Credetti di non aver capito bene.
<<La caduta deve averti fatto male...>> mi schernì ridacchiando:<< Ti va di fare un giro?>>
Eravamo fuori dalla scuola, io con in mano una barretta di cioccolato che Kevin mi aveva obbligato a mangiare, nonostante io non ne avessi nessuna voglia.
Il Signor. Smiller mi aveva lasciato andare a casa prima mentre Kevin...bé lui semplicemente era uscito da scuola e basta. L'idea che lui ora sapeva abbastanza cose di me e anche così personali, mi faceva sentire più vulnerabile con lui nei paraggi, ma a quanto pareva, non aveva intenzione di lasciarmi da sola per quel pomeriggio.
Non mi era certo dimenticata delle parole di Jackie, ma annuii, lasciando a metà la mia merenda, ficcandola nello zaino. L'avrei finita più tardi...forse.
Ci dirigemmo verso Central Park, il luogo per me più bello in assoluto.
<<Giusto per mettere le cose in chiaro...tuo fratello non ha fatto la spia, sono stato io che gli ho chiesto di parlare, quindi non avercela con lui per quello che mi ha detto.>>
Scossi la testa:<<Non sono arrabbiata.>>
Ed era vero. Non lo ero affatto. Quel pianto mi era stato d'aiuto e ora vedevo tutta la situazione con più chiarezza.
Il parco era completamente ricoperto da una soffice neve bianca, con cui i bambini assemblavano dei pupazzi.
La neve mi era sempre piaciuta, era candida e leggera, ma allo stesso tempo gelata e in certi casi persino letale.
Non resistetti alla tentazione, ne presi una manciata, la appallottolai per bene e la tirai addosso a Kevin.
Quando la neve gli andò contro, si fermò all'istante facendo uno strano movimento con le spalle, come per distenderle.
<<Chi è stato?>> chiese guardandosi intorno, per poi posare uno sguardo indagatore su di me.
Lo guardai con occhi innocenti.
Corse verso di me e mi buttò nella neve, cadendo però anche lui.
Era sopra di me e avrebbe potuto benissimo baciarmi e io desideravo tanto che lui mi baciasse! Le sue labbra erano così perfette. Mi sfiorò il viso con una mano e a me cominciò a mancare l'aria. Poi si alzò tirando su anche me.
Ma che cosa mi stava succedendo?!
Strinsi i pugni sentendo le unghie che si conficcavano nel palmo delle mani.
"Riprenditi!" mi dissi.
Ci sedemmo su una panchina e finii di mangiare.
Ok morivo di fame. Ma se poi sarei ingrassata? No, no, no. Non dovevo pensarci. E poi di certo non mi avrebbe fatto male un po' di cioccolato dopo praticamente due settimane di digiuno. Giusto?
Dopo che gli zuccheri cominciarono a fare effetto, io cominciai a sentirmi meglio.
<<Hai una sigaretta?>> gli chiesi ad un certo punto.
Non mi definivo una fumatrice, ma in certi casi mi piaceva vedere il fumo che usciva dalla mia bocca, era un po' come se i pensieri che avevo dentro di me se ne andassero via almeno per un po'.
<<Io non fumo.>> mi rispose:<<E non capisco come la gente possa farlo. É una dipendenza e come tale é dannosa sia per te che per gli altri.>> continuò con tono brusco.
<<Ok... Ho capito che non ne hai una. Ma non ti scaldare.>> ribattei sulla difensiva.
<<Scusa.>>
<<Non fa nulla.>>
Rimanemmo per un po' in un silenzio imbarazzante. Dove io giochicchiavo con la cerniera del mio cappotto.
<<Andiamo a pattinare?>> saltò su Kevin ad una n certo punto.
<<Io non so pattinare.>>
<<Vieni ti piacerà e poi puoi sempre attaccarti a me se vuoi. >> mi disse senza lasciarmi una scelta.
Mi prese per un braccio trascinandomi verso la pista da ghiaccio.
Noleggiamo due paia di pattini e li indossammo. Tentai di alzarmi e per poco non finii con la faccia a terra.
Non volevo morire, non volevo morire. Mi aggrappai titubante alla ringhiera, trascinandomi verso il ghiaccio.
<<Sei pronta?>> mi chiese Kevin porgendo i la sua mano.
Feci cenno di si con la testa con poca convinzione.
Kevin appoggiò il pattino sulla lastra lucida, senza avere una minima esitazione nello riuscire a stare in equilibrio. Afferrai la sua mano, cercando di fingermi sicura su quei così instabili, sperando che il cielo me la mandasse buona.
Cominciai a far strisciare la lama sul ghiaccio un piede alla volta e, modestamente, non ero niente male. Ad un certo punto Kevin mi lasciò andare e pattinammo e no di fianco all'altra...bé, ad essere sinceri ero io che cercavo dì stargli dietro mentre lui andava ad una velocità assurda; sembrava fluttuare sui pattini, come se tutto il giorno non facesse altro.
E non sembrava soffrire il freddo. Al contrario di me che stavo per trasformarmi in un ghiacciolo. Quando si accorse che stavo tremando, rallentò tirandomi fino alla panchina e ci togliemmo quegli aggeggi infernali.
<<Ti ho appena fatto vedere come la maggior parte dei ragazzi si diverte qui in inverno.>> mi informó con una specie di piccolo inchino.
<<Dove hai imparato a pattinare così bene?>> gli chiesi mentre cercavo di scaldarmi le mani strofinandole una con l'altra.
<<Una volta facevo hockey su ghiaccio. Ero abbastanza bravino a dir la verità.>> mi rispose con il suo solito sorrisetto.
Mi misi a ridere, affondando il mento nella sciarpa di lana.
All'improvviso mi prese le mani tra le sue e ci soffiò sopra per scaldarle.
Al tocco delle sue mani sentii che il cuore rallentava per poi cominciare a battere così forte che quasi mi venne paura che lui avesse potuto sentirne il suono.
Non riuscivo a guardarlo negli occhi. In realtà succedeva con tutte le persone, ma con lui ora era diverso. Non lo facevo per timidezza o per imbarazzo, ma perché se l'avessi fatto non sarei più riuscita a distogliere lo sguardo dal suo.
<<Non devi farti del male.>> mi disse mentre sbuffava sui miei palmi:<<Tu vali molto più di quello che ti hanno fatto passare.>>
Dio non ci potevo credere. Era la prima volta che diceva qualcosa senza sorridere. Quindi era sincero, no?
<<Grazie.>> balbettai.
Fermi tutti! Guance rosse, battito accelerato, creazione di filmini mentali...o porca vacca! Mi ero innamorata. Ero innamorata di Kevin Tompson.
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Ore 15.15...Esprimi un desiderio.
Teen Fiction"Quello che mi preoccupava veramente era come avrei fatto io a sopravvivere in un mondo completamente diverso da quello in cui ero abituata, con nuove persone che parlavano una lingua diversa dalla mia, timida e insicura com'ero. Il fatto era che po...