capitolo 20.

250 20 1
                                    


-Pronto?-
-Si, ci sono. É quasi tutto pronto.-
-Ma come fai ad essere cosí sicuro che verranno proprio li?-
-Conoscenze.-
-Non devi farti vedere, lo sai vero?-
-Certo. Lucrezia per queste cose é stupida, sará tutto molte facile.-

[...]

-Grazie a tutti! É stato una magnifica serata, ci vediamo domani!- urla Piero con il microfono in mano.
Il concerto é stato ovviamente bellissimo, come sempre del resto.
Prima di conoscerli non avrei mai pensato che questo genere di musica mi potesse piacere. Se devo essere sincera, molte canzoni le consideravo noiose. Ora peró no.
Adesso queste canzoni le associo ai sentimenti che provo per Gianluca,  a quello che facciamo insieme... Ed é tutto stranamente bello.
Io e Alice, che eravamo piú o meno nel mezzo della platea, ci alziamo e ci dirigiamo verso il pulmino che ci riporterà in hotel insieme ai ragazzi.
Il parco del teatro é veramente immenso, mi ricorda molto il prato di Montepagano. Con l'unica differenza che é molto piú illuminato grazie alle luci luminose del teatro.
-Pronta per andare a ballare?- esordisce Alice.
-Eh?- mi volto di scatto verso la ragazza affianco a me.
Ma perché sono sempre l'ultima a sapere le cose. Se lo avessi almeno saputo, mi sarei vestita un minimo piú adatta.
Invece indosso dei semplici jeans strappati, una camicetta nera e degli stivaletti con le fibbie oro.
-Si, Piero mi aveva detto che finito il concerto andavamo ad una discoteca da queste parti.- i suoi occhi si illuminano al pronunciare quel nome.
Ed é veramente strano come ancora entrambi non si siano accorti di niente.
-Ma non é che si riferiva solo a voi due?- chiedo titubante.
-Scema, c'erano anche Gianluca e Ignazio con noi. Non facevano altro che dire che non vedevano l'ora.- risponde.
-E io in tutto questo dove ero?-
-A nasconderti dalle fans che erano sotto l'hotel.-
Alice accenna una risata, ma io la fulmino con lo sguardo.
-Beh, scusa se non voglio che nessuno venga a sapere che stiamo insieme.-
Oggi pomeriggio mi ha preso in giro per davvero troppo tempo.
In pratica, sotto l'hotel si sono precipitate una decina di ragazze che chiedevano foto e autografi ai ragazzi.
Io, non volendo farmi vedere, sono passata dal retro e sono andata dritta in camera.
Hanno passato il resto della serata a prendermi per il culo.
E sinceramente non la trovo una cosa divertente, voglio soltanto che la privacy sia rispettata.
-Ma davvero credi che nessuno se ne sia accorto?
Lucre, li leggi i commenti sotto le tue foto? Andiamo, la gente non é scema.-
Appena sto per ribattere, una ragazza si avvicina lentamente.
-Ho sentito bene? Stai con Gian?-
CAZZO. La ragazza, bassina e con dei grossi occhiali sugli occhi, trema leggermente.
-No, assolutamente! Siamo amici.- sfodero il sorriso piú finto di sempre, ma la ragazza sembra non convincersi.
-Nel gruppo su whatsapp in cui sono lo pensano in molte.- aggiunge grattandosi la nuca.
-Uhm, no. Tranquillizza le tue amiche e digli che Gianluca é tutto vostro.-
Un sorriso enorme si forma sulle sue labbra.
Va via correndo e seguendola con lo sguardo, noto che si ferma da un gruppo di ragazzine piú o meno della sua età.
-Dobbiamo stare zitte, porca troia.- sbotto battendo leggermente il piedi destro sull'asfalto.
Spero di essere stata convincente al massimo.
-Okay, okay, hai ragione.- risponde sbuffando.
Il pulmino arriva e intanto io e Alice saliamo.

[...]

Le luci intermittenti e colorate della discoteca mi costringono a socchiudere leggermente gli occhi per il troppo fastidio. L'aria é pesante e piena di fumo sparato dall'apposita macchinetta. Le discoteche non mi hanno mai entusiasmata, troppa gente tutta insieme messa in posti troppo piccoli.
-Vieni, piccola.- Gianluca mi prende la mano e mi trascina nel cuore del locale, mentre Ignazio, Piero e Alice sono giá in pista a scatenarsi.
Stringo forte la mano di Gianluca, cosí per essere sicura di non perderlo di vista tra tutta questa gente ammassata.
Ad ogni angolo che vedo c'é qualcuno a limonare. La cosa mi disgusta un po, perché molto probabilmente non si conoscono neanche tra di loro.
Non riesco proprio a capire come due persone possono pensare di baciarsi con gente che non hanno mai visto prima.
Forse sono antica, ma io do molta importanza al bacio.
Arriviamo al privé, dove fortunatamente la gente é poca e controllata.
Gianluca si siede su un divanetto blu elettrico. Mi posiziono sopra a lui e toccandogli leggermente il ciuffo pettinato, posso finalmente baciarlo come voglio.
-Sei stato bravo stasera.- dico baciandogli l'angolo della bocca.
-Avevi dubbi?- tenta di nascondere un piccolo sorriso.
Alzo gli occhi al cielo e lasciandogli un piccolo schiaffo sul petto, poggio la mia testa sulla sua spalla.
-Sai, c'era una ragazza, dietro le quinte.- il suo sguardo é basso e non fa come fa di solito. Non cerca il mio.
Evito di farmi complessi mentali.
-E quindi?- cerco di farlo continuare.
-Era una delle tante che... Insomma.. Ha capito.-
Annuisco debolmente, cercando di intendere che cosa sta dicendo.
-Continua, Gian.-
-Niente... Mi ha chiesto ovviamente di andare con lei, ma io in quel momento riuscivo solo a pensare a questi occhi.-
mi carezza delicatamente la guancia, ed é una sensazione di sollievo immensa.
Gli credo, non posso fare altro che credergli.
Apprezzo cosí tanto la sua sincerità.
-Non sei gelosa, vero?-
-No, apprezzo la tua sincerità.-
Arrotola una ciocca di capelli in un dito e lentamente finisce poi per srotolarlo.
Il telefono in tasca vibra e sbuffando lo tiro fuori.

Da: Numero Sconosciuto

Aspettati il peggio stasera.

Questi messaggi cominciano a mettermi un po di terrore.
Chi é? Il pensiero che qualcuno che io non conosco sappia dove sono mi mette molta ansia.
Che cosa vuole da me? Che cosa ho fatto?
-Chi é?- Gianluca cerca di sbirciare e per la prima volta, l'idea di parlargliene mi passa per la testa.
Voglio condividere tutto con lui e penso che questa non sia neanche una cosa da trascurare.
Sono vere e proprie minacce.
-Gian, c'é una cosa che vorrei dirti.- ammetto cercando il suo sguardo. Fa per ascoltare, ma proprio mentre sto per aprire la bocca, il suo telefono squilla. Lo prende in mano e la sua reazione é piú o meno la stessa avuta in macchina l'altra sera. Fissa il display illuminato che segna il numero non segnato nella rubrica, poi alza lo sguardo verso di me.
-Devo rispondere, scusa un attimo.- si alza dal divanetto e esce dal privé, lasciandomi sola.
Leggo una seconda volta quel messaggio inquietante e come se servisse a qualcosa,
mi guardo intorno.
Perché in questi momenti ti senti osservata da chiunque, anche dalle due persone a cinque metri da te che stanno limonando senza neanche calcolarti.
-Ecco il suo drink!- una voce maschile mi fa leggermente sussultare.
Un ragazzo vestito di nero e con un vassoio in mano pieno di bicchieri, mi guarda con un sorriso immenso.
-Non ho ordinato niente.- ammetto guardando bene quel ragazzo.
Non mi é una faccia nuova, peró non riesco ad associare questo viso a nessuna persona di mia conoscenza.
-Lo so, ma fa parte del prezzo del privé.-
Non smette neanche un attimo di sorridere e mi da un po fastidio.
E mi viene un po da ridere, perché in realtà io e Gianluca non abbiamo pagato neanche l'entrata della discoteca.
Annuisco. Poi faccio lasciare sul tavolino difronte a me due cocktail con dentro un liquido rosso/arancione.
-Grazie.- dico infine, cercando di liquidarlo.
-Grazie a te, Lucrezia.-
Prendo in mano il mio drink e comincio a berlo. Lo finisco praticamente subito e non me ne rendo neanche conto.
Gianluca se n'è andato ormai da dieci minuti e sto cominciano ad annoiarmi.
Ignazio, Piero e Alice sono scomparsi appena abbiamo messo piede qua dentro.
Il privé é praticamente vuoto e comincia a farmi tremendamente caldo.
Le mani cominciano a tremare leggermente e finiscono poi per cominciare forte.
La testa gira proprio come una giostra e non si ferma neanche per un attimo, mentre la musica che rimbomba, invece, la sento molto piú lontana.
Non so perché, ma con quel poco che mi riesce pensare, mi viene in mente quel ragazzo.
E quel drink.
Massaggiandomi delicatamente le tempie, rivolgo il mio sguardo alle persone che sono nel privé con me. Nessuno ha un bicchiere in mano.
Il cuore non cessa di battere forte e strane immagini mi appaiono in testa.
I messaggi, il ragazzo con il vassoio in mano, il drink rosso/arancione...
"Grazie a te, Lucrezia."
Non gli ho mai detto il mio nome, come faceva a saperlo?
Non riesco piú a pensare e, prima di entrare in uno stato di coma mentale, riesco a scorgere, nella penombra, la schifosissima figura di una persona a me fin troppo conosciuta.


Powerful. || Il VoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora