capitolo 27.

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Per l'ennesima volta mi perdo in quegli occhi verdi. Profondi, sinceri, puri.
Mi chiedo come anche solo per un minuto abbia potuto dubitare di lui e della sua persona.
Il silenzio regna nella stanza, sento soltanto il suo respiro leggermente affannato.
Si poggia ad una colonna del muro poco distante da dove sono io e continuando a sospirare rumorosamente, mi guarda.
Il ciuffo spettinato, gli occhi persi e il volto scuro mi fanno capire che l'ho ridotto male.
Chissà cosa ha pensato in queste ore mentre io non rispondevo ne alle chiamate ne ai messaggi.
Abbasso lo sguardo, non riesco a dire altro.
Penso di aver messo in gioco la nostra relazione per niente, veramente niente.
-Perché te ne sei andata dal nulla?- prima che possa aprire bocca per rispondere, continua a parlare alzando la voce. -Non provare ad inventare la stronzata che ti sei sentita male, c'è altro sotto.-
Rimane li dov'è, fermo immobile.
Mi viene da piangere. Tutto questo l'ho vissuto mille volte.
Il tono di voce alta, le aggressioni.
Non che Gianluca mi stia per aggredire, ma mi sembra di ritornare a qualche anno fa quando Matteo ogni giorno mi urlava contro.
Ma non posso. In tutti questi anni sono cresciuta, ho imparato a superarli certi cali e adesso non posso permettermi di stare zitta e subire la sgridata.
Perché si, ho sbagliato a trarre subito delle conclusione affrettate su Gianluca, ma anche lui ha sbagliato. Le cose si fanno in due.
-Che mi dici di Virginia? Che cosa c'è tra di voi?-
La sua faccia cambia e da un'espressione di rabbia e gelo, si trasforma in una faccia meravigliata e quasi curiosa di saperne di più.
-Come lo sai?- replica avvicinandosi al letto.
-Vi ho sentiti. Ti prego risparmiami le scuse e vai dritto al punto. Raccontami.-
Esita un po, ma subito si siede sul letto proprio difronte a me e tenendo gli occhi fissi sui miei, comincia a raccontare.
-Sempre la stessa storia.
Tesoro, hai potuto vedere da sola come era la mia storia con Maria. La stessa era con Virginia. Non c'è molto da raccontare. La nostra relazione era basata sul niente, non aveva senso.-
Alzo gli occhi al cielo.
A quanto pare Maria non era l'unica a portarsi a letto Gianluca prima.
-Non so che cosa tu abbia sentito, ma non avresti dovuto dubitare di me neanche per un secondo.- sbotta ritornando leggermente arrabbiato.
-Gianluca, sai bene come sono.
Non ho mai avuto certezza nella mia vita, nemmeno una. É chiaro che in quel momento ho visto tutto andare in fumo, dovresti sapere bene che anche la minima cosa a me fa male.
So che non é una giustificazione, avrei dovuto avvisarti, ma ti prego di capirmi.
Io lo sto facendo, ti giuro che sto facendo uno sforzo enorme a non far vedere la gelosia che brucia dentro di me.
L'idea che qualcuna che non sia io ti possa toccare in quel modo..-
Sbatto le mani sul cuscino dalla troppa rabbia.
Infondo si basa tutto sul fatto che non sono mai stata rispettata e amata veramente.
-Mi dispiace che tu debba sopportare il casino che sono, veramente.-
-Non sei un casino, sei semplicemente poco fiduciosa.- ribatte.
-Io mi fido di te, Gianluca! Mi fido veramente. Ma tutto questo per me é troppo. Sono complicata, ma sono questa. Ce ne vuole per sopportarmi.-
Il silenzio domina nuovamente la stanza.
Levo la mani dalla faccia e torno a guardare Gianluca.
-Amo le cose complicate. Non ci si stanca mai.-
Sorride.
Ritorna il sorriso di sempre, quello che mi da una sicurezza incredibile.
Ed é come se un peso se vada dal mio petto.
Le sue braccia mi avvolgono completamente e dopo fin troppo tempo riesco a sentire il suo inconfondibile profumo.
Odio essere così, ma purtroppo le mie esperienze passate fanno si che per me sia veramente difficile fidarmi di una persona. Metto in dubbio ogni singola cosa.
-É da tanto che non passiamo una sera tranquilla da soli noi due.- esordisce Gianluca trattenendo una mano sulla mia guancia leggermente appiccicosa.
In effetti ha proprio ragione. Per colpa di tutti i casini che sono successi e adesso anche per colpa di questo lavoro, il tempo passato insieme é veramente minimo.
Cioè, stiamo insieme ventiquattro ore su ventiquattro, ma non come vorremmo entrambi. Con noi ci sono sempre Piero, Ignazio e tutto lo staff. Non che odi i ragazzi, ma io e Gianluca abbiamo proprio bisogno di passare del tempo insieme noi due da soli.
Magari soltanto a guardarci negli occhi, o magari a parlare di tutto ciò che ci passa per la testa, forse sotto un cielo pieno di stelle luminose. E magari mangiando qualche cibo strano che ancora nessuno dei due ha mai assaggiato.
-Domani partiamo per la Sicilia e abbiamo tantissime cose da fare con questi ultimi tre concerti, ma ti giuro che troveremo il modo di stare un po soli.- la sua mano si sposta sul mio fianco, mentre l'altra lo aiuta a tenersi in equilibrio sul letto enorme.
-Stai tranquillo Gian. Capisco tutto questo.. Troveremo sicuramente il modo.-
Sulle sue labbra si forma quell'enorme sorriso che lascia vedere i suoi denti perfettamente allineati.
Mille brividi mi percorrono tutto il corpo non appena posa le sue morbide labbra sulle mie. Schiudo le labbra non appena sento la sua lingua chiedere il permesso di entrare.
É un momento meraviglioso. In questa stanza ci siamo soltanto noi. Noi due che ci baciamo, che facciamo capire l'uno all'altro quanto ci desideriamo a vicenda.
Sento le sua braccia muoversi e capisco quello che vuole fare non appena sento le sue mani intente a sollevare la mia canottiera blu notte.
Si stacca leggermente dalle mie labbra e mi guarda come a chiedere il permesso.
Non ci penso su neanche un attimo. Sono convinta di quello che voglio fare, ormai ne sono certa. Ho la certezza che Gianluca mi merita più di ogni persona su questo mondo.
Dopo fin troppo tempo passiamo finalmente la nostra prima notte insieme, ed é forse la notte più bella della mia vita.

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