Immagina Simone Zaza

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Dedicato a Onedirection_mydrug
Spero ti piaccia, un bacio!

Un consiglio: fate partire il video e poi iniziate a leggere, l'immagina è ispirato a quella canzone.

Ti staccasti da lui senza fiato, ma con un sorriso che ti incorniciava tutto il volto. "Ci vediamo domani?"

"Certo, ti chiamo." e abbandonasti il caldo abitacolo della sua macchina per percorrere il vialetto che portava a casa tua.

Suonasti un paio di volte al campanello ma, quando entrasti, l'entusiasmo che avevi poco prima sparì, di fronte alle facce severe e disgustate dei tuoi genitori. "Ti avevo detto parecchie volte la mia opinione su quel tipo. Non puoi vederlo più."

La voce gelida di tua madre arrivò dritta al cuore, come una pugnalata. Simone aveva solo qualche problema economico, però era un bravo ragazzo.

"Ma mamma..." provasti ad obbiettare.

"Non voglio 'se' né 'ma', fila in camera tua, ora." ti interruppe tuo padre, con un tono che lasciava davvero a desiderare.

"Non potete farmi questo e soprattutto non potete giudicarlo solo perché non veste di Armani e non beve Champagne. Dovete capire che non viviamo più nel Medioevo!" scagliasti le parole contro di loro con tutta la forza che avevi nel corpo.

"Come ti permetti a parlarci in questo modo!?" esclamò la donna che ti aveva messa al mondo, raggiungendo quasi l'acuto.

"Sapete che vi dico? Andate a fare in culo, entrambi." li provocasti soddisfatta, ottenendo però una reazione diversa da ciò che ti aspettavi.

"Va' dal tuo pezzente, ma non tornare più qui." e con un dito ti venne indicata la porta.

"Meglio dormire alla fermata degli autobus, che vivere con due persone di merda come voi." sputasti velenosa e a grandi passi completasti la tua uscita.

Una volta fuori il tuo cellulare prese a squillare, ma rabbrividisti quando il nome di Davide campeggiò sullo schermo. Ignorasti la chiamata, consapevole che non si sarebbe fatto problemi a parlarti di persona.

Avevate a lungo discusso sulla fine della vostra relazione, eppure non voleva proprio accettare che ormai il tuo cuore apparteneva a Simone.

Ti sedesti su una panchina vicina e iniziasti a comporre il numero del tuo ragazzo, senza successo e, nella solitudine della notte, la tua mente si fece sovrastare dai ricordi.

Ad esempio la prima notte che avevate fatto l'amore era stata fantastica, per quanto possibile: si era introdotto in una festa privata organizzata dalle tue amiche solo per vederti e sapere come stavi.

Quella sera avevi usato tanti bracciali per coprire i segni violacei che le strette di Davide ti avevano lasciato sui polsi. Appena capì cosa aveva combinato il tuo ex, baciò a poco a poco tutti i lividi.

Vi spogliaste lentamente e, in una delle stanze per gli ospiti, ti donasti completamente a lui. Da quel momento gli appartenesti e non vi eravate separati un attimo.

-

Provasti a contattarlo di nuovo, fin quando non rispose, abbastanza preoccupato da tutte quelle telefonate. Gli spiegasti la situazione e ti intimò di non muoverti di là perché sarebbe venuto a prenderti.

Dal cielo scese una goccia che cadde sulla tua mano, poi una seconda e poi un'altra ancora: stava iniziando a piovere.

Il rumore che provocavano dei passi si fece sempre più vicino ma, con grande sorpresa, nascosto sotto il cappuccio della felpa c'era Davide.

"C-cosa ci fai tu qui?" balbettasti impaurita.

"Ti riporto a casa, piccola puttana." e ti prese da un braccio, facendoti provare un dolore allucinante.

"In questo modo al massimo puoi chiamare tua madre." commentò una voce molto familiare, che vi constrinse a voltarvi dalla parte da cui proveniva.

"Senti, imitazione di un ladro, non ho voglia di discutere con te, quindi fammi il piacere di tornare nel cartone che usi come casa." lo ammonì, eppure l'altro non sentì ragioni e lo staccò da te, ti afferrò la mano e iniziò a correre.

Dopo averlo seminato eravate bagnati fradici e, mentre tremavi dal freddo, Simone fece partire una canzone dal cellulare che gli avevi regalato.

Intrecciò le vostre dita e ti avvicinò di più a sé, con la canzone di sottofondo che cullava i vostri movimenti.

"...Quando ti trova e minaccia alla fine hai capito che lui no, non scherza.

Ma se sotto la pioggia balliamo, sopravviveremo anche alla tempesta.

È così, anche col buio e i tuoni al nostro orizzonte, con tutti contro ma tu con me e io con te, come se fossimo scappati di casa..."

Il ritornello continuava a scorrere, con la differenza che voi avevate ripreso a camminare, diretti verso la sua macchina.

L'aveva parcheggiata in una piazzetta e, finalmente raggiunta, non esitaste ad entrarci.

Lui si allungò e prelevò una busta dai sedili posteriori, che ti mostrò: all'interno c'erano i risparmi di una vita.

Certo, avevi visto di meglio, ma nelle sue condizioni quella era una fortuna.

"Andiamo via di qua." sussurrò al tuo orecchio, appoggiandovi poco dopo le labbra.

"Dove andiamo?" chiedesti ansimante.

"Lontano. Non importa dove, ciò che conta è essere insieme a te." disse stringendoti forte. "Ti amo."

Per la prima volta quella frase uscì dalla sua bocca e non potevi esserne più felice. "Anch'io ti amo."

E vi mischiaste i respiri, le ossa e i cuori, diventaste un'unica anima quella notte, consapevoli che il giorno dopo sarebbe stato il primo della vostra nuova vita.

Immagina, Celebrities' one shots.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora