"Mi hanno chiamato all'ultimo momento per uno straordinario, scusa ma staró via tutto il giorno."
Dalla rabbia, accartoccio il post-it lasciato da Lorenzo sul frigo e lo butto nella pattumiera.
Mio fratello é la persona piú importante per me e da quando ci siamo trasferiti qua non ci vediamo praticamente mai.
So che non é colpa sua, ma sono comunque incazzata.
-Tesoro, qualcosa non va?- la voce di mia madre rimbomba nella grande cucina della nuova casa.
Sorrido appena la vedo entrare nella stanza. Lei, come anche mio padre sono sempre al lavoro, quindi ci vediamo poco e niente.
La osservo in tutto il suo splendore: occhi verdi, capelli corvini e sorriso perfetto. É una bellissima donna, e non lo dico solo perché é mia madre.
-Io e Lorenzo dovevamo andare al mare insieme, ma a quanto pare l'hanno chiamato per uno straordinario.- mi avvicino alla penisola presente nella cucina e appoggiando i gomiti al marmo, sbuffo.
-Si, mi ha detto che l'hanno chiamato questa mattina presto.-
Porto il mio sguardo verso l'orologio attaccato al muro sopra la porta. É quasi ora di pranzo.
-Preparo qualcosa per il pranzo?- apro il frigo, ma noto con dispiacere che dentro non c'é praticamente niente.
Dal momento che nessuno sta mai in casa, ovviamente nessuno fa la spesa.
-Siamo solo io e te. Possiamo preparare un po di insalata.-
Annuisco e la aiuto a lavare le grandi foglie verdi.
-Hai conosciuto qualcuno?-
L'acqua scorre veloce dal rubinetto del lavandino, quasi mi incanta.
-Si, ho conosciuto qualcuno.- non aggiungo altro.
Non che non le voglia raccontare, ma non parliamo molto di queste cose. Anzi, non parliamo quasi mai.
Mia mamma si é sempre preoccupata di chiedermi tutto, ma per come sono io di carattere, non abbiamo mai avuto un vero e proprio dialogo sulla mia vita.
-Chi?- mi stupisce che mi stia forzando a parlare con lei, ma non mi dispiace come cosa.
Vorrei essere piú legata a mia madre.
-La ragazza che lavora con me e il nostro vicino di casa.-
Sta per continuare a parlare, ma un telefono comincia a squillare ininterrottamente. É il mio. Lo tiro fuori dalla tasca: Gianluca.
Mi allontano dalla cucina, poi finalmente rispondo.
-Gianluco togli il telefono!!- si sente un accento siciliano dall'altra parte del telefono. Accenno una risata al sentire parlare questo ragazzo, molto probabilmente é uno tra Ignazio e Piero.
Sono entrambi siciliani, quindi non so chi dei due ha parlato.
-Un attimo!- segue una risata. -Lucrezia, ti ricordi che cosa mi hai promesso?-
Istintivamente sorrido. Nonostante fosse ubriaco ieri sera, si ricorda benissimo di ció che gli ho promesso.
Tutto questo mi piace, lo devo ammettere. Mi piace passare del tempo con lui, parlare con lui e scherzarci.
-Sisi, mi ricordo.-
-Noi mangiamo qualcosa a casa e poi andiamo sulla spiaggia, vieni con noi?-
Lorenzo mi ha dato buca, quindi dovrò andare da sola.
-Ehm, facciamo che ci vediamo direttamente la.-
La porta della cucina si apre e ne esce fuori mia madre.
"É pronto" mima con le labbra per poi rientrare nell'altra stanza.
-Va bene.- risponde quasi deluso.
-Gianlú aspe!- urla un'altra voce al di lá del telefono.
Per un momento non sento piú nessuno parlare e sono quasi tentata di riattaccare, ma poi quel silenzio viene rotto dalla voce di Gianluca.
-Uhm, Piero e Ignazio chiedono se puoi portare delle amiche.-
Se ce le avessi, volentieri. Poi peró mi viene in mente che un'amica ce l'ho anche qua.
-Va bene, vedró cosa posso fare. A dopo.-
Riattacco la telefonata.
Sono contenta di rivedere quei bellissimi occhi verdi/marroni.
Forse devo smettere di mentire a me stessa.
Quel ragazzo non mi é indifferente.-Ma a che ora arrivano questi?- Alice sta masticando velocemente un pezzo di pizza appena preso al bar dello stabilimento.
-Non lo so.-
Ho deciso di chiamare lei per venire, non che abbia avuto molta scelta.
Alice mi sta simpatica. Ancora devo imparare a conoscerla bene, ma sono sicura che presto instaureremo un buon rapporto di amicizia.
Potrei chiederle qualche consiglio per quanto riguarda Gianluca.
Sento di potermi fidare di lei, non é una ragazza falsa.
Giro lentamente il cucchiaino all'interno del caffé che ho ordinato poco fa e appena lo zucchero si é sciolto per bene, porto la tazzina alla mia bocca.
Bevo tutto in un sorso. Strizzo gli occhi appena sento la sostanza calda bruciarmi la gola.
-Ti sei macchiata!- Alice mette in bocca l'ultimo boccone di pizza, per poi indicare una macchina sul mio vestito bianco.
-Cazzo!- sbotto io alzandomi dal tavolino.
E adesso come faccio? Odio i vestiti macchiati di cibi/bevande, sono difficili da pulire.
-Vai alla cannella, prova a pulirla con l'acqua.-
Apro la piccola manopola della canella della spiaggia, e bagno leggermente la macchia. Il risultato che viene fuori non é dei migliori, ma puó andare. Appena torno a casa lo metterò a lavare.
Un urlo proveniente dall'entrata dello stabilimento cattura la mia attenzione, o meglio, mi fa spaventare a morte.
Mi volto verso Alice, ma non é stata lei ad urlare. Anzi, pure lei sembra spaventata.
Continuo a guardare verso quella direzione, finché non noto un ciuffo castano.
Sono arrivati, presumo.
Una ragazzina sta piangendo come una matta mentre abbraccia i tre ragazzi difronte a lei.
Non avevo mai visto una scena del genere, é veramente dolce.
L'amore tra idolo e fan é la cosa piú bella del mondo. Io non ho mai avuto una fissa per qualche cantante o attore, quindi non so bene cosa si prova.
Gianluca alza un braccio nella mia direzione e con un sorriso a 32 denti, mi saluta.
Okay, devo stare calma.
Il cuore ha cominciato a battermi all'impazzata appena il suo sguardo ha incrociato il mio.
Se non mi fermo ora, non mi fermerò mai piú, devo mettermi bene in testa che lui vuole solo un rapporto d'amicizia.
Alice si é alzata dal tavolo e mi sta raggiungendo. Non le avevo detto chi era che dovevamo vedere, ma penso che adesso abbia intuito.
Mi rivolge un sorriso e mettendomi una mano sulla schiena, mi porta verso le file di ombrelloni.
-Prima di stare tutto il pomeriggio con loro, mi devi dire una cosa.-
Ci sediamo sul lettino di un ombrellone a caso. -Ho visto come guardi Gianluca.-
Ecco.
Non ne sono ancora consapevole, ma a quanto pare sono caduta nella trappola.
Era proprio questo che cercavo di evitare. É un ulteriore problema.
-P..Perché come lo guardo?-
Fingo di non sapere niente a riguardo, ma anche se non me ne accorgo mi sto ingannando da sola.
-Come qualcosa di prezioso, qualcosa a cui tieni.
Raramente mi sbaglio.-
E infatti hai ragione.
-Okay, hai ragione.
Lui peró mi ha detto che vuole stringere un rapporto stretto di amicizia con me, quindi mi devo rassegnare.-
Abbasso la testa, ma Alice tenta di ritrovare il mio sguardo.
-No, non ti devi rassegnare.
Devi avere pazienza, devi farti conoscere meglio.- segue un momento di pausa, poi molto velocemente dice: -Stanno arrivando.-
Mi affretto a ritrovare un'espressione piú raggiante e dal sorriso che mi rivolge Alice, capisco che ce l'ho fatta.
Oggi il mare é piattissimo, ancora non avevo avuto l'occasione di vederlo cosí calmo.
L'unico aspetto negativo, é che si muore di caldo.
-Vicina!- Gianluca mi avvolge le braccia al collo e Dio mio, non mi sono mai sentita cosí protetta e sicura.
-Vicino!-
Qualcuno dietro Gianluca emette uno strano rumore con la gola.
Entrambi ci stacchiamo dall'abbraccio e appena vedo che mi guarda da capo a piedi, arrosisco.
-Gianluco non ci presenti le tue amiche?- un ragazzo con dei simpatici baffi e un po di barba si fa spazio tra me e lui.
Alice si alza finalmente dal lettino e si unisce a noi.
-Piacere, io sono Ignazio.-
Il ragazzo porge la sua mano prima a me e poi ad Alice.
-Lucrezia.-
-Alice.-
-Lui invece é Piero.-
Si fa avanti un ragazzo non tanto alto, con una leggerissima barba e un paio di occhiali da sole sugli occhi.
Saluta timidamente, poi riprende la parola Ignazio.
-Gianlú, io sto morendo di caldo.- porta il suo sguardo verso la grande distesa di acqua. -Andiamo a fare un bagno?-
Tutti - compresa Alice - annuiscono e cominciano a spogliarsi.
Mi sento terribilmente a disagio, ormai dovrei aver superato questa cosa, dovrei accettarmi per come sono.
Ma é proprio questo il mio problema: non ho certezze e forse mi importa troppo del giudizio degli altri.
-Tu fai il bagno vestita?-
Piero -che si é tolto gli occhiali- mi sorride amichevolmente.
-Uhm, veramente non avrei voglia di farlo.- ammetto.
Gianluca ride e prima che me ne possa rendere conto, sono sulle sue spalle, pronta per essere buttata in mare senza il mio consenso.
Tiro fuori tutta la voce che ho per urlare, ma tutti sembrano ridere a questa scena.
Il problema é che rido pure io, non riesco ad essere realmente arrabbiata.
Gianluca mi fa questo effetto, potrei odiare tutto di lui, ma non odierei niente realmente.
Mi ha mollato qua in acqua accanto ad Alice e scherzosamente é andato piú a largo con i suoi amici.
Si schizzano, giocano e si affogano in acqua.
Il mio vestito é tutto bagnato. Lo strizzo cercando di far fuoriuscire un po di acqua, ma il risultato non é dei migliori.
Riporto il mio sguardo verso il ragazzo che in questo momento sta facendo a gara a chi arriva piú a largo.
Rivolgo un debole sorriso ad Alice e lentamente esco dall'acqua.
Devo fare qualcosa, perché piú lo guardo e piú ho paura di rompermi.
Rompermi in mille pezzi. Ho constato che tutti vogliono come ossessione "l'amore". Cosa crede la gente? Che basti innamorarsi per sentirsi completi?
La platonica unione delle anime?
Io la penso diversamente.
Io credo che tu sia completo prima di cominciare.
E l'amore ti spezza.
Tu sei intero, e poi ti apri in due.
Di questo ho paura. Ho paura di aprirmi in due.
I piccoli e chiari granelli di sabbia si appiccicano ai piedi bagnati, provocandomi un leggero prurito.
Mi tolgo il vestito bagnato e lo poggio sul primo lettino libero che trovo al sole.
Che cosa dovrei fare? Dirgli che non voglio avere niente a che fare con lui? Che non voglio piú vederlo?
No, mi dispiacerebbe troppo. Lui ci tiene ad avermi come amica, a raccontarmi di lui.
Forse la soluzione migliore é far finta di niente.
É una di quelle cose che é meglio che non ci pensi, sennò ne esci matto.
Frugo nella mia borsa alla ricerca del mio pacchetto di sigarette.
Solo ora mi rendo conto che é da molto che non fumo. Non ne ho avuto il bisogno fino ad ora.
Ne accendo velocemente una e socchiudendo gli occhi, aspiro il tabacco.
-Perché cerchi di ucciderti?-
Ignazio, tutto bagnato e pieno di sabbia, va alla ricerca del suo telo.
-Non cerco di uccidermi.- puntualizzo.
-Hai realmente idea di quello che c'é in quella merda?-
Certo che lo so. Ma non mi é mai interessato.
-Non aprirò una discussione sul fumo.-
Continuo a fumare la mia sigaretta fregandomene di quale effetti collaterali ha. Smetteró quando lo riterrò opportuno.
Poi, che cosa vuole da me? L'ho conosciuto cinque minuti fa, non penso abbia il diritto di farmi la ramanzina.
