Seconda sezione.

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Attraversato il grande cancello metallico, Michael aumentò il passo, cercando di non farsi notare dalla compagnia di Jonathan. Ma ogni tentativo fu inutile, difatti si sentì strattonare per il braccio e qualcuno lo costrinse a voltarsi.
"Cos'è, Penniman, cerchi di scappare da noi? Dimentichi che non ci riuscirai mai?" lo derise un ragazzo di nome Peter.
Michael abbassò lo sguardo, sentendo gli occhi pizzicare a causa delle lacrime che minacciavano un'uscita imminente.
Jonathan si avvicinò a lui e lo spinse poco delicatamente, regalandogli una caduta a terra e un futuro ematoma sul fondoschiena.
"Allora Penniman, con che cosa vogliamo iniziare?"
Michael avvertì un'improvvisa fitta di dolore al fianco destro, segno che Jonathan gli aveva appena assestato un poderoso calcio.
Avvicinò una mano al suo fianco, ma il solo sfiorarlo gli provocava alcune scosse dolorose, così porto il suo palmo a proteggere il viso, ormai bagnato da calde e copiose lacrime.
"Che femminuccia che sei, ti metti pure a piangere" quelle parole, accompagnate da risate, furono seguite da altri calci nei dintorni dello stomaco talmente forti, che Michael avrebbe probabilmente vomitato la leggera colazione che aveva consumato quella mattina.
"Jonathan, non ti sembra il caso di piantarla?"
"Fatti gli affari tuoi, Dermanis"
Le lacrime gli impedivano di risalire alla fonte della voce del suo difensore, ma da ciò che quel timbro caldo gli ricordava, si trattava probabilmente del ragazzo del bus.
Il suono stridulo della campanella lo salvò da una presumibile gita in ospedale, ovvero una delle innumerevoli gite che aveva fatto e che forse continuerà a fare.
Si alzò stancamente dal duro cemento che ricopriva il cortile e si avviò barcollando verso l'entrata della scuola.
"Non mi ringrazi nemmeno?"
Il biondino si avvicinò a Michael, portandosi al suo fianco.
"Beh, grazie, anche se in realtà Jonathan mi avrebbe picchiato comunque, mi ha salvato la campanella..."
"Ah beh, se ne sei convinto... Comunque, il mio nome è Andreas, ma puoi chiamarmi Andy" allungò una mano verso il ricciolino.
"Piacere, Michael, ma chiamami Mika" gli strinse la mano.
"Mika... sì, mi piace" gli sorrise dolcemente.
"Ehm...dovremmo entrare, altrimenti rischiamo di prendere una nota per il ritardo"
"Hai ragione, dai, entriamo" si avviò verso l'entrata seguito da Mika.
Mentre attraversavano i corridoi si accorsero che non erano gli unici in ritardo.
"Andy, tu che lezione hai ora?"
"Letteratura inglese, perché?"
"

Perché credo che abbiamo appena superato quell'aula"
Si voltò e si accorse che il castano aveva ragione.
"Oddio Mika, hai ragione, meglio che vada, ciao" si avviò verso la sua aula salutando Mika con un cenno della mano che fu prontamente corrisposto.
Appena entrò in classe, il professor Stevenson lo riproverò per il ritardo.
"Mi perdoni, professore, ma ho avuto un contrattempo" si sedette al suo banco, senza dimenticarsi di lanciare un'occhiataccia a Jonathan, che purtroppo non se ne accorse.
"Per stavolta chiuderò un occhio, ma non si culli sugli allori, signor Dermanis, veda di non avere più altri ritardi"
"Non si preoccupi professore, non accadrà più"
"Lo spero, comunque riprendiamo la lezione"
Le lezioni proseguirono, lentamente, fin quando non suonò anche l'ultima campanella e Andy poté finalmente uscire da scuola per dedicarsi alla sua più grande passione: i video e l'editing.
Mentre passeggiava con la sua inseparabile videocamera, si imbattè in una scena che tanto avrebbe voluto evitare.
Quattro o cinque ragazzi stavano pestando un povero ragazzo indifeso, alto e riccioluto.
Il biondo non perse tempo a riconoscere Mika che subito si avventò su i giovani che gli stavano facendo male e li mandò via in malo modo.
Michael, dal canto suo, non poteva far altro che mantenere la sua espressione dolorante che si trovava dipinta sul suo volto ormai da troppi anni. Vide subito il nuovo amico avvicinarsi a lui e prenderlo in braccio.
"Mika, tutto okay?"
"No Andy, ho un terribile dolore su tutto il petto e la schiena, per non parlare del piede, non riesco più ad appoggiare la pianta a terra"
"Credo si sia rotto, meglio che ti porti da un medico, così può ingessarlo"
Il riccio annuì convinto e subito Andy corse verso la sua auto, adagiò il ferito sui sedili posteriori e partì verso l'ospedale più vicino.
Appena arrivarono, la receptionist di turno fece mandare subito una barella in modo che Mika potesse subito essere curato.

***

Un paio d'ore dopo, ore passate impazientemente su una scomoda sedia, a Andy fu permesso di vedere Mika. Quando entrò non poté fare altro che sorridere: l'amico era tranquillo e stava bene.






#SpazioCrazyKiwi
Allora, nuovo capitolo pronto!
Spero vi sia piaciuto, fatemi sapere un vostro parere nei commenti, accetto anche le critiche, soprattutto quelle costruttive...
Ci si vede al prossimo capitolo, sciau koaline.

-On the bus. //Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora