Settima sezione.

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La metro li riportò alla stazione di partenza, risalirono facendo in modo che Michael non perdesse l'equilibrio con le stampelle e raggiunsero la casa di Andy il più velocemente possibile, evitando le fitte gocce di pioggia camminando sotto i balconi sporgenti dei condomini inglesi.
Andreas si affrettò a infilare la chiave nella toppa e ad accogliere Michael al calduccio della sua casa offerto dai caloriferi lasciati accesi.
La porta apriva su un ampio soggiorno, dominato da un grosso divano ad angolo in pelle color porpora, posto al centro della sala.
Di fronte al divano era posizionato un tavolinetto in cristallo accuratamente lucidato, con le quattro gambe in ferro battuto.
Davanti ad essi c'era, su un ripiano in legno, una televisione alquanto grande, con sotto una moltitudine di DVD ordinati alfabeticamente.
Una cristalliera contenente ogni genere di bicchieri era sulla sinistra e lì vicino vi era un secondo tavolo più grande.
Sulla destra, il tutto confluiva in un corridoio che presentava altre porte.
"Ma...i tuoi genitori?"
"Non sono a Londra al momento. Si trovano ad Atene per motivi di lavoro"
"Atene? Sei greco?"
"Sì, sono nato lí"
"Io invece sono nato a Beirut, in Libano"
"Wow, tra Grecia e Libano ci siamo incontrati a Londra, strano vero?" Ridacchiò, cercando disperatamente qualcosa fra i cuscini del divano.
"Già, ma...cosa stai cercando?"
"La chiave del mio studio, deve essere qui"
"È forse quella sul ripiano del caminetto?"
Il biondo alzò lo sguardo, seguendo la direzione indicata dal dito di Mika.
"Oh eccola lì, che sbadato che sono. Grazie Mika" sorrise e acchiappó velocemente le chiavi.
"Vieni" si avviò lungo il corridoio di destra.
Raggiunse la porta in fondo seguito dal riccio e con un movimento fluido la aprì.
L'interno era composto da un divanetto abbastanza vecchiotto, blu notte, una scrivania in mogano posta contro il muro intonacato di azzurro, abbinata ad una sedia sempre in mogano.
Tutte le pareti erano coperte da una bacheca con su varie foto e post-it.
"Le foto le fai tu?"
"Sì"
Andy aprì un cassetto della scrivania riempito da varie chiavette USB etichettate in base al video e iniziò a cercarne una in particolare.
Intanto Mika stava osservando le foto, raffiguranti soggetti impegnati in azioni quotidiane o altri che compivano imprese strabilianti. La cosa che lo colpì di più fu la straordinaria capacità di Andy di trovare una prospettiva perfetta per ogni scatto. La luce e l'ombra si bilanciavano armoniosamente e i protagonisti delle foto erano sempre messi a fuoco e ben visibili.
"Alleluia, ti ho trovata"
L'esclamazione del greco fece sussultare l'amico che si avvicinò a lui.
"Possiamo andare ora?"
"Sì, non vedo l'ora di sentirti suonare"
Uscirono dalla stanza e si avviarono verso la porta della casa.
Andarono fuori e, quando Andy fu sicuro di aver chiuso per bene la porta, corsero verso l'abitazione di Mika.
Il riccio fece un pò di fatica a recuperare le chiavi, impedito com'era dalle stampelle, così fu aiutato dal greco, che gli tenne lo zaino.
"Ed eccoci nella mia umile dimora"
Mika aprì il pesante portone bianco ed entrò seguito da Andy.
"Umile? Ma se è bellissima..."
"Grazie" Quella voce provenì forte e chiara dalla cucina, una voce femminile, stanca ma allegra.
Da una porta sulla sinistra fece capolino una simpatica signora sulla quarantina, bassa e un pò in carne.
"Mamma, sei già a casa? Non eri andata a fare la spesa?"
"No, il tempo mi ha impedito di continuare le mie faccende, così sono tornata a casa a..."
"Cucinare." Concluse il figlio.
"Già" ridacchiò la madre.
"Signora, comunque le faccio i complimenti per la casa, davvero bella"
"Grazie mille, tu sei..?"
"Andreas Dermanis, mi sono trasferito da poco e io e suo figlio abbiamo fatto amicizia"
"Wow, sei il primo amico che Mika si fa dopo..."
"Mamma, dacci un taglio" la fulminó Michael.
"Okay, scusa. Io torno in cucina, se avete bisogno, chiamatemi per qualsiasi cosa" e così dicendo tornò da dove era venuta.
Sulle scale, Andy decise di soddisfare le sue curiosità.
"Mika, di chi parlava tua madre?"
"Non è importante ora, forse un giorno te ne parlerò, ancora non è il momento" tagliò la discussione citando la frase del biondo di quella mattina.
Raggiunsero la stanza della musica.
"Preparati ad entrare nel mio mondo."
"Non vedo l'ora."

#SpazioCrazyKiwi
Sto scrivendo questo capitolo mentre mi parte la ship per i Klaine ma okay.
*glee feels*
Allora, se la storia vi sta piacendo fatemi sapere il vostro parere con una stellina o un commento, accetto anche le critiche, soprattutto quelle costruttive. Al prossimo capitolo koaline.

-On the bus. //Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora