capitolo 14.

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-Dove é Lucrezia? Al bar non c'é e non risponde al telefono.-
-Non é in casa.-
-E dove é?-
-É andata via.-
-Dove?-
-A Bologna, non so quando tornerà.-
Lorenzo invece sapeva benissimo quando sua sorella sarebbe tornata a casa, ma non intendeva riferirlo al ragazzo davanti a lui che, anche se non voleva farlo vedere, era visibilmente preoccupato.
-Perché é tornata a Bologna?-
Gianluca in realtà poteva benissimo immaginare il motivo per cui Lucrezia era tornata a Bologna.
Si ricordava tutto della sera precedente e stava cercando Lucrezia ormai da ore per parlare di ció che era successo.
In realtà neanche lui sapeva bene cosa dirle, era cosí confuso.
Non aveva mai provato le emozioni che si erano scatenate in lui durante quel bacio.
Aveva visto Maria questa mattina, ma non era riuscito neanche a guardarla negli occhi. E non riusciva neanche a provare la metà delle sensazioni forti che aveva provato baciando la ragazza che pensava fosse una sua grande amica.
-Non lo so, forse dovresti dirmelo tu.-
Lorenzo, molto geloso della sorella, non sapeva bene cosa era successo. Aveva visto Lucrezia molto abbattuta e triste, ma non sapeva niente.
Era uscita di casa la mattina presto dicendo: "torno tra qualche giorno, ho bisogno dei miei amici", quindi il fratello non aveva fatto neanche in tempo chiederle cosa le passava per la testa.
Gianluca, stupito, si affrettò a salutare Lorenzo e a ritornare nella piazza di Montepagano.
Voleva raggiungerla a Bologna, prendere il primo treno e andare da lei, ma gli mancava il coraggio.
Si sedette sulla panchina e pensando e ripensando a quello che era successo, stette a sedere li per delle ore.

Il treno, con i suoi agi di tempo e i suoi disagi di spazio, rimette addosso la disusata curiosità per i particolari, affina l'attenzione per quel che si ha attorno, per quel che scorre al di fuori del finestrino.
Guardare il paesaggio degli alberi che passano veloci fuori dal finestrino, mi aveva quasi fatto dimenticare di quello che era successo.
Gianluca non smette di chiamarmi e tutto quello che voglio in questo momento é avere un attimo di pace.
Era ubriaco perso quando mi ha baciata e sinceramente non mi aspetto che si ricordi quello che é successo.
L'idea che non si ricordi nulla mi fa terribilmente male, perché per me é stato qualcosa di spettacolare, qualcosa di mai provato.
Per questo me ne sono andata. Non volevo stare a Montepagano. Nonostante quel piccolo paesino abbia cominciato a piacermi, avrei continuato a vedere tutti i giorni Gianluca e questo mi avrebbe ammazzata ancora di piú.
Adesso ho bisogno di stare con i miei veri amici, non che Alice e Gianluca non lo siano, sia chiaro.
Dopo essere stata delle ore al telefono con Alice per raccontarle tutto, le ho promesso che comunque non l'avrei abbandonata e che sarei andata al concerto a Chieti, ma le ho fatto giurare di non dire niente a nessuno.
Altro passo che forse mi ucciderà dentro, ma che devo fare.
Il tremo si ferma, finalmente sono a Bologna.
Un leggero vento caldo mi investe appena scendo dalla stretta porticina del tremo che mi ha condotta fino a qua.
Mi guarda intorno in cerca di Luca. Inizialmente avevo detto solo a lui che sarei arrivata, poi in treno ho mandato un messaggio anche a Chiara e Giulia per avvertirle.
Due possenti braccia mi avvolgono il collo. Sussulto per lo spavento, ma poi capisco che si tratta del mio caro amico.
Lo abbraccio piú forte che posso senza dire una parola, perché un suo abbraccio vale piú di mille parole messe insieme.
Mi lascia un leggero bacio sulla guancia, dopodiché si affretta a prendere la mia leggera valigia e a condurmi verso la sua macchina.
Appena siamo dentro l'auto, comincia a riempirmi di domande.
Mi poso una mano sulla tempia e massaggiandomi delicatamente il cranio, rispondo.
-Gianluca mi ha baciata ieri sera.-
Mi sembra cosí strano vedere le strade di Bologna, eppure sono passate soltanto poche settimane da quando me ne sono andata.
-Che cosa?-
É stupito tanto quanto lo era Alice al telefono qualche ora fa.
Sorrido leggermente alla sua reazione.
-Era ubriaco.
Io.. Non ce la facevo a rimanere li sapendo che lui non si sarebbe ricordato di nulla.-
-Lo dovrai comunque rivedere, Luc.-
Si ferma al semaforo rosso e ne approfitta per prendermi la mano.
Sono piccoli gesti che mi fanno sentire bene perché sono fatti da persone per cui darei la vita.
-Lo so, lo so.- dico -Lo rivedrò dopodomani al concerto a Chieti.-
Il semaforo diventa verde e Luca si affretta a ripartire lasciandomi la mano.
-Quindi non tornerai neanche a casa?- chiede.
-No, andrò direttamente a Chieti.
Lo sa solo Alice, perché molto probabilmente tutti penseranno che non ci andrò.-
Cerco di immaginarmi la scena di quando mi presenterò al teatro all'insaputa di tutti tranne Alice.
-Perché sei cosí sicura che lui non si ricorda nulla?-
-É ovvio, Luca.
Era veramente troppo ubriaco.-
Scrolla le spalle non rispondendo.
E se si ricordasse tutto? No, é impossibile.
Cerco di scacciarmi tutti questi pensieri guardando le strade colme di gente.
Mi sento a casa.

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