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Dire che quel mattino avevo il morale a terra era un eufemismo, probabilmente il morale non ce l'avevo proprio più.

Gironzolavo per casa come un'anima in pena, come se non mi ricordassi più come si facessero le cose basilari.

Non ero andata a scuola, ero troppo stanca. Dopo l'incubo di quella notte non ero riuscita più a riprendere sonno. Non mi ricordavo nemmeno cosa avessi sognato in realtà, sapevo solo che mi ero svegliata gridando.

Mi trascinai fino al frigorifero, dove mamma aveva lasciato qualcosa per me. Non che avessi fame, ma più che altro volevo dimostrare a non so bene chi di preciso, che ero guarita, che il cibo non mi spaventava più.

Aprii il frigo ritrovando un involucro di carta argentata. Lo scartai e dentro ci ritrovai dei panini al tonno.

Feci una smorfia; se c'era una cosa che odiavo era il pesce.

Li rimisi al loro posto e presi dei cracker dalla credenza. Mi costrinsi a mandarli giù.

Probabilmente Kevin sarebbe stato fiero di me in quel momento.

All'improvviso suonò il campanello.

Guardai l'ora; non poteva essere Marco dato che doveva stare a scuola fino alle quattro del pomeriggio.

Probabilmente era mia madre. Quel mattino era andata a fare delle commissioni a nord di Manhattan, forse si era stufata ed era tornata indietro.

Quando aprii la porta, mi venne l'impulso irrefrenabile di sbatterla in faccia a Tiffany.

Cosa diavolo ci faceva qui?!

<<Possiamo parlare?>> mi domandò.

<<Se vuoi insultarmi questo è il momento perfetto per farlo.>> dissi con tono piatto.

<<Ho saputo di Kevin.>> esordì:<<Mi dispiace tanto.>>

<<E sei venuta qui per dirmi questo?>> mi uscii una risata roca.

<<Voglio scusarmi.>>

Cosa voleva fare?! Davvero credeva che l'avrei ascoltata dopo tutto quello che mi aveva fatto?

La osservai per un attimo. Aveva il viso spento e sembrava distrutta. E a meno che non fosse un'impeccabile attrice, sembrava sincera.

<<Ma fai in fretta.>> sospirai, invitandola ad entrare con un cenno del capo.

Si diresse verso il divano e ci si appoggiò.

<<Non dovevo essere così cattiva con te. Non te lo meritavi.>> disse velocemente.

Non riuscii a trattenere il mio stupore.

<<Ma vedi, quando sei arrivata mi sono sentita minacciata.>> continuò.

<<Minacciata da me?>>

Non capivo proprio dove io avrei potuto rappresentare un pericolo per lei. Non ero brutta questo lo sapevo, ma nemmeno potevo essere ai suoi livelli, e poi non sapevo comportarmi come si addice ad una ragazza della mia età.

<<Non fare quella faccia incredula. Hai molte più qualità di quelle che immagini. E Kevin le aveva notate tutte.>>

C'era una lieve nota di fastidio nelle sue parole.

<<Ma se non sbaglio, sei tu che l'hai tradito.>> lo difesi.

<<Io non l'ho mai amato.>> disse dopo una lunga pausa:<<Non ero gelosa di lui come persona, ma del modo in cui ti guardava, come riusciva sempre a farsi sfuggire un sorriso quando parlava di te.>>

<<Allora perché hai fatto di tutto per farci litigare?>>

La mente contorta di quella ragazza mi sorprendeva sempre di più.

<<Perché se vi foste messi insieme, mi avresti rubato il mio ruolo. La mia popolarità. Nessuno avrebbe più pensato a me, se non come la ragazza mollata dal capitano di football. E sì, essere la "regina" indiscussa della scuola per me ha molta importanza.>>

Aspettai che andasse avanti a parlare.

<<Sai prima di conoscere Kevin, io ero quella lasciata da parte, quella esclusa da tutti. Ed è stato grazie a lui che ho preso fiducia in me stessa. Solo che poi ho esagerato, rendendo la vita impossibile a tutte quelle che si avvicinavano a lui.>>

<<Ne so qualcosa.>>

<<Solo che con te era diverso. Tu non eri uno dei suoi interessi passeggeri. Per lui significavi molto di più. E io ho avuto paura, di ritornare nell'ombra. Soprattutto dopo che lui mi sorprese a baciare il suo migliore amico.>>

Perché l'aveva raccontato proprio a me? Ora non potevo più avercela con lei.

Chissà come mai quando accade una disgrazia la gente tende a risolvere i conflitti.

<<E questo migliore amico ti piace?>> le chiesi.

Tiffany mi guardò interdetta. Quando capii che era tutto sistemato la sua bocca si aprii in un sorriso.

<<Eccome! Sono veramente felice solamente quando sono con Jace... noi due stiamo insieme, ma nessuno lo sa. Tu sei la prima a cui lo dico.>> mi disse con un lieve imbarazzo.

Sgranai gli occhi.

Mi sentivo sollevata in un certo senso, almeno ero sicura che lasciasse in pace me e Kevin. Ma se lui fosse morto, non sarebbe stato più tanto importante.

Le sorrisi tristemente.

<<Andrà tutto bene, vedrai.>>

Prima di poter capire cosa stesse facendo, ritrovai la mia faccia sommersa dai suoi capelli neri.

<<Grazie.>> farfugliai.

Tra tutte le cose meno probabili che potevano capitarmi, la prima era proprio quella di ritrovarmi abbracciata a Tiffany.

<<E comunque non so come faccia tu a preferire Louis a Niall...>> disse dopo un po'.

Mi allontanai da lei di scatto.

<<Ei... sono pur sempre una ragazza...>> mi disse leggermente offesa.

<<Cioè vorresti farmi credere che ti interessano gli One Direction?!>>

Lei annuì.

<<Il mondo è definitivamente impazzito.>> conclusi.

Ci lasciammo andare ad una risata e io mi sentii un pochino meglio.

Non sapevo perché proprio lei doveva essere quella che mi avrebbe tirato su il morale; nei miei filmini mentali avrei immaginato Jackie o Marco, ma mai lei.

<<Verrai a trovarlo?>> le chiesi.

<<Sarebbe inutile.>> disse alzando le spalle:<<Tanto avevamo litigato e fino a quando non si sveglia, non potrò chiedergli scusa.>>

"Se si sveglia." Pensai. Ma non dissi nulla.


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