Sesta sezione.

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La lancetta dell'orologio sembrava non ne volesse a che sapere di muoversi e il leggero sole che penetrava dalle finestre stava per far evaporare il corpo di Andy; l'unica cosa positiva era che lui e Michael sarebbero potuti uscire.
Dopo quella lunga e sudata permanenza in classe, suonò l'ultima campanella e il biondo poté finalmente precipitarsi fuori.
"Allora frocetto, ti sei trovato il fidanzatino?"
Quella voce risuonava lontana e otturata dal caos che faceva la massa di studenti intenti a uscire, ma Andy non ebbe difficoltà a riconoscerne l'origine.
Poco più lontano da lui, Jonathan aveva appena sbattuto Mika al muro e lo stava sicuramente prendendo in giro o minacciando.
Si avvicinò quasi di corsa e appena gli fu accanto, separò il bullo dalla sua solita vittima.
"Smith, vai a rompere le palle da un'altra parte"
Il moro gli lanciò un'occhiataccia e si dileguò in silenzio col resto della sua compagnia.
"Tutto okay, Michael?"
"S-sì, grazie..."
"Andiamo, prima che si faccia troppo tardi"
Il riccio annuì e subito si avviò verso l'uscita del cortile.

C'era una cosa che stuzzicava la curiosità del maggiore e stava cercando in tutti i modi di trattenersi lungo il tragitto in pullman, ma una volta che entrambi scesero, non poté più tenere a freno la lingua.
"Andy, mi spieghi perché Jonathan ha così tanta paura di te?"
"Ti ho detto che forse un giorno te lo racconterò, ancora non è il momento"
"Ah okay, allora ci vediamo più tardi"
"Per le 16.00 va bene?"
"Più che perfetto"
"Bene, a dopo"
Si salutarono con un sorriso e poi entrambi intrapresero la breve strada che li separava da casa.
Mika entrò nella sua abitazione e, dopo aver consumato la sostanziosa portata di pasta al ragù che sua madre aveva preparato, corse su per le scale recandosi in camera sua.
Appena entrò, si levò le scarpe e con un movimento fluido le lanciò sotto il letto.
Si sdraiò con poca grazia sul piumone e prese il suo computer portatile.
In quelle poche ore avrebbe potuto iniziare a buttar giù lo spartito di  Grace Kelly.
Accese il laptop e aprì due finestre, una per la pianola virtuale e una con il programma apposito per gli spartiti.
Iniziò a sfiorare i tasti del PC per creare la melodia e, man mano che il nome delle note appariva sullo schermo, lui le segnò su un foglio.
Finito di scrivere le note, iniziò il duro lavoro di partitura, ogni volta che finiva un rigo di pentagramma, riascoltava il tutto per trovare e correggere eventuali errori.
Quando completò tutto il lavoro, gettò uno sguardo all'orologio digitale del computer e si rese conto che erano le 15.38.
Spense tutto velocemente e decise di cambiarsi, optò per un pantalone nero, una T-shirt a righe bianche e nere orizzontali e una giacca arancione, all star bianche ai piedi e il look era perfetto.
Si diede una sistemata allo specchio e prese il telefono e il portafogli.
Li infilò in tasca e scese di sotto, prese un ombrello per essere sicuro di non inzupparsi per un possibile acquazzone e uscì di casa salutando i suoi famigliari.
Si avviò verso la casa di Andy e alle 16.03 il suo dito era attaccato al campanello.
Il biondo gli aprì vestito con molta semplicità, aveva una T-shirt verde scuro e dei jeans bianchi. Ai piedi degli anfibi neri.
"Allora, andiamo?"
Lo osservò prendere una giacca e chiudere la porta dietro di lui.
"Sì, ho una fame..."
Partirono verso la fermata della metro che li avrebbe in seguito portati a Piccadilly Circus.
Una volta arrivati, obliterarono il biglietto e aspettarono il treno per una manciata di secondi.
Una volta saliti sulla metro, si resero conto che avrebbero passato il viaggio in piedi, così si aggrapparono al corrimano e il mezzo partì.
Superate le varie stazioni, scesero e raggiunsero la superficie tramite le scale.
Una volta messo il piede sull'ultimo gradino, si resero conto che il clima particolare di Londra non aveva deluso le aspettative: pioggia.
Sbuffarono sonoramente, mentre Mika apriva il suo ombrello che però si rivelò inutilizzabile a causa di uno strappo, il quale non avrebbe permesso una protezione completa per entrambi.
"Che facciamo?" esclamò il biondo.
"Non credo che smetta, torniamo a casa mia? Ti faccio sentire qualcosa al piano..."
"Certo. Anzi, possiamo anche passare da me così prendo un mio video?"
"E me lo chiedi? Non aspettavo altro"
Così ritornarono nel sottolivello, con la prospettiva di un pomeriggio molto interessante per entrambi.

#SpazioCrazyKiwi
Ho postato solo per quella capra di Emma u.u
Scherzi a parte, se il capitolo vi è piaciuto lasciatemi una stellina o un commento, accetto anche le critiche, soprattutto quelle costruttive.
Al prossimo capitolo koaline.

-On the bus. //Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora