La vendetta di Salvo

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Ovviamente non poteva mai mancare Salvo. Salvo era lì appoggiato ad un albero insieme al suo amico Valerio. Appena li vidi dissi sussurrando a Minho:"Cambiamo direzione muoviti." Minho disse:"Perchè?" Io allora dissi:"Tu fallo e basta!" Quando stavamo per cambiare direzione Salvo mi chiamò e io fui costretta ad avvicinarmi. "Ehy chi è quello?" Io abbassando lo sguardo e poi rialzandolo dissi:"Quel tizio a cui prima ho tirato un pugno sul naso perchè mi aveva baciato." Mi guardò e poi scoppiò a ridere. Quando lo vidi ridere lo invidiai per la risata. Salvo disse:"Bè siccome prima mi hai tirato un pugno sul naso ho deciso di vendicarmi!" Io lo guardai confuso, ma Minho improvvisamente disse:"Wowowo... non ti azzardare a toccarla. Non puoi picchiarla è una ragazza e poi non è colpa sua se tu prima l'hai baciata. E comunque se la vuoi picchiare dovrei passare sopra il mio cadavere." Io rimasi ancora più sbigottita di prima. Quando però sentii:"Ok va bene picchieremo anche te se è questo quello che vuoi." A quelle parole scattò in me qualcosa. Improvvisamente dissi:"wowowo...quì nessuno picchia nessuno chiaro?" Tutti mi guardarono e io avrei voluto sprofondare. Poi Salvo fece un cenno a Valerio che si scrocciò le mani, io rabbrividii, ma poi Salvo disse "Chi è il primo?" Minho lo guardò e stette con i piedi ben piantati per terra e attento anche al minimo movimento. Valerio improvvisamente tirò un pugno, ma Minho lo schivò. Salvo si avvicinò a me dicendo:"Vieni non ti faccio niente!" Quelle parole mi provocarono dei brividi così cominciai a indietreggiare fino a quando non mi trovai con la schiena appoggiata a un albero. Salvo si avvicinò sempre di più fino a quando non mi tirò un calcio nello stinco. Mi accasciai a terra per il dolore poi andò verso Minho e gli piegò il braccio destro fino a romperglielo. Poi andarono via lasciandoci accasciati a terra tutti e due. Quando se ne andarono Minho si tirò su con una smorfia di dolore provocato da tutti i colpi che aveva ricevuto, si avvicinò a me e mi disse:"Dai su alzati andiamo a casa e poi in ospedale." Lo guardai con le lacrime agli occhi e gli dissi:"Non ce la faccio mi fa malissimo la gamba." Lui mi guardò e poi diede un pugno all'albero a cui ero appoggiata. "Scusa, mi dispiace." Mormorai guardandolo sempre con le lacrime agli occhi. Lui mi tese la mano sinistra e mi aiutò ad alzarmi. Poi si mise il mio braccio sopra le spalle e mi aiutò a tornare a casa. Arrivati alle scale di casa mi disse:"Chiama Newt!" "Ai suoi ordini capitano!" Risposi per sdrammatizzare, anche se il mio tentativo risultò invano. Presi il telefono senza dire niente e chiamai Newt. Gli dissi:"Newt per favore scendi!" Dopo riattacai. Lui si affacciò e disse:"Che vi è successo?" poi senza neanche avere risposta scese e mi prese in braccio e mi portò su. Mi fece distendere sul divano dove era seduta Elisa che scattó all'impiedi e andò da Minho a fargli il quarto grado. Poi io dissi a voce alta:"È stato Salvo. Minho ha il braccio destro rotto invece a me mi fa male lo stinco." Dopo quelle parole gemetti dal dolore e allora Newt disse:"No. Minho ha il braccio rotto però Serena tu non hai solo dolore, hai la gamba rotta, dobbiamo andare subito in ospedale." Io lo guardai e mi meravigliai di tutta la preoccupazione che aveva usato nel dire qualla cosa.

Non Guardare Nei Miei Occhi Pieni Di Tristezza (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora