Era passato qualche giorno dalla cena e papà non la smetteva di parlare bene di Jackie, definendola la ragazza perfetta per Marco.
Cominciavo ad avere seriamente paura a portare, in un ipotetico futuro, un ragazzo in casa mia.
In ogni caso, a mio fratello non sembravano dare fastidio tutti quelli elogi e lui e Jackie, erano più uniti che mai; tanto da farmi decidere di uscire 10 minuti dopo Marco da casa, per non dover fare il terzo incomodo nel tragitto verso scuola.
Quella mattina ci sarebbe stata la prova generale del musical e tutti noi studenti, eravamo obbligati ad andare a partecipare come pubblico.
Avrei ascoltato per due ore la suadente voce di Tiffany. Non vedevo proprio l'ora!
<<Eccoti, finalmente! Avevo paura di arrivare in ritardo e di perdermi l'inizio del musical.>> mi disse Jackie portandosi una mano alla fronte con fare teatrale.
<<Non era mia intenzione farti prendere un simile spavento!>>
Aprii l'armadietto; stavo per mettere dentro il cappotto, quando mi svolazzò davanti al naso un pezzo di una pagina di quaderno.
Lo acchiappai al volo e mi misi a leggere.
"Terzultima fila. Ti devo parlare. Kevin"
Quanto odiavo quelle tre parole della seconda frase. Mi facevano andare sempre in ansia.
Jackie, che si era sporta sopra la mia spalla per leggere, squittì:<<Lui ti deve parlare!>>
Annuii distratta, mentre tutte le cose possibili ed inimmaginabili che potesse dirmi, mi affollavano la mente.
<<Tranquilla, non ti dirà nulla di brutto.>> mi rassicurò con lo stesso tono che si usa con una bambina di due anni che ha paura del vasino.
Prima di poter dire qualsiasi cosa, chiuse i due armadietti e prendendomi per un polso mi condusse verso il teatro della scuola, che si trovava vicino alla palestra.
Era abbastanza grande da poter contenere tutti gli studenti e una cinquantina di persone in più.
Quel posto sapeva di muffa e le poltroncine rosse sembravano pronte a polverizzarsi da un momento all'altro. Quel luogo non doveva essere usato molto spesso a giudicare dalle condizioni penose.
Jackie continuava a guardarsi intorno in cerca di Kevin, ma io l'avevo già visto.
Era in terzultima fila, come mi aveva scritto e, di fianco a lui, tutti i posti erano liberi.
<<Va da lui...>> mi incoraggiò.
I miei piedi cominciarono a muoversi verso Kevin.
Quando mi vide arrivare, mi sorrise e mi salutò con un cenno della mano. Mi sedetti accanto, mentre sentivo il mio stomaco contorcersi.
<<Ei.>> mi accolse.
<<Ei.>> feci di rimando.
<<Allora...che te ne pare del nostro "teatrino"?>> mi chiese, indicandomi con una mano il palco.
<<Puzza...>> dissi con fare schifato.
<<Non ti credevo così snob!>>
Non so né come né perché, con una mano spinsi la sua nuca verso la stoffa del sedile davanti, invitandolo ad annusare.
<<Ok, ok...Hai ragione.>> disse lui alzando le mani.
Staccai immediatamente il mio palmo dai suoi capelli, ficcandomelo in tasca. Ma che mi era preso? Sembravo una stupida.
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Ore 15.15...Esprimi un desiderio.
Teen Fiction"Quello che mi preoccupava veramente era come avrei fatto io a sopravvivere in un mondo completamente diverso da quello in cui ero abituata, con nuove persone che parlavano una lingua diversa dalla mia, timida e insicura com'ero. Il fatto era che po...