Non Guardare Nei Miei Occhi Pieni Di Tristezza (In Revisione)

Capitolo 1

Un suono assordante interruppe il mio sonno. Mi rifiutai di aprire gli occhi, ma quel suono non mi diede proprio pace. Aprii lentamente gli occhi e sospirando mi misi a sedere. Spensi la mia odiosa sveglia e mi diedi un'occhiata attorno. La mia camera era un disastro come al solito. Vestiti sparsi ovunque, libri aperti sulla scrivania e per terra. Fogli di carta appallotolati e lanciati ovunque. Mi alzai dal letto e andai verso la scrivania. Mi siedetti e guardai il pc rimasto acceso tutta la notte. Riuscii a dormire solo un paio d'ore. Prima di riuscire a dormire appuntai tutti i sogni strani dell'ultimo periodo. Bambini davanti a mille fogli. Bambini che corrono con degli strani aggeggi in testa. Tutto molto strano. Guardai l'orologio e notai che erano le 6:30. Andai verso l'armadio e tirai fuori un vestitino azzurro che usavo per andare a scuola. Lo indossai insieme a delle calze grigie che arrivavano fin sopra il ginocchio e delle scarpe di tela bianche. Uscii di casa avvolta nel mio cappotto grigio e nella mia calda sciarpa blu con lo zaino in spalla.

Era una di quelle mattine autunnali in cui, il vento soffia, e ti sfiora la pelle facendoti venire i brividi alla schiena, e l'odore di terra bagnata dalla pioggia della sera prima ti fa sentire bene. Arrivata e scuola e mi appoggiai al solito muretto. Non c'era ancora nessuno. Io ero sempre la prima ad arrivare, al contrario dei miei migliori amici che arrivavano sempre all'ultimo minuto, esattamente prima dell'arrivo dei prof. Erano le sette e quarantacinque, e giá nel cortile della scuola i pochi ragazzi ancora assonnati creavano mormorii su mormorii. Io ero persa nei miei pensieri quando da lontano vidi due ragazzi, e una ragazza. Stavano correndo, e io li riconobbi subito. Erano i miei migliori amici. Elisa, la mia migliore amica, era poco più bassa di me, gli occhi color cacao, i capelli castani e la pelle chiara. Alessandro era sia il mio migliore amico, che il migliore amico di Elisa. Era più alto di me, la pelle olivastra, gli occhi e i capelli color cioccalato. Simone, invece era il migliore amico di Alessandro. Aveva la pelle chiara, gli occhi castani, e i capelli biondo cenere. Erano i miei migliori amici dalle medie. Io ed Elisa diventammo migliori amiche solo grazie a uno stupido banco e a una nostra compagna. Invece io ed Alessandro, iniziammo a conoscerci meglio, a confidarci i segreti, e un giorno io e lui dicemmo "amici per sempre". Invece Simone, stava con noi solo perchè Alessandro è il suo mogliore amico. I tre ragazzi varcarono la soglia della scuola correndo verso di me. <Serenaaaaa!> urlò Elisa tutta sorridente. La guardai ma non dissi niente. <Oggi è il grande giorno!> urlò Alessandro mentre mi prense per mano facendomi ruotare su me stessa. <Grande giorno?> dissi io cercando di non cadere.
<Scommetto che te lo sei scordato!> disse Simone dandomi una pacca sulla spalla. <Mi avete beccata!> risposi sorridendo. <Oggi arrivano gli studenti dall'Inghilterra. E alla seconda ora la professoressa Scandurra ci accompagna all'aereoporto.> disse Elisa facendo un salto. <E magari saranno anche carine le ragazze che arriveranno!> esclamò Simone. Tutti scoppiammo a ridere. Appena smettemmo di ridere dissi:<Non scordarti che hai solo quindici anni e mezzo.> Simone mi guardò e disse:<Si, ma questo non mi obbliga a rinunciare alla ragazza.> Alessandro si mise a ridere e disse:<Mi chiedo ancora che droghe usiamo...> Scoppiammo di nuovo tutti a ridere. Poco dopo aver smesso di ridere i miei amici iniziarono a fantasticare sui ragazzi che sarebbero arrivati qualche ora dopo. Io non feci quasi per niente caso a loro. Li sentivo che parlavano, ma erocompletamente immersa in altri pensieri. Più volte Elisa mi tirò una gomitata per riportarmi a loro, ma puntualmente continuavo a ritornare ai miei pensieri.
Poco dopo suonò la campanella e circondata dai tre ragazzi entusiasti entrai in classe.