Jessica

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Uscì dall'ospedale il più velocemento possibile. Una volta arrivata nel parcheggio cercai di ricordare la strada per tornare a casa prima del risveglio di mia madre.
Dopo una decina di minuti riuscì ad arrivare a casa ancora in tempo.
Presi le chiavi di riserva che mia madre teneva sotto lo zerbino di casa con la scritta "welcome", e nel modo piú silenzioso possibile entrai.

Una volta arrivata in camera mia mi spogliai e decisi di dormire così come ero, tanto fra non molto sarebbe suonata la sveglia.

Fu proprio così, alle sette in punto sentii la mia canzone preferita rimbombare nella stanza, mi alzai e disattivai la sveglia.

Non ci volle molto per sentire mia madre dal piano di sotto urlarmi:

"Alzati Jess è tardi devi andare a scuola". Sapevo di dover essere costretta ad andare tutti i giorni a scuola e, in più, c'era già la sveglia a ricordarmelo.

Dopo qualche minuto mi costrinsi ad alzarmi, scesi al piano di sotto dove la trovai intenta a preparmi la colazione. La guardai piegando la testa di lato.

Mia madre era già pronta alle 7:00 del mattino; sembrava essere uscita da un centro estetico. Al contrario di me era perfetta già di prima mattina e non doveva andare neanche da nessuna parte.

Indossava un vestito nero, che comprò qualche settimana fa.
Io invece, essendo sempre il suo perfetto opposto, avevo le occhiaie sotto gli occhi che non sarebbero andate via facilemente, neanche con un intero barattolino di correttore, i capelli arruffati e indossavo solo un reggiseno e un paio di pantaloncini, lo so ero impresentabile e questo a mia madre non andava a genio.

Un Perfetto SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora