capitolo 24.

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Vorrei tanto rimanere seria dopo la domanda di Alice, ma proprio non ce la faccio. Scoppio in una sonora risata e questa volta si girano a guardarci anche tutte le persone vicino a noi.
Alice ha un punto interrogativo stampato sulla faccia, ed io non riesco proprio a smettere di ridere.
-Scherzi? Alice, stiamo insieme da neanche dieci giorni. Non potrei giá risentirne. E comunque non c'é proprio da preoccuparci anche perché ancora non..-
Mi blocco di scatto. Alice é una mia amica, mi confido molto con lei, ma non mi é mai piaciuto sventolare ai quattro venti le intimità con i miei ragazzi.
Questa volta é Alice a ridere.
-Mi stai dicendo che ancora non l'avete fatto?-
-No.- dico il più seria possibile. -Non abbiamo neanche avuto il tempo con tutto il casino che é successo.-
Scrollo le spalle mentre dico l'ultima frase.
Infondo stiamo insieme da veramente poco, penso sia la normalità.
Per un attimo penso a quanto peró sarebbe bello. Dopo tutte le delusioni che ho avuto, mi sono sempre detta che avrei aspettato, ma con Gianluca mi sento talmente a mio agio che potrei evitare di aspettare secoli.
-Okay, okay, comunque sono affari vostri.-
cinguetta Alice alzando lievemente le spalle.
Giá. Sono affari nostri.
-Lucrezia, ti prego viene a vedere il tuo ragazzo. Sembra un gamberetto impaurito mentre balla!- Lorenzo ride come un matto, posso vedere nei suoi occhi delle lacrime che stanno per uscire.
Abbozzo un sorriso alle parole "gamberetto impaurito" e appena vedo Gianluca fare mosse veramente strane, si puó dire che il termine associato é giustissimo.
-No, vi prego, non lo posso vedere.- trattengo a stento delle risate.
Mi vergogno leggermente per lui, é veramente impedito.
-Nono sorellina, devi osservare attentamente chi ti sei scelta!- Lorenzo mi prende le spalle e mi blocca, costringendomi a vedere quella scena troppo imabarazzante.
-Okay, okay basta.- benedico il fatto che le riprese sono finite e che Gianluca ha smesso di ballare in modo strano.
Mi volto dall'altra parte cercando di non farmi vedere divertita.
-Che fai Lucre, ridi di Gian?- Alessio, tiene diritto davanti a se il suo iPhone 5 e parla davanti alla telecamera.
-Non mi dire che stai facendo un Periscope.- divento tutta rossa in viso. Mi vergogno terribilmente a farmi vedere davanti a centinaia di persona.
Sia Alessio che Marco sono ragazzi seguitissimi sui social dal momento che sono i migliori amici di Gianluca.
-Si, ovvio. Dai saluta tutti!- Mi avvolge un braccio intorno al collo ed io, automaticamente, mi copro il volto con una mano.
-Ma che avete tutti con 'sti Periscope? E comunque leva, mi vergogno.-
Alessio ride lasciandomi andare dalla sua stretta.
Che ansia. Ogni giorno devono parlare davanti alla telecamera del telefono. Capisco che fanno per conversare con le fans, ma perché mi devono coinvolgere se sanno che mi vergogno?
Cervo di far passare il rossore dal viso sventolando davanti al viso la stessa mano con cui avevo coperto la mia faccia davanti a quel telefono.
-Alessio, é veramente inquietante il fatto che parli da solo davanti al telefono.- aggiungo trattenendo una piccola risata.
-Ma guarda che ti vogliono bene tutti, dicono che sei bella.-
-Ah, grazie.- okay, meglio se mi allontano.
-Aspetta Lucre.- Gira per l'ennesima volta quel dannato telefono e a quel punto lo mando a quel paese.

Le strette stradine di Montepagano ormai mi fanno sentire a casa.
Ovviamente sento ancora molta nostalgia della mia amata Bologna, ma qua in Abruzzo mi trovo molto bene.
La case tutte vicine tra di loro, le luci sistemate davanti ai portoni delle case, le piante di fiori colorati fuori ogni finestra, l'aria fresca e familiare, l'altezza delle case... Sono ormai cose a cui sono abituata e per veramente pochissimi motivi potrei abbandonarle.
Eppure tutto questo é cosí diverso dalla mia città natale. É l'esatto opposto.
Ripensando a Bologna mi vengono in mente i miei amici. Stamattina ho litigato pesantemente con Luca e non l'ho piú sentito.
Ovviamente non é la prima volta che litighiamo, ma solitamente risolviamo subito.
Il problema é che siamo tutti e due talmente orgogliosi, che nessuno si farà avanti per sistemate le cose. O comunque non subito.
-Ehi, chiarirete, ne sono certo.- Gianluca mi avvolge con il suo braccio il collo, provocandomi mille brividi in tutto il corpo.
-Non stavo pensando a quello.-
A malincuore mento, perché proprio non ne voglio parlare adesso. Anche se so che Gianluca sarebbe pronto ad ascoltarmi tutta la notte e farmi uscire dalla bocca tutto ciò che provo. E queste cose sono tante, sono cosí tante che molte non le so neanche io.
-Invece si, pensi di potermi mentire? Guarda che ormai ti conosco. E so anche quando dici le bugie.-
Questo ragazzo é magico, davvero.
-Lo so, ed é proprio per questo che non riesco a starti lontana. A me piacciono le persone che ti sanno guardare negli occhi. Quelle che ti guardano e capiscono subito se menti. Quelle che ti abbracciano senza motivo valido. Quelle che vedono oltre ciò che c'é. Quelle dolci, che ti accudiscono com i loro sorrisi, che ti fanno stare meglio con una carezza. Quelle che pretendono, che vogliono, che hanno. Quelle che sanno come farsi valere, che non si lasciano mettere i piedi in testa da nessuno. Mi piacciono quelle persone, quelle un po' strane, che ti fanno ridere e che si legano cosí velocemente a te che dopo é veramente un casino.-
I suoi occhi brillano sotto la luna piena sopra di noi.
Si limita a stringermi come mai prima d'ora, facendomi intendere tutto con un solo gesto e senza mille parole messe insieme in tante frasi.
Questo é tutto. Sono talmente fortunata ad avere accanto una persona del genere, migliaia di persone pagherebbero per avere una persona cosí sincera al proprio fianco.
-In così tanti anni che ci conosciamo penso sia la prima volta che litighiamo da non parlarci piú per cosí tanto tempo.- riprendiamo a camminare, questa volta però mano nella mano.
-In questa storia peró la colpa é nettamente sua. Insomma, ti ha detto delle cose terribili..- si blocca di scatto facendomi preoccupare -Perché te non credi a quello che ha detto, vero?-
-Certo che no, stupido. Non hai colpe per quello che é successo.- gli stampo un leggero bacio sulla guancia, poi ricominciamo a camminare. Spero di non fermarmi un'altra volta perché adesso voglio veramente arrivare a casa e stare sul letto fino a domani pomeriggio.
-Comunque prima Alice mi ha detto una cosa.- dico ripensando alla nostra conversazione da crepare dalle risate. Ma come poteva veramente credere che la nausea e i giramenti di testa fossero causati dal fatto che potrei essere incinta? Quella ragazza si fa dei viaggi mentali assurdi.
-Che cosa?- domanda Gianluca sistemandosi il ciuffo leggermente scompigliato.
-Per un momento ho avuto un po' di nausea e dei giramenti di testa. Pensava che fossi incinta.-
Scoppiamo entrambi in una sonora risata, forse troppo sonora.
La via é deserta ed essendovi solo noi facciamo un chiasso assurdo.
-Stai scherzando?- chiude gli occhi continuando a ridere.
Quella risata che ti entra dentro, quella che appena senti, automaticamente fa ridere anche tu senza un motivo ben preciso. Quella risata identica a quella di un angelo pronto a farti sempre stare bene.
Gli metto una mano sopra la bocca, come per zittirlo.
-Shh, cretino. Vuoi che quella vecchia della vicina venga a puntarci contro quel fucile che tiene alla porta?-
-Hai ragione, scusa.- Tenta di ritornare serio, ma sotto sotto sento ancora una risatina. -Comunque, a proposito di quel discorso.. Ecco, io non voglio assolutamente metterti fretta, soprattutto dopo tutto quello che hai passato lo capisco se insomma... Tu non vuoi..-
Sorrido istintivamente. Il motivo per cui ancora non abbiamo fatto niente non é certamente perché non mi fido di lui, anzi.
-Stavo appunto per dirti che a casa non c'é nessuno. Mamma e papà fanno il turno di notte.-
-E tuo fratello?-
Prendo il telefono dalla tasca e velocemente mando un emoticon a Lorenzo. Una specie di codice che abbiamo sempre usato entrambi per evitare spiacevoli inconvenienti a casa.
-Non tornerà finché non glielo dirò io.- rimetto il telefono in tasca, poi lo guardo negli occhi.
Ha paura di qualcosa.
-Avanti, dimmi quale é il problema.- lo incito.
-No é che non voglio per niente metterti fretta fretta, insomma dopo tutto quello che hai passato lo capisco se vuoi aspettare..-
Alzo gli occhi al cielo, poi non aspetto un attimo di piú e lo bacio. Le sue mani si posano sui miei fianchi e automaticamente le mie braccia si stringono intorno al suo collo.
Il suo profumo inconfondibile mi invade le narici facendomi leggermente inspirare profondamente per il buon odore che sento.
-Ti ho convinto?- sussurro staccandomi dalle sue labbra.
Annuisce debolmente, poi sfodera un grandioso sorriso.
A quel punto gli prendo ancora la mano e lo conduco verso il portone di casa mia.
Le emozioni che ho in questo momento sono un misto di eccitazione e paura allo stesso tempo.
Peró voglio Gianluca. Lo voglio piú di ogni altra cosa.
Apro la porta di casa mia. Le luci sono tutte spente, molto probabilmente la casa é vuota da questo pomeriggio.
-Sei sicura che i tuoi non torneranno ora?- chiede Gianluca con voce tremolante.
Mi sta quasi attaccando la sua ansia.
-Sicurissima, almeno che non entrino ad effetto sorpresa.-
Sgrana gli occhi impaurito e solo dopo qualche secondo si rende conto che era una battuta.
-Vieni, fifone.- saliamo le scale che portano al piano di sopra.
La porta della stanza di Lorenzo é socchiusa, mentre la mia, non so per quale motivo é spalancata. Solitamente prima di uscire la chiudo sempre.
Ma vabbè, non lascio che questo fatto mi crei subbuglio nella testa.
Ricomincio a baciarlo. Questa volta peró piú passionalmente, quasi fin troppo vogliosamente.
Gianluca si stacca facendomi aumentare la voglia di averlo in questo istante.
-Sei sicura? Veramente, non voglio che poi te ne penta.-
Sospiro esausta.
-Me lo devo scrivere in fronte, Gianluca?- domando.
Abbozza un sorriso, poi si riavvicina per baciarmi.
Che sensazioni.. Che farfalle nello stomaco.
Ci stiamo per stendere dal letto quando il mio telefono comincia a suonare insistentemente.
Gianluca ride, poi mi tira fuori dalla tasca dei pantaloni il telefono.
Alice.
No dico, ma ha dei problemi?
Clicco il tasto verde, poi, portandomi il telefono all'orecchio, sento i problemi che mi sta per elencare la bionda.
Tengo lo sguardo fisso sugli occhi di Gianluca.
"Quegli occhi verdi come il mare"
Penso alla canzone 'Caruso' e nessuna frase é piú azzeccata.
-Devi venire qua, ti prego.- La voce di Alice é preoccupata, mi sa che ha combinato un bel casino.
-Cha hai fatto?-
Per uscire di casa adesso e rinunciare a passare una bellissima notte con il mio ragazzo deve avere una buona ragione, buonissima.
-Lucrezia, vieni e basta. Anzi venite. Siamo tutti qua, mancate solo voi.-
A sentire l'ultima frase mi convinco che é successo qualcosa di veramente serio, altrimenti non sarebbero riuniti tutti la.
-Mh, okay. Dove siete?-
Faccio cenno a Gianluca di seguirmi verso l'uscita di casa.
-Al bar.- finisce per poi riattaccare definitivamente.
Rimetto il telefono nella tasca dei pantaloni e mentre insieme usciamo di casa, spiego a Gianluca tutto ciò che mi ha detto Alice al telefono.
Spero solo che non sia niente che riguarda Piero o Ignazio, sarebbe un bel casino.
Il tempo di uscire di casa che siamo giá alla piazza.
Gianluca é visibilmente preoccupato, forse la sensazione che sia successo qualcosa a Piero o a Ignazio non é solo mia.
Difronte al bar c'é un'ambulanza. Il suono delle sirene echeggia in tutta la piazza non appena io e Gianluca saliamo le gradinate per arrivare all'entrata del bar.
Ignazio, Piero e Alice sono li.
Gianluca emette un sospiro di sollievo bel vedere i suoi amici entrambi salvi.
-Che é successo?- chiede Gianluca dando delle pacche sulle spalle ai suoi amici.
Io mi metto accanto ad Alice, pronta ad ascoltare l'accaduto.
-Sara ha bevuto un po troppo stasera.
In pratica si é lanciata dalla finestra del primo piano dell'hotel.- spiega Piero.
Sara é una ragazza dello staff, sta sempre affianco ai ragazzi e a Michele, il manager. In pratica é la traduttrice ufficiale quando vanno all'estero.
Non che i ragazzi abbiamo problemi a parlare lingue come Inglese, Spagnolo o Francese.. Ma a quanto pare é obbligatorio averla dietro.
Che poi, a dirla tutta, é un lavoro che potrei fare anche io dal momento che sono uscita dal Liceo Linguistico con 95 e dopo aver passato svariati corsi in lingua con la media piú alta.
Diciamo che le lingue straniere, le altre culture e gli altri paesi mi hanno sempre incuriosita particolarmente.
-Oddio, ma é viva?- domanda Gianluca coprendosi la bocca con una mano con fare preoccupato.
-Certo, scemo. É stata una caduta di due metri e basta. Il problema é che ha battuta la schiena e la testa molto forte, non so come sono le sue condizioni.- continua Ignazio.
Alice mi sorride debolmente, quasi dispiaciuta di avermi disturbata, perché molto probabilmente ha capito che cosa stavamo per fare.
Le faccio l'occhiolino per tranquillizzarla, infondo ci ha "disturbati" per un motivo molto serio e non per una sciocchezza.
-Michele é furioso, non sa dove trovare un'altra persona da portarci dietro nel tour.- continua Piero abbassando lo sguardo.
-Il problema adesso non persiste piú di tanto, anche se Sara faceva sempre comodo perché non aiutava solo con le traduzioni, ma in tutto. E quando dico tutto, sapete cosa intendo.- biascica Ignazio guardando i due compagni.
Io e Alice ci scambiamo un'occhiata curiosa.
Tutto in che senso?
-Con tutto cosa intendi?- mi intrometto nella conversazione speranzosa di avere una risposta al piú presto.
-Dopo Barbara, era l'ombra di Michele. Lo aiutava in veramente tutto.
Abbigliamento per noi, prenotazioni di voli e hotel.. Insomma tutto questo.- spiega Gianluca tenendo sul volto un sorrisino fastidioso.
-Ah.-
-E ora dove ne troviamo un'altra?- chiede Piero. É disperato, forse piú degli altri due.
Beh in effetti sono in un bel casino, questi tre.
-Io un'idea ce l'avrei.- esordisce Ignazio guardando nella mia direzione.

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