Tredicesima sezione.

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Mika non vomitò per poco quando, una volta arrivati al bar, vide Andy sbaciucchiare la sua ragazza senza ritegno ma anche senza sentimento.
Si vedeva che i due non si amavano, sembravano più due anziani coniugi che non dormono nemmeno più insieme.
Tossicchiò leggermente per attirare l'attenzione su di lui.
I due si staccarono arrossendo e gli furono subito vicino.
"Allora Andy, cosa posso portare a te e al tuo amichetto?"
"Per me un cappuccino e un croissant al cioccolato, tu Mika?"
"Io prendo un latte macchiato e una brioche con confettura di mele, grazie"
Furono subito serviti, mangiarono e, dopo che Andy ebbe salutato a dovere Jessie, la sua ragazza, uscirono a prendere una boccata d'aria.
"Allora Andy, da quanto state insieme tu e Jessie?"
"Mh da qualche mesetto...ma in realtà è come se non ci conoscessimo"
"Peró dentro sembravate molto affiatati"
"È l'impressione che vuole dare lei in pubblico, in realtà mi avrà tradito già una dozzina di volte"
"Seriamente? E tu come lo sai?"
"Non è un segreto. Lei sa che non la amo però sa anche che non voglio andare contro il volere di mio padre. E a lei sta bene, così i suoi genitori credono che abbia un ragazzo mentre se la fa con metà dei baristi delle discoteche di Londra"
"Wow, che bella coppia" ridacchiò.
"Già" rise anche lui.
E intanto camminavano per il parco vicino all'abbazia di Westminster, dove molti bambini si divertivano a giocare.
Mika li osservava, mentre sognava di avere una famiglia, un giorno. Anche se era consapevole che, data la carriera che aveva scelto di intraprendere e la sua omosessualità, quel desiderio sarebbe rimasto tale, rinchiuso in un polveroso cassetto della sua mente.
"Andy?"
"Mh?"
"C'è qualcuno con cui ti piacerebbe stare davvero? Insomma, qualcuno con cui non devi fingere..."

Quella domanda lo spiazzò.
Insomma, c'era pur sempre quel gran bel tipo di Blaine Colfer, di cui era cotto da tempo, peró era da un breve periodo che anche Mika gli faceva uno strano effetto. Non era ancora chiaro cosa il ragazzo significasse per lui, ma non poteva dire che non gli interessava.
"In realtà, qualcuno ci sarebbe..." sussurrò paonazzo.
"Ah si? E chi? Sempre se non sono troppo impertinente da chiedere..."
"No, figurati, tu puoi saperlo -ridacchiò- comunque ho una cotta tremenda per quel ragazzo del 4°B...Blaine Colfer... lo conosci?"
"Oh si, Blaine -abbassò lo sguardo- prende lezioni di piano con me. Ed è di gran lunga il migliore in solfeggio."
"Tu vai male in solfeggio?"
"Beh, molto direi... sono dislessico e quindi le note nella mia testa diventano solamente un vortice di macchie"
"Mi dispiace, mi sarebbe piaciuto aiutarti ma non ho mai studiato musica..."
"Tranquillo, sarebbe stato comunque inutile, sono un caso perso" rise amaramente.
"Non abbatterti così, vedrai che ci riuscirai prima o poi"
"Lo spero. Comunque, io fra qualche giorno dovrei andare in America sai?"
"America? Come mai?"
"Beh, finalmente sono riuscito a migliorare la mia media e mia madre ha deciso di premiarmi con un viaggetto. Andrò a Los Angeles, dai miei parenti"
"Sono contento per te"
Contento? Sì, era contento perché Michael avrebbe rivisto i suoi parenti e perché probabilmente avrebbe provato a firmare un contratto lì.
Ma era solo contento? No, ovviamente no. Stava finalmente iniziando a capire l'effetto che Mika aveva su di lui, e si vedeva scivolare via quella possibilità fra le dita.
Era triste, perché per un lasso di tempo il riccio non gli sarebbe stato attorno. Avrebbe sentito la sua mancanza. Anche se si conoscevano da poco, l'avrebbe sentita davvero tanto.
"Ti andrebbe di aiutarmi con le valigie? Non sono mai stato un tipo ordinato..." ridacchiò.
"Certo, andiamo adesso?"
"Sì"
Tornarono a casa e andarono in camera di Michael.
Il castano iniziò a svuotare l'armadio, ammucchiando tutti i vestiti sul letto, con un Andy che lo guardava divertito mentre stava seduto sulla sedia della scrivania grigia.
"Credi che a Los Angeles faccia freddo? Dici di prenderlo un maglione?"
"Anche a dicembre, a Los Angeles si suda. Ti consiglio di portare una felpa per sicurezza, ma non credo ti servirà"
"Hai ragione"
E così quattro o cinque felpe trovarono posto sul letto.
"Non hai intenzione di portare tutta questa roba vero?"
"No, però la valigia stava in fondo all'armadio e quindi ho dovuto togliere tutto per prenderla"
"E non bastava spostare semplicemente un pò di roba?"
"E dove sta il divertimento?"
Li aspettava un lungo lavoro.

#SpazioCrazyKiwi
Sono tornata balala. Amatemi gnehe.
Okay, basta. Ho riletto la sezione e so che fa schifo, perdonatemi.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciatemi una stellina o un commento, accetto anche le critiche, soprattutto quelle costruttive. Al prossimo capitolo koaline.

-On the bus. //Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora