Immagina Cristiano Ronaldo

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Dedicato a CristianoHugMe
Spero ti piaccia, un bacio!

Gli occhi ti si chiudevano da soli per il sonno, così li stropicciasti per bene con le mani.

Il tuo berretto nero con su scritto WILD indicava la tua appartenenza all'altro ‘gruppo’, quello dei classici ribelli di Madrid.

Oggi infatti avevi preferito vagabondare per i quartieri della periferia che tanto amavi, invece che andare a scuola.

Faceva molto freddo, lo sentivi dal vento che entrava ed usciva dagli strappi dei tuoi jeans, i quali ti lasciavano le ginocchia scoperte.

Volevi evadere dal mondo e per farlo non c'era posto migliore di un vicolo cieco che ospitava il retro di un ristorante cinese.

Osservasti il muro a cui eri abituata quasi ogni mattina, aveva l'intonaco rovinato e dei pezzi si staccavano continuamente formando delle crepe.

Prendesti il pacchetto di sigarette dalla tasca del tuo giubbotto di pelle e te ne portasti una alle labbra, pronta per accenderla, cosa che non accadde perché venisti fermata dalle urla che provenivano dal malfamato locale.

Puzzava sempre di pollo speziato lì e faceva un caldo bestiale, per non parlare delle lamentele che venivano udite anche da chi abitava a due isolati di distanza.

Era incomprensibile il loro cinese stretto e veloce, eppure ormai quella era diventata musica per le tue orecchie. Questione di abitudine.

Ti sdraiasti comodamente sullo scalino in marmo che precedeva un portone di una vecchia abitazione di fronte al ristorante.

L'estremo della tua sigaretta prese fuoco e ad ogni tiro vedevi lentamente consumarsi la scritta Marlboro.

Mettesti gli auricolari e sì, dovevi ammetterlo, ti sentivi in paradiso. Potevi tranquillamente fare tre ore di fila dormendo.

Ma forse oggi non era destino.

I rimproveri che il proprietario dava all'aiuto cuoco non erano ancora cessati, anzi, si erano moltiplicati e non lo avevi mai sentito così arrabbiato.

Certo, era di routine, perciò all'inizio poteva sembrare una cosa da nulla, mentre in realtà era ben altro, te ne accorgesti dal volume della sua voce che non era mai stato così alto.

Sentisti uno schioccare forte, come quello di una mano su una guancia e dopodiché si aprì di scatto la porta del retro, rivelandone un ragazzo alto dai capelli scuri che indossava un grembiule unto di salse.

Ti levasti di scatto le cuffiette e rivolgesti la tua attenzione al tipo in questione che ti osservava già da un po'.

“Vuoi un autografo, vero?” domandasti acida.

“Ehm...n-no” rispose abbassando lo sguardo, che veniva messo in soggezione da tuo, intimidatorio.

“Allora perché mi fissi?” continuasti a testa alta.

“P-perché...sei-” cercò di formulare una frase, ma la sua insicurezza ti aveva già stancata, così lo interrompesti.

“Com'è che sono?”

“B-bella...e intimidatoria” sussurrò col capo basso, il che ti portò ad alzarti ed andare verso di lui.

Prendesti il suo mento con una mano, costringendolo a guardarti negli occhi, cosa che lo fece arrossire e indietreggiare.

“Cosa c'è hai paura di me?” ridesti di gusto e notasti la targhetta sul suo grembiule.

Cristiano, si chiamava. Lo afferrasti per il colletto della camicia, portandolo ad un centimetro dal tuo viso.

Sarebbe stata veramente una bella giornata.

Immagina, Celebrities' one shots.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora