Trentesima sezione.

361 36 7
                                    

Jodi era assolutamente impassibile, non lasciava trapelare alcuna impressione e ciò metteva non poca ansia a Mika, il quale era già da tempo un fascio di nervi.
Solo Kurt era riuscito a farlo rilassare durante la loro chiacchierata, averlo incontrato era stata una benedizione per lui, altrimenti sarebbe sembrato un burattino per quanto sarebbe diventato agitato col passare dei minuti. Gli succedeva spesso di farsi prendere dall'angoscia prima di incontrare un produttore discografico e al suo fianco c'era sempre sua madre per calmarlo e, una volta, Andy.
Non aveva avuto il coraggio di pensare a lui per nemmeno un momento in quella giornata, se non quando lo aveva chiamato.
Chissà cosa stava combinando quel biondino, magari lo stava pensando. Oppure stava sicuramente sbaciucchiando il suo fidanzatino tutto ricci e occhiali da sole.
Ed ecco perché non voleva pensare a lui. Alla fine nella sua mente riaffiorava automaticamente il nome e la figura di Blaine. Si ritrovò persino a sperare che si lasciassero, ma poi Andy avrebbe sofferto da morire ed era davvero l'ultima cosa che desiderava.
Decise che se Andy era felice, lo era anche lui. Ma la speranza è l'ultima a morire e Mika non si sarebbe di certo dato per vinto.
Però, in quel preciso istante, l'unica cosa che contava era Jodi e il suo verdetto.
Non si era ancora levata le cuffie ed era sicuro che almeno una canzone l'avesse ascoltata, conosceva la durata delle suo opere. Stava ovviamente ascoltando una seconda o addirittura terza canzone e Mika non seppe come interpretare quel segno.
Le era piaciuta così tanto la sua musica che aveva deciso di ascoltare l'intera playlist?
Oppure la prima canzone non l'aveva convinta e provò ad ascoltarne un'altra?
Non aveva idea di cosa aspettarsi, fino a quando non vide la testa di Jodi che si muoveva a tempo con le note, mentre il piede sbatteva a terra scandendo le varie e battute. Un lieve sorriso spuntò sulla bocca della bionda e Mika capì all'istante. Il cuore gli scoppiò di felicità e lacrime di gioia e orgoglio stavano per solcargli le guance mentre il suo sogno si faceva più vicino e palpabile.
Avvertiva in ogni fibra del corpo una scarica di adrenalina pazzesca e quasi non riusciva a crederci. Sperava solo di non essersi illuso.
Dopo una manciata di secondi, che a Mika parvero un secolo, Jodi tolse le cuffiette e spense l'Mp3, appoggiando entrambi sul tavolino.
Il riccio si torturava il labbro inferiore, mentre le mani facevano avanti e indietro sul tessuto dei pantaloni, per evitare di farle tremare. I due si guardavano negli occhi, in un silenzio per nulla imbarazzante, bensì pieno di attesa e suspense.
M: "Allora..?"
Mika non riuscì a trattenersi e la sua voce, come un coltello dalla lama sottile, squarciò il velo di quel silenzio.
J.M.: "Quando puoi iniziare?"
M: "In che senso?"
J.M: "Nel senso che io ti voglio in studio di registrazione, al più presto"
M: "Ti prego dimmi che non è uno scherzo."
J.M.: "Non è per niente uno scherzo Mika, hai talento, la tua voce spacca, scrivi testi veri in cui si può avvertire con mano ogni emozione che hai cercato di trasmettere. Come te ce ne sono pochi, hai lottato tanto per arrivare fin qui e io voglio cogliere quest'occasione al volo. Non sei tu ad aver bisogno della musica, ma è il mondo della musica ad aver bisogno di te."

Non aveva ancora realizzato ciò che stava accadendo. Stava ripassando nella sua mente ogni singola parola di Jodi, analizzandola sillaba per sillaba e finalmente capì. Ce l'aveva fatta. Mika, lo sfigato, il frocio, la femminuccia, lo strambo, l'asociale. Quel Mika, trasportato centimetro per centimetro in ogni suo spartito, ce l'aveva fatta.

J.M.: "Ehi Mika! Tutto okay? Ci sei?"
M: "Ce l'ho fatta."
Riuscì solo a sussurrare, in preda a miliardi di sensazioni strepitose che non aveva immaginato di avvertire nemmeno nei suoi sogni più rosei, brividi che non controllava.
M: "IO CE L'HO FATTA!"
Ed ora la sua gioia si manifestava tutta quanta, attraverso salti e urletti, per poi lanciarsi tra le braccia di una Jodi ridente.

Le lacrime gli attraversavano gli zigomi, per la prima volta lacrime che simboleggiavano una gioia pura. Per la prima volta causate per merito, e non per colpa sua.
La prima volta in cui apprezzava e amava se stesso.
La prima, di tante.

#SpazioCrazyKiwi
Avanti, da quanto aspettavate questo momento?
Devo dire che non so se questo capitolo sia venuto decentemente perché quando ho immaginato questa scena mi sono resa conto che trascrivere tutta la felicità che Mika ha potuto provare era già abbastanza difficile da capire, figurarsi provare a scriverla, quindi spero mi perdoniate se il capitolo non è bello.
Comunque, se il capitolo vi è piaciuto, lasciatemi una stellina o un commento, accetto anche le critiche, soprattutto quelle costruttive. Al prossimo capitolo koaline.

-On the bus. //Mikandy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora