Passato un mese

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Passò un mese da quando arrivarono Newt, Minho, Samantha e Julie. Accompagnammo Samantha e Julie all'aereoporto. Io e quelle ragazze non avevamo per niete stretto amicizia. Quando le ragazze partirono rimanemmo ad aspettare il volo di Simone che sarebbe andato dai suoi genitori per motivi di famiglia. Dopo essersi imbarcato anche simone andammo via. Minho sorrideva ed aveva il braccio che circondava le spalle di Elisa. Sembravano una coppietta felice a tutti gli effetti. Lo stesso sembravamo io e Newt. L'unica cosa che non riuscì a fare fu fare la pace con Alessandro e dicendogli che quelle cose no le pensavo davvero. Salimmo in macchina. "Sapete oggi che giorno è?" Disse Newt sorridendo io scossi la testa confusa e poi disse:"Tra un ora vi toglierete il gesso!" Io lo guardai senza dire una parola. Non avendo risposta Newt si preoccupò e disse:"Non dirmi che ti sei affezzionata al gesso!?" Io lo guardai con la cosa dell'occhio dicendo:"No, scemo e che...non lo so mi fa uno strano effetto stare con te e Minho senza Samantha e Julie. Però sono un pò contenta che loro se ne siano andate." Lui mi guardò e sorrise. Mi girai e abbassai lo sguardo. Piombò il silenzio nella macchina. Lo stavo quasi odiando quel silenzio, volevo spezzarlo in qualche modo ma non sapevo come. Alzai lo sguardo e notai Newt che mi guardava insieme ad Elisa e Minho. "Uffa di nuovo perchè mi guardate sempre, mi date fastidio, non sono un aliena o almeno non credo!" Dissi con tono secco incrociado le braccia e accavallando le gambe. Elisa guardò Newt in cerca di aiuto. "Ehm... sai Serena stamattina presto è venuto Salvo che ti cercava diceva di volerti dare una cosa, però non ha detto cosa. L'unica cosa che ha lasciato è questo biglietto" Mi porse quel pezzo di carta stropicciato che iniziai a leggere senza dire niente.
Il biglietto diceva:
Cara Serena
Vediamoci alle 3 in punto al parco, ti devo dare una cosa. Ti chiedo però di venire da sola. Spero verrai ci vediamo più tardi.

Ero indecisa se andare o no, poi però decisi di andare. Prima però avrei dovuto togliermi il gesso. Così andai in ospedale. Aspettammo un pò poi fecero entrare sia me che Minho nella stessa stanza. A Minho dissero:"Si tolga la maglietta per favore!" Invece a me dissero:"Si alzi la gonna sopra il ginocchio." A quelle parole rimasi sioccata, guardai Minho che ebbe la mia stessa reazione e poi dissi:"Scusi non potremmo stare in stanza separate?" I dottori scossero la testa. Allora mi girai verso Minho e lo guardai, poi scosse le spalle e si sedette. Continuai a fissarlo, stava per togliersi la maglietta quando disse:"Scusa gamba rotta, capisco che sono bello, ma esiste la praivacy. Quindi, girati." Alzai le mani come in segno di arresa e dissi:"Allora per prima cosa non chiamarmi gamba rotta seconda cosa non sei così bello è più bello Newt e terza cosa e come se fossi a mare caspio terza cosa non è che mi perdo tutta sta bellezza se mi giro....comunque siccome non voglio che mi guardi mi giro." Mi girai e mi sedei dando le spalle a Minho. I dottori proseguirono, e ci tolsero il gesso. Uscimmo dall'ospedale, Minho aveva un sorriso immenso stampato in faccia, abbracciava Elisa, mentre io tenevo la mano di Newt. Andammo verso casa. Arrivammo a casa. Erano le due e mezza così decisi di farmi una doccia, vestirmi più comoda e poi andare.

Non Guardare Nei Miei Occhi Pieni Di Tristezza (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora