Ventiduesima sezione.

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La reazione di sua nonna non lo aveva sorpreso molto, si aspettava che non lo avrebbe accettato, ma aveva previsto un commento o qualcosa del genere. Invece niente, silenzio totale. Si era ritirata in camera sua, assumendo la faccia di chi ha sbagliato tutto nella vita. Un'espressione che ben ricordava.

*flashback*

La pioggia batteva forte quel giorno e Mika stava appena ritornando da scuola, bagnato fradicio e con un nuovo livido, il quale svettava per la prima volta sul suo sopracciglio, quindi era ben visibile agli occhi di tutti.
Entrò in casa tenendo la testa bassa e il cappuccio della felpa bordeaux tirato fino a coprirgli tutta la sua matassa di riccioli morbidi e umidi.
Cercò di salire in camera di fretta, per poter raggiungere il bagno e provare a nascondere la ferita con un pò di fondotinta sottratto a sua madre, ma qualcuno evidentemente non aveva voglia di farsi gli affari propri.
Nell'istante in cui Mika stava per imboccare la via verso il piano di sopra, scendevano giù per le scale le sue sorelle maggiori Paloma e Yasmine.
Abbassò ancora di più la testa, cercando di oscurarsi il volto martoriato, ma la maggiore delle sue sorelle se ne accorse e, col suo solito istinto materno, cercò di alzargli il mento.
Pal.: "Mika? Tutto okay? Come mai non alzi la testa?"
M: "È..è tutto okay Paloma, non preoccuparti"
Y: "A me non sembra, a parte che sei bagnato fradicio e rischierai di prenderti un malanno..."
M: "Ma volete lasciarmi in pace?"
Pal.: "No, Michael, vieni, ti prendo una coperta e ti asciughi. Ma perché non hai preso il bus? Sei anche arrivato tardi!"
M: "L'ho perso..."
In realtà sua sorella non poteva sapere che sul bus ci era salito ma c'era qualcuno ad aspettarlo.
Infatti appena aveva messo piede sul mezzo, Peter gli si era parato davanti e lo aveva subito spintonato giù, tra le braccia di Jonathan. Quest'ultimo lo aveva trascinato in un vicolo appartato, lontano da occhi indiscreti e aveva subito iniziato a pestarlo di calci e pugni, uno dei quali gli aveva rovinato il viso, colpendolo sopra l'occhio.
Venne ritrascinato in salotto, che si trovava subito dopo il corridoio dell'ingresso.
Purtroppo, mentre cercava di dimenarsi dalle cure delle sorelle, il cappuccio scivolò via dalla sua testa, scoprendogli la faccia e lasciando liberi i capelli.
Y: "M-Mika..chi ti ha fatto questo?"
Sfiorò con il dito la ferita leggermente sanguinante, facendo trasalire il riccio.
M: "N-nessuno...sono, ecco, sono sbattuto alle porte del bus mentre salivo..."
Pal.: "Mika, ci hai appena detto che hai perso il pullman. Dì la verità, chi ti ha fatto questo livido?"
E a quel punto non poteva essere più vicino alla verità, niente avrebbe potuto salvarlo dal raccontarla.
Così sputò il rospo: rivelò di tutte le botte e gli insulti che si era preso, parlò di come aveva cercato di nascondersi e, a volte, anche di reagire e di come aveva fallito, fino ad arrivare alla causa di tutto. Confessò la sia omosessualità. Le sue sorelle lo confortarono dicendogli che lo avrebbero accettato in qualsiasi modo e che lo amavano così come era.
Pregò entrambe di non raccontare nulla ai genitori e di aspettare una mossa di coraggio da parte sua, perché era lui che doveva fare il grande annuncio.
Purtroppo però era troppo tardi, infatti i suoi genitori si trovavano proprio sulla soglia della porta del corridoio e avevano ascoltato tutta la storia narrata dal loro primogenito maschio.
Joannie, con uno slancio, si era subito lanciata tra le braccia del figlio, assicurandogli che avrebbe preso provvedimenti verso chi lo maltrattava e che il suo amore per lui era incondizionato, a prescindere dal suo orientamento sessuale.
Il padre però la vedeva in tutt'altro modo.

*fine flashback*

Il padre, quel giorno, aveva assunto la stessa espressione di sua nonna. Si notava davvero tanto la somiglianza tra madre e figlio, soprattutto in momenti come quello.
Almeno suo padre avevo piano piano imparato ad accettarlo, ma chi avrebbe convinto sua nonna?
In quel momento non poteva davvero pensarci, perché altrimenti sarebbe arrivato realmente in ritardo all'appuntamento con Jodie e non se lo sarebbe mai perdonato.
Sciacquò velocemente le stoviglie che aveva utilizzato per la colazione e si avviò verso la porta d'ingresso.
Uscì di casa indossando un paio di occhiali da sole e si infilò nella macchina, gentilmente prestata da Janette, pronto per poter spiccare il volo.

#SpazioCrazyKiwi
Ma no che non mi piace scrivere sui coming out...pff, come vi viene in mente...
Scherzi a parte, se il capitolo vi è piaciuto, lasciate una stellina o un commento, accetto anche le critiche, soprattutto quelle costruttive. Al prossimo capitolo koaline.

-On the bus. //Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora