Immagina Marco Verratti

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Dedicato a marty_Cm8
Spero ti piaccia, un bacio!♥

Anche questa volta la tua migliore amica era riuscita a trascinarti in giro per l'Europa, con lo scopo di conoscere una delle sue squadre del cuore.

Il mese scorso eravate andate a Madrid, perché era una blancos fin da piccola.

Ora invece vi trovavate nella citta della Tour Eiffel, perché voleva coronare il suo sogno di incontrare i calciatori del Paris Saint-Germain.

Affiatata parisien conosceva a memoria tutta la città e sapeva perfettamente dove poteva incontrare i suoi idoli, dislocati strategicamente per il mondo, in modo da farvi fare un viaggio al mese.

Però ti toccava seguirla, in fondo era bello vederla con gli occhi luminosi ogni volta che qualche giocatore le concedeva una foto e se lei era felice, beh lo eri anche tu.

Aveva una cartina in mano da dieci minuti, quando all'improvviso, con un sorriso a trentadue denti, esclamò: “Perfetto! Ho trovato il Camp des Loges!”

La guardavi stranita, nonostante parlaste entrambe italiano difficilmente riuscivi a comprenderla.

“Cos'è il Camp des Loges!?” domandasti esasperata.

“Pff...è il centro di formazione del PSG” ti spiegò come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma non lo era, o almeno non per te.

Senza darti l'occasione di ribattere, fermò un taxi e ti intimò di entrarci.

Tirò fuori dalla sua borsa cinque maglie stropicciate, mentre l'autista la guardava dallo specchietto ridendo.

“Allora quale metto? Ibra, Thiago Silva, David Luiz, Di Maria, Verratti?” ti chiese indicandole una ad una.

“Ma non lo so scegli tu” poi guardando meglio il numero 6 “Verratti è italiano, giusto?”

“Certo, metti la sua maglia, almeno per rispetto eh” ti porse la maglietta blu, che indossasti solo per non farle fare storie.

Sapevi quanto poteva essere insopportabile e se andava in fissa con qualcosa, continuava per ore.

Però eri consapevole che non lo faceva con cattiveria, anzi, eravate come due sorelle e niente e nessuno poteva separarvi.

Arrivate a destinazione intrecciò la sua mano con la tua e vi dirigeste all'interno della grande struttura.

Ovunque c'erano cartelli come Rêvons plus grand”, “Ici c'est Paris” oppure “Paris est magique” e lei osservava tutto a bocca aperta.

Tu non ne capivi il motivo, ti limitavi solo a farle foto accanto ad ogni cosa che per lei avesse un senso o un valore.

Sentiste dei rumori provenire da uno dei corridoi e man mano ne uscirono dei ragazzi sudati, alcuni con la divisa dell'allenamento, altri in pantaloncini e canottiera e altri ancora addirittura solo con i pantaloncini.

Gli occhi verdi della tua migliore amica assunsero quel speciale bagliore che avevano solo quando era innamorata.

Ebbene sì, lei era innamorata del calcio e di ogni singolo calciatore.

Li abbracciò uno per uno e la guardavi soddisfatta, sembrava una bambina a cui regalavano il primo vestitino.

Dopo che ebbe stretto tutti si soffermò fra le braccia di un ragazzo riccio, altissimo rispetto a lei.

Chissà se poteva nascere qualcosa...

Nel frattempo due occhi azzurro oceano ti stavano scrutando e ti girasti imbarazzata.

“Ehm...scusa ti serve qualcosa?” domandasti gentilmente, mentre le tue guance andavano a fuoco.

Ti posò una mano sulla schiena, causando mille brividi, e tracciò con le dita il contorno del 6 sulla maglia che stavi indossando.

I suoi polpastrelli continuavano a scendere e si fermarono proprio sul sedere, rendendoti incandescente.

Cercasti con lo sguardo la bionda per chiederle aiuto, ma lei era ancora appiccicata al ragazzo di prima e quest'ultimo le baciava ripetutamente la fronte.

Il biondino che ti stava accarezzando la schiena ti attirò a lui e mise di fronte i vostri visi, così abbassasti lo sguardo.

Ti prese il mento con una mano, costringedoti a guardarlo negli occhi.

“Chi sei?” chiedesti desiderosa di sapere il suo nome, però ricevesti una leggera risata.

A te non erano mai andati a genio i ragazzi sfacciati, diretti e soprattutto quelli che si divertivano a farti restare sulle spine.

Così ti staccasti da lui di colpo e strattonasti per il braccio la tua amica, che era ancora attaccata al riccio e prontamente mugugnò: “Martina...”, per farti andare via.

La trascinasti lontana dal tipo in questione e facesti di tutto per farla tornare alla realtà. “Vogliamo andarcene!?”

“Ehm...sai stavo parlando con quella perfezione - ohw...volevo dire - con David Luiz e mi ha invitato a fare un giro per Parigi” ti disse con l'emozione a mille.

“Okay” sbottasti solo, ritrovandoti il ragazzo di prima tra i piedi.

“Vedo che Luiz ha fatto conquiste” sussurrò al tuo orecchio e potesti sentire perfettamente il suo accento italiano, precisamente abruzzese.

“Vorrei tanto anch'io portarti a conoscere la città, ma purtroppo ho un impegno, sarà per la prossima” continuò facendoti tremare le gambe.

“Non mi hai ancora detto il tuo nome...” gli facesti notare una volta che fu lontano, stava tornando nel corridoio da dove era venuto.

“Sono la persona di cui indossi la maglia” urlò facendoti un cenno di saluto con la mano.

Questa volta anche tu passasti le dita sulla tua maglietta...che aveva ancora il profumo di Marco Verratti.

Immagina, Celebrities' one shots.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora