capitolo 15.

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Cammino per le lunghe strade di Chieti senza una meta ben precisa.
Dovrei raggiungere Alice all'hotel, ma per ora non ho voglia perché sicuramente, conoscendola, vorrà cominciare a prepararsi da ora.
Ho mille pensieri per la testa e ho anche un po di paura per stasera.
Il messaggio che mi ha mandato Alice mi ha fatto rimanere sveglia tutta la notte, ho dormito giusto un po in treno. Questo breve riposino non é riuscito peró a eliminare le occhiaie violacee che mi si sono formate attorno agli occhi. Mi dovrò truccare molto per nasconderle questa sera.
Il telefono che tengo in tasca comincia a squillare insistentemente e sbuffando lo tiro fuori.
É un numero che non é salvato nella rubrica. Premo il tasto verde e un po intimorita rispondo.
-Pronto?-
La voce metallica di un uomo risponde dall'altra parte del telefono e per un momento temo che sia proprio Gianluca.
-Lucrezia sei tu?- spicca un certo accento siciliano dalla parlata di questo ragazzo e riesco a capire allora che si tratta di Piero.
Tutto d'un tratto divento curiosa: come fa ad avere il mio numero? E soprattutto, perché mi ha chiamata?
Continuo a camminare per le strette vie di questa città.
-Si, sono io.
Come fai ad avere il mio numero?-
-Me l'ha dato Alice.-
Sorrido pensando al fatto che molto probabilmente in questo momento sono insieme e che hanno parlato. Sono contenta per Alice, so quanto é importante per lei.
-Ti ho chiamata per chiederti se per caso sei a Chieti. Mi é sembrato di averti vista in stazione prima, ero andato a prendere mia sorella e mia mamma. Alice mi ha riattaccato in faccia appena gliel'ho chiesto ed ecco.. Vorrei capire se sono pazzo oppure ho visto bene, perché comunque mi é stato detto che non saresti venuta.-
Mi fermo in mezzo alla calca di gente, prendendo una botta dal signore che camminava dietro di me.
Cazzo. Spero soltanto che non abbia giá parlato con Gianluca.
-Uhm si, sono qua a Chieti.
Non lo dire a nessuno, peró.-
Concludo ricominciando a scorrere tra la gente.
-Perché?-
-Perché si.-
In realtà non so neanche io perché voglio che sia una sorpresa.
-Va bene, allora ci vediamo.-
-Ciao.-
Chiudo il telefono e rimettendolo in tasca, penso che forse é arrivata l'ora di raggiungere Alice in hotel, dovrà dirmi tante cose.

-Finalmente ti vedo!-
Alice, con tutta la forza che ha mi trascina tra le sue braccia appena varco la porta della stanza.
L'hotel é vicinissimo al teatro dove stasera ci sará il concerto, quindi presumo che lo raggiungeremo a piedi.
Ricambio l'abbraccio e lasciandole un bacio amichevole sulla guancia, mi stacco da lei.
Tra noi due si é instaurato un legame veramente forte e sento di potermi fidare di lei senza nessuna paura. É come un sesto senso: riesco a capire se é una persona giusta o no.
Entro definitivamente nella stanza e appena chiudo la porta, posso notare la grandezza immensa della camera.
Non so bene di cosa mi stupisco, infondo é un hotel a cinque stelle.
Non mi sono mai piaciuto gli hotel lussuriosi, soprattutto perché costano tanto.
Questa volta abbiamo dovuto seguire i ragazzi nello stesso hotel e benché si siano offerti piú di una volta di pagare per noi, abbiamo sempre rifiutato.
Mi sembrerebbe di approfittarmene e non voglio.
-É veramente troppo grande.-
Do voce ai miei pensieri senza neanche accorgermene.
-Concordo.-
Alice si butta sul suo letto singolo e sospirando, mi fa segno di andare vicino a lei.
-Vuoi sapere?-
Annuisco con una certe insicurezza. Voglio sapere tutto quello che ha saputo da Gianluca.
-Come ben sai alla fine io, Alessio e Marco siamo partiti con Gianluca ieri.
Il viaggio é andato tutto apposto, apparte il fatto che Gianluca é stato sempre troppo serio, l'avrò sentito parlare si e no due volte.
Comunque, siamo usciti tutti insieme di sera, siamo stati a cena e poi siamo stati in un pub qua vicino.
C'é stato un momento in cui io e lui siamo rimasti soli, e proprio li mi ha detto ció che aveva fatto.
Io ho fatto finta di non sapere niente naturalmente, ma Lucrezia, fidati di me, é affranto.
Ha capito che il motivo per cui sei andata via é stato quel bacio e penso che ci sia rimasto molto male.-
E non lo biasimo per niente, io mi sarei incazzata come nessuno.
Il problema é che sono maledettamente impulsiva e presa dalla "disperazione" sono partita senza pensare a cosa sarebbe successo dopo. Che cretina.
-Ali sono veramente una cretina.- ammetto nascondendo il viso tra le mani.
Ho fatto una cazzata e adesso ne pago le conseguenze.
Se fossi rimasta a Montepagano forse avremmo risolto la questione normalmente. Lui si sarebbe scusato dicendo che era ubriaco.
Adesso invece si sará fatto mille domande sul perché me ne sono andata e toccherà a me spiegare perché ho fatto tutto questo.
-Si, potevi rimanere a casa.
Ma adesso basta, stasera sistemeremo tutto, tu sarai bellissima e lui ti guarderà.-
-Perché dovrebbe guardare me? Dovrebbe esserci anche Maria, stasera.-
-Non ci sará, Gianluca ha ritirato l'invito.
Tesoro, penso che anche lui provi qualcosa per te.-
Termina alzandosi dal letto e dirigendosi verso la valigia poco distante dal suo letto.
Non le rispondo. Non voglio farmi film mentali e rimanerci ancora piú male.
Alzo il polso per vedere che ore sono e sbuffo vedendo che devo assolutamente cominciare a prepararmi, tra un'ora dobbiamo essere al teatro.
Per quanto riguarda la cena, finito il concerto andremo tutti insieme ad un ristorante.
Tiro fuori tutto quello che ho comprato con le mie amiche a Bologna e osservo il tutto per un attimo.
Sará una lunga serata, forse troppo.

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