-Fai come vuoi.- scrolla le spalle. Si poggia il telo sopra le spalle e tenta di asciugarsi strofinando il tessuto sulla pelle.
Sento delle urla provenire dal mare e curiosa, mi volto.
Gianluca e Piero stanno tentando di affogare Alice.
Beh, sono contenta che stia facendo amicizia.
-Gianluca ci ha parlato di te.-
Caspita, a quanto pare sta parlando a tutti i suoi amici di me.
-Non sei il primo che me lo dice.- do un altro tiro alla sigaretta. Posso giurare di vedere Ignazio sbuffare.
-Sai, si é fatto mille complessi mentali. Non riusciva a capire il motivo per cui non l'hai voluto.-
Adesso peró sa come mai. E a quanto pare ha cambiato idea su di me, non mi vuole in quel senso.
-Gli ho giá spiegato come stanno le cose.- ammetto spegnendo la sigaretta nella sabbia.
Devo ammettere che mi da un po noia che tutti i suoi amici mi vengono a dire questa cosa. Lui sa benissimo parlare da solo, non ha bisogno di aiuto.
-Gli hai fatto cambiare idea su tante cose.-
-Tipo?-
-Da quando si é lasciato con Veronica, ha smesso di tenere alle ragazze.
Poi, da quanto ci ha raccontato, gli hai fatto dei bei discorsi su quanto é bello innamorarsi, ed ora vuole cercare una ragazza.-
Vorrei tanto dire che mi fa piacere, ma non é così.
-Ho soltanto detto quello che penso.-
Ignazio, che stava per rispondere, viene bloccato dall'arrivo del resto della comitiva.
-Lucrezia, Alice stava per morire!-
Gianluca ride e con lui, anche Piero e Alice.
Quest'ultima é tutta rossa in viso e sembra quasi che stia per piangere dalla risate.
-Come mai sei uscita subito?- Alice si siede vicino a me, bagnandomi leggermente il braccio sinistro.
-Non mi andava di stare in acqua.- dico a bassa voce.
I tre ragazzi stanno parlando tra di loro dei prossimi concerti, sembrano essere un po nervosi.
Alice si strizza i capelli cercando di farli asciugare almeno un po, ma come me li ha molto lunghi, quindi ci vorrà un bel po.
-Si, allora dopo la data di Chieti il 9, cominciamo a girare il video.
Lo finiamo dopo le date a Torre del Lago, cosí passiamo anche ferragosto insieme.-
La ragazza accanto a me, mi tira una gomitata.
-Hai sentito?- sussurra asciugandosi il corpo con il mio telo.
Annuisco. Mi piacere sentirli cantare dal vero, lo devo ammettere. Le loro canzoni mi hanno fatta emozionare tantissimo, quando le ho ascoltate su youtube.
-Lucrezia.- mi volto e vedo la figura di Gianluca vicino a me. Sta sorridendo, e deve smettere di farlo. -Vieni a vedere i nostri concerti ad Agosto?-
Sembra che mi abbia appena letto nella mente. Ci voglio andare, ma non vorrei essere troppo di intralcio.
-Ehm, mi piacerebbe molto, ma non lo so.-
Dietro di noi Piero e Ignazio non ci sono piú, presumo che siano andati verso il bar.
Mi volto dall'altro lato e con mio stupore noto che non c'é piú neanche Alice.
Questi si sono messi d'accordo, me lo sento.
-Perché?- assume un'espressione triste, quasi delusa.
-Non voglio creare troppi casini.. Poi devo lavorare.- puntualizzo.
In realtà per quanto riguarda il lavoro non ci sarebbe problemi.
Vado al bar 3 giorni su 7, questi sono i patti.
-Diciamo che non vuoi solo creare troppi casini.-
Non ce la faccio a guardarlo negli occhi, é piú forte di me. -E comunque vieni, l'ho giá decido io. Ti voglio con me, amica mia.-
Amica mia.
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Powerful. || Il Volo
Ficção Adolescente"-Non é facile.- -Nessuno ha detto che lo sarebbe stato, Gian. Anche io sento la tua mancanza dopo solo poche ore, ma é sicuramente qualcosa a cui ci dobbiamo abituare perché ne accadranno di peggiori. Che mi dici di quando farete il tour in Amer...