Jessica

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Dopo una ventina di minuti trascorsi in macchina vidi un'insegna stradale con il nome del ristorante.
Finalmente eravamo arrivati.
Scendendo dalla macchina mi guardai intorno, era un bellissimo locale con un giardino immenso.
Era bianco con delle decorazioni e dei grandi vasi illuminati con all'interno delle piante.
C'era parecchia gente, questo voleva dire che avremmo mangiato tardi.
Il mio stomaco non reggeva più, mi avvicinai a Logan e glielo sussurrai all'orecchio imbarazzata.
Fece una risatina e prese la mia mano incrociandola con la sua.
Saremmo stati una bella coppia, peccato che non lo fossimo.
Nella sala arredata in stile moderno c'erano persone che parlavano, ridevano e scherzavano.
Bambini che tiravano il cibo facendo arrabbiare i propri genitori.
Il cameriere in giacca e cravatta ci fece cenno di seguirlo.
Ci accompagnò in un tavolo isolato, con una tovaglia bianca che scendeva fino al pavimento e una candela che creava atmosfera posta al centro del tavolo.
"Eccoci arrivati, questo é il vostro tavolo, buona continuazione"
Ringraziammo il cameriere e ci sedemmo.
"Bel posto no? "
" Sì, è bellissimo"
Dopo qualche minuto arrivò il cameriere che ci passò i  menù.
C'erano tante cose buone, non sapevo cosa prendere. Ero indecisa e concentrata sul menù. Dopo un pò alzai la testa  e guardai Logan che sorrise prendendomi in giro. Sapeva benissimo che nella mia testa stavo organizzando una lista di pro e contro per scegliere la portata perfetta; a volte questo suo conoscermi troppo bene mi spaventava. Alla fine decisi di ordinare un Sunday Roast. Dopo svariati minuti arrivano le nostre ordinazioni.
La serata proseguì così, parlando del più e del meno e mangiando.
Arrivati al dolce, Logan prese dalla tasca uno scatolino rivestito di cuoio.
"Questa è la tua sopresa" affermò deciso.
Cosa?...
"Jessica non sono un tipo molto romantico, dato che non sono mai stato insieme ad una ragazza in vita mia, ma questo penso propio  che ti piacerà e potrà calmare ogni tuo dubbio sui miei sentimenti nei tuoi confronti; vuoi essere la mia fidanzata?" Disse, aprendo la scatolina lentamente e suscitando in me ancora più ansia. Ecco, in quel momento sì che eravamo qualcosa, dipendeva solo da me, la nostra storia stava diventando reale e dipendeva soltanto da una mia risposta da un mio sì o da un mio no.
La risposta era ovvia, non poteva essere diversa.
" Sì" Risposi più a me stessa che a lui
"Sì? " disse in tono incerto.
" Sì, non è questo quello che vuoi"?
"Certo, è questo che voglio, ma tu lo vuoi?"
"Sì certo che lo voglio"Affermai decisa.

Un Perfetto SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora