Arrivai a casa tutta infreddolita, con il culo che era diventato un ghiacciolo.
In casa non c'era nessuno e io mi presi tutto il tempo per farmi un bel bagno caldo. Impiegai più o meno mezz'ora in cui non feci altro che giocare con la schiuma.
La passeggiata con Kevin mi aveva messo addosso una strana sensazione, ma era una di quelle piacevoli, che vorresti sentire ogni giorno.
Uscii dal bagno con i capelli arrotolati in un asciugamano.
Presi il cappello di Bel-Visetto; me lo rigirai tra le mani era morbido e caldo, e sapeva di lui...un misto tra gel, cannella e shampoo alla vaniglia.
Lo misi nello zaino per ricordarmi di darglielo il giorno dopo.
Chiamai Elena su Skype, che mi rispose quasi subito.
<<Eccola qui la mia amica non-voglio-andare-a-New-York-perché-non-mi-diverterò.>> mi accolse con un tono piagnucolante.
Era sempre stata incline a queste entrate teatrali.
Dio se mi mancava!
<<Peccato...che il tuo sorriso dice tutto il contrario!>> continuò.
Abbassai all'istante gli angoli della bocca. Perché sorridevo?
<<Sono solo felice di vederti.>> mi giustificai, il che in effetti era vero:<<Allora...ci sono novità nel Vecchio Continente?>>
<<Le solite storie, Francesca è insopportabile come sempre ed è più troia del solito; pensa che l'altro giorno l'ho ritrovata a fare gli occhi dolci a Fabio...volevo strozzarla.>>
Osservai Elena mentre si arrabbiava sempre di più, dilungandosi nel racconto; questa volta era in camera sua: c'erano le luci soffuse e lei era tutta truccata ed elegante.
<<Cosa hai in mente di fare sta sera?>> la bloccai a metà della parola "bastarda"- riferita a Francesca-.
Il suo tono cambiò immediatamente:<<L'ho invitato a stare qui per la notte...sai i miei non ci sono...>> le si formò un sorrisetto.
<<Cosa?! E hai intenzione di...>>
<<No! O quanto meno non gli ho chiesto di venire qui con l'idea di fare sesso...>>
<<Ma se magicamente vi ritrovaste in mutande, tu gli diresti di no?>>
So che per la maggior parte delle persone farlo a 17 anni era troppo presto e io ero una di quelle, ma Elena aveva il chiodo fisso di perdere la verginità con una persona che amava prima dei 18; e dato che il suo compleanno era tra un mese, che loro sarebbero stati da soli e che ormai erano tre anni che quei due stavano insieme...da cosa nasce cosa.
Fece spallucce fingendo una faccia innocente, da puritana.
<<Ho comprato un completo nuovo, non si sa mai. E' di pizzo rosso.>> puntualizzò.
Ridacchiai all'idea della faccia di Fabio se l'avesse vista solo con reggiseno e mutande addosso.
<<Voglio sapere tutto poi, intesi?>> la avvisai.
Annuì.
<<E tu invece con il tuo grande amore?>> domandò sbattendo le ciglia.
<<Non. E'. Il. Mio. Grande. Amore.>>
<<Come vuoi tu.>>
<<In ogni caso lui è...>>
Sentii il suono del campanello nella casa di Elena. Lei sobbalzò diventando immediatamente nervosa.
Prese a sistemarsi i capelli, rimanendo seduta.
<<Non vai ad aprirgli...?>> risi.
<<Dici che dovrei?>>
<<Se sta sera vuoi fare quello che vuoi fare...direi di si.>>
<<Ok...vado. Fammi gli auguri.>>
<<Pregherò che lui lo metta...>> iniziai.
<<Taci non dire quello che stavi per pronunciare; non farlo mai più!>>
<<Ciao Elena salutami il...>>
La mia amica emise un verso di frustrazione chiudendo la chiamata, senza salutarmi.
Alzai gli occhi al cielo, non potevo credere a quello che sarebbe successo tra loro.
Mi stiracchiai, appoggiando il computer sul letto.
Mi avvicinai alla finestra e vidi che dei grossi fiocchi cadevano lenti, ricoprendo gli alberi e l'asfalto.
New York era stupenda.
Non volevo ammetterlo, ma avevo sempre desiderato andarci e ora ci vivevo! Ero stata troppo concentrata sul fatto che i miei non mi avessero detto nulla, per potermi accorgere che in fondo era un'opportunità straordinaria.
<<Devo parlarti!>> esordì una voce alle mie spalle.
Mi girai sbuffando. O grandioso! Ora Marco non bussava più nemmeno alla porta!
<<Vuoi sapere se Jackie è libera.>> lo anticipai.
Lo conoscevo troppo bene, era come se ci completassimo a vicenda.
<<No, mi dispiace la conosco da troppo poco tempo per poterle chiedere se ha un ragazzo. E poi sei abbastanza grande per farlo da solo no?>>
<<Ricordati che sono più piccolo di te di 6 minuti.>> fece il magoncino.
Scossi la testa tornando a guardare i palazzi fuori dalla finestra.
<<Ti prego, per favore! Ti prego, ti prego...>>
Cominciò a ripetere queste parole all'infinito andando in falsetto.
<<D'accordo!>> lo bloccai.
Odiavo quando faceva così, perché alla fine cedevo sempre per sfinimento.
Trotterellò tutto contento al mio fianco stampandomi un bacio sulla guancia.
<<Ti odio.>> lo informai.
<<Lo so.>>
Rimase per un attimo a guardarmi. Il suo sguardo si incupì.
<<Sembri più magra...tu non...?>>
<<No. Sto bene.>> lo liquidai.
STAI LEGGENDO
Ore 15.15...Esprimi un desiderio.
Teen Fiction"Quello che mi preoccupava veramente era come avrei fatto io a sopravvivere in un mondo completamente diverso da quello in cui ero abituata, con nuove persone che parlavano una lingua diversa dalla mia, timida e insicura com'ero. Il fatto era che po...