Entrammo in classe bisbigliando. Eravamo seduti nei banchi a due, uno dietro l'altro. I miei amici erano troppo emozionati per concertrarsi sulla lezione di matematica. La matematica per me è peggio dell'arabo, quindi passai il mio tempo a ripensare ai miei strani sogni. I miei amici aspettarono con ansia che la campanella suonasse. <Tutto ok? > mi chiese Elisa sussurrando. Annuii senza guardarla. Schiusi le labbra pensando se raccontarle o meno dei miei sogni. Nell'esatto momento in cui io mi girai verso di lei il professore ci richiamò. Quasi saltai in aria dallo spavento. <Signorine, state seguendo la lezione?> <Assolutamente si, prof.> rispose Elisa sicura di sé. Io spostai il mio sguardo da lei al professore e annuii. Il professore tornò quindi a spiegare. <Oh che rompipalle.> si lamentò Elisa sollevando gli occhi al cielo. Alessandro sorrise e voltandosi verso di noi disse:<Non vedo l'ora che suoni la campanella.> Io lo guardai e sorrisi. Elisa, Alessandro e Simone continuarono a parlare ed io annuii facendo finta di ascoltare.
Improvvisamente la campanella suonò e con dei sorrisi che arrivavano fino alle orecchie i miei amici si alzarono prendendo le loro cose e corsero verso l'ingresso della scuola. Cercai di tenere il loro passo, ma quasi li persi per quanto correvano veloce. Scendendo le scale corremmo il pericolo di cadere tutti e quattro. Dopo aver sceso le scale e svoltato l'angolo finalmente raggiungemmo la professoressa Scandurra, che si era offerta di accompagnarci. Salimmo sul pulluman che ci avrebbe condotti all'aeroporto. Eravamo seduti tutti in silenzio, io guardai il paesaggio fuori dal finestrino che scorreva come un fiume. Ero assorta nei miei pensieri, e non mi accorsi che i miei amici mi guardavano in silenzio. Iniziarono a chiamarmi sussurrando il mio nome:<Serena? Serena?> Appena me ne resi conto mi girai verso di loro e chiesi:<Si? Che c'è?> in quel momento mi sentii come se mi avessero appena svegliato mentre facevo un sogno fantastico. Non so perchè, ma avrei voluto piangere, sentivo il bisogno di sfogarmi. Probabilmente perchè non dormivo da qualche settimana a causa di questi maledettissimi sogni. Non parlammo più per tutto il viaggio.Arrivammo all'aeroporto. I miei amici iniziarono a saltare dalla gioia. Io ed Elisa eravamo sedute ad un tavolino del bar, e nel frattempo stavamo sorseggiando un cappuccino, Alessandro e Simone invece erano andati insieme alla professoressa ad informarsi per sapere quando sarebbe atterrato il volo da Londra. <Speriamo che Julie, Samantha, Minho e Newt siano simpatici...> sussurrò Elisa guardandosi attorno. <Speriamo, non penso che riuscirei a sopportare dei ragazzi e delle ragazze inglesi che si mettono a blaterare su quanto faccia schifo la scuola...> risposi io distratta. Alessandro e Simone tornarono, e si sieddettero accanto a noi. Tutti rimanemmo zitti. Io guardai la mia tazza, Elisa mi osservò, e Ale e Simo si guardarono attorno. Ad un certo punto mi accorsi che anche Alessandro e Simone avevano iniziato a fissarmi. <Ma la prof?> chiesi sperando che smettessero di fissarmi. Alessandro scosse la testa e rispose:<Ha incontrato un suo vecchio amico ed è rimasta a parlare con lui.> ritornò a crearsi quell'imbarazzante silenzio. Dopo poco tempo notai che tutti mi fissarono di nuovo. <Non fissatemi, è imbarazzante e odioso...> sussurrai. Tutti smisero di guardarmi, e dopo un po Elisa disse:<Sai, prima ne abbiamo parlato, e secondo noi sei un po... strana in questo periodo.> Anche sta volta ero sull'orlo di piangere, ma stavolta non riescii a reggere. . Presi il mio zaino e scappai in bagno. Mi assicurai che non ci fosse nessuno ed iniziai a piangere. Dopo circa due minuti qualcuno bussò alla porta. Subito capii che era Elisa così mi sciacquai la faccia e poi aprii la porta. Elisa mi guardò e poi disse:<Vuoi stare sola?> scossi la testa ed abbassai lo sguardo. <È tutto okay?> mi chiese poggiandomi le mani sulle spalle. Riflettei un attimo su cosa dire. Poi cercando di sorridere risposi:<Si, è solo che mi è entrato un granello di polvere...> Era il vizio più brutto che potessi avere. Tutte le volte che piangevo e lei mi vedeva rispondevo sempre che mi era entrato un granello di polvere nell'occhio, ma lei sa che io mentivo. Elisa sorrise e mi abbracciò. Scoppiammo a ridere.
Prima di tornare dai ragazzi Elisa cercò di aggiustare il trucco per evitare che si capisse che io avessi pianto. Subito dopo ritornammo al tavolo dove erano seduti i nostri amici.
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Non Guardare Nei Miei Occhi Pieni Di Tristezza (In Revisione)
FanficUna ragazza liceale di nome Serena insieme ai suoi migliori amici Elisa, Alessandro e Simone accolgono 4 studenti dall'inghilterra. Elisa e Serena si innamoreranno dei 2 studenti dell'inghilterra. Ma le due ragazze inglesi impediranno l' amore che...