per fortuna non é stato colpito in viso, ma tutto questo è successo per colpa mia. Per colpa della mia fottuta testa che decide sempre egoisticamente, perché se non avessi deciso di parlare con Matteo e fossi rimasta con mio fratello, adesso Ignazio non si ritroverebbe in una bruttissima situazione post-cazzottata.
-Mi dispiace.-
Sussurro con un filo di voce strozzata.
Forse dovrei lasciare stare tutti e starmene da sola.
Matteo non si arrenderà mai e presto tornerà per picchiare qualcun altro.
-In ogni posto in cui ci sono io, succede qualcosa di brutto.-
Ignazio, Piero e Alice si distribuiscono intorno a me, come per darmi conforto.
Ma in questo momento non so neanche io di cosa ho bisogno.
Forse di scappare. Di scappare per sempre, fare nuove conoscenze e cambiare totalmente stile di vita fregandomene del passato.
Però non voglio. Non voglio perché in questo posto che all'inizio tanto odiavo, ho trovato l'unica persona che mi fa stare in piedi nonostante tutto, che mi convince ogni giorno ad andare avanti cercando di non pensare a quante cose brutte sono successe.
-Shh.- Gianluca mi protegge tra le sue braccia, permettendomi di sfogarmi con lui.
-Mi dispiace, Igna.- dico sorridendo debolmente. Perché infondo so che a lui basta questo. É la tipica persona che dopo qualcosa di brutto, vuole vedere il sorriso piú bello.
Ho cercato di capirlo meglio nei giorni in cui siamo stati insieme. E ho realizzato che lui vuole solo vedere il sorriso sulle labbra delle persone che conosce. Tutte. Anche quelle che conosce da poco, ma con cui comunque riesce a capirsi bene. Tipo me.
-Bene, basta cosí. Oggi é Ferragosto, divertiamoci!- Mi alzo velocemente dal terreno. La testa mi gira velocemente non appena mi rimetto in equilibrio, ma cerco di non farlo vedere alla gente che mi circonda.
Noto un'espressione di stupore nel viso di tutti i ragazzi intorno a me, tranne Alice.
Alice sorride raggiante, poi mi spiegherà perché.
-Sei sicura di stare bene? Insomma, Matteo stava per..- blocco Gianluca lanciandogli degli schizzi d'acqua provenienti dalla fontanella accanto a noi.
É sorpreso, molto probabilmente non se lo aspettava. In realtà non voglio essere un'altra volta la protagonista della giornata come é successo a Torre del Lago. Odio stare al centro dell'attenzione.
-Scappa, perché se ti prendo giuro che ti uccido!-  sbotta Gianluca accennando una risata.
Comincio a correre come non ho mai fatto prima senza una meta non precisa.
La zona i cui eravamo fermi non la conosco poi tanto bene, quindi mi guardo continuamente intorno im cerca di qualcosa di riconoscibile. Poi trovo l'entrata sul retro del bar. Mi ci infilo velocemente, senza tener conto dei passi svelti che ho dietro e che mi stanno per raggiungere.
Mi nascondo dietro ad una grossa colonna  che separa il bar dai tavolini e cerco invano di riprendere fiato. É proprio in questi casi che vorrei avere dei polmoni super sani, non riesco a percorrere neanche qualche metro, che ho bisogno della bombola di ossigeno portatile.
Mi volto, cercando sempre di nascondermi, verso l'entrata, ma di Gianluca nessuna traccia. Strano. Troppo strano.
Perdo un battito appena mi rivolto. Gianluca é apparso davanti come un fantasma.
Il ciuffo é spettinato, la fronte leggermente bagnata di sudore e i suoi occhi lasciano trasparire preoccupazione.
Era proprio questo che ho sempre voluto evitare.
-Lú, ti giuro che non ti mollo piú. Se prova a toccarti un'altra volta.. Giuro che...-
Lo bacio. Perché penso che sia l'unico modo per farlo stare zitto e per non tirar piú fuori, almeno per il momento, questo evento.
-Lú?- chiedo non appena ci stacchiamo.
Sorride leggermente, non facendo andar via dal suo volto quel velo di preoccupazione.
-Non ti piace?-
-Non é che non mi piace, é che nessuno mi aveva mai chiamata cosí. Ma sai una cosa? Mi piace. Mi piace tanto.-
Mi bacia l'angolo della bocca, poi mi prende la mano e mi trascina nell'enorme giardino dell'Obló.
-Aspetta.. Ci sono le tue fans..- a malincuore sfilo la mia mano dalla sua, ma lui subito fa in modo di far rintrecciare le mostre dita.
-Non me ne frega niente.-
Stringo piú forte che posso le nostre mani.
Quando incontri una persona come Gianluca di solito pensi "lui mi incasinerà  la vita". Ma solo dopo ho capito che lui non me l'ha incasinata proprio per niente, me l'ha messa in ordine.
Prendiamo posto alla grande tavolata. Tutti hanno giá cominciato a mangiare, Ignazio, Piero e Alice compresi.
Il pranzo procede tranquillo e senza problemi.
So benissimo che appena uscirò da questa ristorante troverò Matteo pronto a ricercarmi che ricercherà di farmi del male, ma adesso non me ne frega niente.
Mi godo questo bellissimo momento.
Il mio ragazzo accanto a me da una parte, mio fratello dall'altra che fa amicizia con la mia nuova amica e Piero e Ignazio difronte a me che ridono come dei matti.
Li conosco da veramente poco, ma ogni volta che sto con loro riescono sempre a colmare il vuoto che provoca l'assenza dei miei migliori amici.
O forse meglio dire quelli che erano i miei migliori amici.

Scoppio in una sonora risata non appena vedo Ignazio, Piero e Gianluca con le facce di tre vecchi di ottanta anni.
Alla mia risata si aggiunge anche quella di Alice e a ruota quella di mio fratello.
I ragazzi devono finire di girare il video de "L'amore si muove". Manca solamente l'ultimo pezzo, quello in cui si siedono sopra ad una panchina travestiti da vecchi e parlano delle loro passioni di quando erano giovani.
-É cosí tanto divertente?- domanda Piero guardano i compagni accanto a se.
Io, Alice e Lorenzio ci guardiamo a vicenda e non smettendo di ridere esclamiamo un "Si" all'unisono.
-Igna, giuro che mi ricordi mio nonno in bara. Aveva praticamente la stessa faccia.- Alice sta piangendo dalle risate e io tra poco la imiterò sicuramente.
-Molto divertente.- Ignazio imita una risata fintissima e a quel punto noi due ci zittiamo.
-Tra due minuti si gira.- annuncia un uomo sulla cinquantina con un piccolo microfono attaccato alla guancia destra.
Temo che se non cominceranno subito a registrare, si beccheranno un acquazzone.
Oltre al fatto che é buio pesto per via della notte, ci sono lampi e tuoni ovunque in lontananza. Vorrei tornare a casa prima che cominci il diluvio universale, ma preferisco aspettare Gianluca per tornare insieme a lui.
I ragazzi cominciano finalmente a girare e noi dietro stiamo il piú zitti possibile.
Parlano, ballano e ridono. É una scena abbastanza buffa, lo devo ammettere, ma nessuna della cinquanta volte che lo fanno viene bene e ogni volta sono costretti a rifarla, rifarla e rifarla.
Sto cominciano a smaniare, voglio andare a casa. Mi sento un po debole e l'unica cosa che voglio in questo momento é andare a letto e dormire cercando di non pensare a quanto questa giornata é stata tremendamente pensante per me.
Improvvisamente, mentre cerco di concentrarmi sulla scena che stanno girando difronte a me, la testa comincia a girarmi e un senso di nausea disgustoso si impadronisce del mio corpo.
Porto una mano alla bocca per cercare di fermare il forte urto di vomito e mi giro velocemente dall'altro lato.
-Ehi Lucre, tutto bene?- Alice mi posa una mano sulla spalla.
Prendo un po di aria, poi socchiudo gli occhi.
-Eh? Si, mi gira soltanto la testa e mi scappa da vomitare.- ammetto facendo dei grossi respironi per cercare di non vomitare. -Credo sia un virus.-
-Un virus? Ma dai.- Alice ha un tono leggermente incazzato.
-Alice, quello che ho non ha questi sintomi, fidati di me.- ribatto.
-Infatti non penso sia colpa di quello.-
Mi volto di scatto verso la ragazza minuta e piccola accanto a me. -Che intendi dire, Alice?-
Lancio una rapida occhiata al troupe poco distante da noi e in seguito ai ragazzi. Fortunatamente sono ancora a girare e nessuno sta sentendo questa conversazione.
-Non é che sei incinta?-

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