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Quella sera in casa mia ci fu il finimondo, mio fratello si assicurò che io mangiassi la mia porzione di cibo, che io, diligentemente, lasciai praticamente tutta li nel piatto. Mettiamo le cose in chiaro, non è che da un giorno all'altro, si riescono a cambiare le cattive abitudini, ma ci stavo lavorando e una caduta ci poteva stare.
Ma ai miei non stava bene e ci ritrovammo dopo cena nel salotto a parlare di me.
Odiavo parlare di me, più di quanto odiassi sentire parlare gli altri di me.
<<Pulce, lo sai che potrai contare sempre su di noi vero?>> mi rassicurò mio padre.
Annuii pensando che odiavo farli preoccupare per me. Mia madre se ne stava seduta immobile, come se non sapesse bene cosa dire. Come se fosse una novità!
Dopo aver ascoltato Marco e mio papà, ebbi finalmente il permesso di salire in camera mia.
Presi il telefono e vidi un messaggio di Elena.
"L'abbiamo fatto. L'abbiamo fatto!!"
Mi misi a ridere. La mia migliore amica non era più vergine.
Abbassai le tapparelle, indossando il pigiama.
Ero esausta, ma stranamente mi sentivo invincibile. Era come se la consapevolezza del fatto che mi piacesse Kevin, mi facesse vedere tutto più facile; magari riuscivo persino a diventare una ragazza normale! No aspetta Anna, questo era totalmente impossibile.
Mi misi a letto con la musica nelle orecchie e un libro in mano, anche se nel giro di pochi secondi mi addormentai.

I giorni passavano e riuscivo sempre di più ad amalgamarmi con i miei compagni di scuola.
Ogni giorno mi ritrovavo con Jackie nel parco della scuola a pranzare e quando avevamo un po' di tempo libero nel pomeriggio uscivamo insieme. Avevo anche imparato a non badare alle frecciatine di Tiffany e a godermi l'amicizia con Kevin.
In certi momenti mi sembrava persino che lui flirtasse con me, ma in realtà non potevo esserne sicura, dato che era da un sacco di tempo che un ragazzo non si interessava a me. Quello che provavo per lui, mi spaventava sempre di più, perché se tutta quella storia non fosse andata a buon fine, ne sarei rimasta schiacciata. Ma avevo deciso di cercare di vivere solo nel presente e di non pensare sempre e solo al dopo.
<<Qualcuno ti ha mai detto che i tuoi occhi sono di tre colori diversi?>> mi domandò un giorno Kevin.
Avevamo entrambi un'ora buca e così ci eravamo ritrovati in biblioteca.
Alzai la testa dal mio compito di matematica e rimasi a guardarlo divertita.
<<Dico davvero! Sono sia verdi, che azzurri e hanno delle pagliuzze blu. Sono stupendi.>>
Feci una risata nervosa.
<<E tu hai notato tutto questo mentre svolgevo il quadrato di un binomio?>> chiesi guardandolo con finta comprensione.
<<Ovviamente no. Sembrerei uno stalker!>> rispose gettando la penna sul tavolo:<<Sono stati la prima cosa che ho notato di te.>>
Abbassai gli occhi arrossendo.
<<Sei bella quando arrossisci.>>
Per poco non soffocai. Doveva capire che non poteva farmi prendere certi colpi! Avevo una certa età ormai.
Rise tra se e se, guardando poi l'orologio.
<<Devo andare. Ciao Annie.>> mi salutò.
Ecco, faceva sempre così. Dopo che mi diceva qualcosa di carino, se ne andava.
Dio che nervoso!
<<Anna!!>>
Mi sentii chiamare a voce troppo alta per essere in un luogo dove il silenzio era una cosa sacra.

Ore 15.15...Esprimi un desiderio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora