capitolo 19.

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-Partiamo questo pomeriggio. Sono cosí contento che tu venga, tesoro.-
La voce di Gianluca mi sveglia da quello stato di coma post-dormita.
Domani ci sarà il concerto a Torre del Lago, in Toscana. I ragazzi faranno ben due date.
Non riesco ancora a capacitarmi che mi abbia convinto ad andare con lui. Sono sempre stata abbastanza determinata e testarda, peró questo ragazzo mi fa scoprire cose nuove. Cose nuove di me stessa.
-Andiamo in macchina con Piero e Igna, ci stai?-
-Si, certo. Ma Gian, sei sicuro? Non voglio essere di troppo.- sussurro al telefono.
La paura di essere quella in più é veramente troppa, un altro difetto di me.
-Stai scherzando? Tu sei fondamentale.-
Ed ecco il primo di tanti sorrisi che tirerò fuori oggi. Con queste frasi é veramente impossibile rimanere impassibili. -Appena hai finito di farti questi problemi inutili dimmelo, ti suono e ci vediamo.-
-Va bene, a dopo.- concludo cliccando il tasto rosso.
Mi metto alla ricerca della valigia con dentro ancora i vestiti di Bologna e Chieti. Tolgo tutto, metto a lavare e ci rinfilo le prime cose che mi capito sott'occhio nell'armadio.

-Alice, devi stare via per due giorni, non per due anni.- esordisce Ignazio caricando le due valige di Alice nel porta bagagli della sua macchina. Guiderà proprio lui ed io, Alice, Piero e Gianluca gli terremo compagnia per ben 4 ore. Arriveremo In Toscana stanotte.
Rido guardando il ragazzo alto davanti a me pronto a sollevare le valige della mia amica.
-Lo so, ma é stato piú forte di me. Attento, in quella che stai mettendo ci sono solo scarpe e ci tengo particolarmente.-
Lancio un'occhiata ad Alice seguita da una gomitata in pieno stomaco.
-Ahi, cretina!- urla e si sente in tutta la via.
-Che succede?- Gianluca esce dalla porta di casa sua con alcune valige e subito guarda nella nostra direzione.
-Niente, amore.- gli rispondo.
E solo dopo mi rendo conto di come l'ho chiamato. Posa le valige a terra, mi guarda con occhi che brillano e subito mi viene incontro.
É stato tutto cosí spontaneo. E piacevole.
Mi bacia. Mi bacia come la prima volta che l'ha fatto.
Mille farfalle svolazzano libere nel mio stomaco, mille brividi mi percorrono la schiena.
Le gambe quasi tremano insieme alle braccia e alla testa.
-Ehi voi due, aspettate di essere in hotel!- esordisce Piero aiutando Ignazio a caricare l'ultima valigia.
-Quello é poco ma sicuro.- risponde Gianluca guardandomi con sguardo malizioso.
Gli tiro un pugno sulla spalla giocosamente, poi entra in macchina.
-Scema, mi hai fatto veramente male!-
dice Alice massaggiandosi la pancia a quanto pare ancora dolorante.
Le lascio un bacio sulla guancia, poi mi infilo anche io nella macchina di Ignazio, prendendo postazione tra Piero e Alice.
Sará un viaggio molto lungo. [...]

"But first, let me take a selfie."
Le note di una delle canzoni che piú sono in grado di fare scatenare me e Alice suonano nella macchina di Ignazio.
Siamo in viaggio da quasi due ore, ma fortunatamente sono passate abbastanza veloci.
Io e Alice muoviamo le braccia a ritmo di musica, facendo ridere i ragazzi in macchina con noi.
Piero guarda al di fuori del finestrino, quasi vergognoso di chi ha accanto.
Gianluca e Ignazio ridono invece come dei matti, facendo a volte i nostri stessi gesti.
Mi sto divertendo veramente tanto.
La canzone finisce e un telefono comincia a suonare.
Riconosco la suoneria: é quella di Gianluca.
Poso il mio sguardo su di lui. Fissa il telefono per un istante, poi rifiuta la chiamata.
Si volta verso di me e sorride.
Qualcosa non mi torna.
Io sono sempre stata il dubbio in persona, lo ammetto.
Perché non ha risposto? Chi era che chiamava?
Non mi piace fare il terzo grado alle persone, peró quando vedo cose "sospette" é piú forte di me.
Mi fido di Gianluca, anche perché se non mi fidassi non ci starei insieme.
Peró ho avuto così tante delusioni che mi risulta difficile lasciar passare le cose.
Lo guardo per un istante, poi tolgo lo sguardo.
No. Gianluca non mi nasconde niente.
Mi direbbe qualsiasi cosa.
Scaccio il brutto pensiero che si era impadronito della mia testa e cerco di pensare ad altro.
Se c'é qualcosa che mi deve dire, lo fará.
In macchina c'é un silenzio di tomba, poi comincia un'altra canzone e Alice canta a squarciagola.
A me peró é passata la voglia. La guardo e ogni tanto rido per cercare di nascondere al meglio i miei dubbi.
Il display del mio cellulare si illumina, un nuovo messaggio.

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