Capitolo 3

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Dopo quindici minuti uscimmo dal bagno ridendo. Andammo verso il tavolino del bar dove eravamo sedute, però non trovammo nessuno così cercai il cellulare e chiamai Alessandro mentre Elisa chiamò Simone. <Pronto?> rispose Alessandro distratto. <Dove siete? Io e Lisa vi stiamo cercando.> <Oh si, mentre voi eravate in bagno hanno detto che il volo è in fase di atterraggio e quindi ci siamo avvicinati alle porte.> rispose Alessandro. <Va bene. Non vi muovete stiamo arrivando> dissi mentre feci segnale ad Elisa di seguirmi. Riattaccai qualche secondo dopo ed iniziai a camminare verso le porte dell'arrivo. <Era da tanto che non mi chiamavi Lisa.> disse lei seguendomi. Alzai le spalle ma non risposi. <Come mai proprio oggi?> chiese tenendo il mio passo. Senza neanche farci caso aumentai il passo e poi chiesi:<Che cosa?> <Perché proprio oggi "Lisa"?> <Non lo so non ci ho neanche fatto caso> risposi. Sapeva che quando la chiamavo in quel modo volevo dirle qualche cosa. Io e lei avevamo sempre avuto un rapporto diverso da tutti gli altri. Non eravamo quel genere di amiche che si raccontano sempre tutto, che aprono così facilmente il loro cuore. Nonostante sapevamo sempre quello che ci passava per la testa a vicenda non ne parlavamo spesso. <Quando vuoi parlare sono qui.> disse. Non risposi.

Dopo qualche minuto li vedemmo davanti le porte degli arrivi. Ci avvicinammo e chiedemmo:<Novità?> <Arriveranno da un momento all'altro.> rispose Simone. <Professoressa, ma quindi staranno per un mese da noi?> chiese Elisa. La professoressa di voltò verso Elisa e rispose:<Non sono molto informata in quanto questo progetto non è stato organizzato da me, ma a quanto ne so ancora la data di ritorno si deve definire.> Elisa sorrise ed annuì. <Comunque ragazzi iniziatevi a mettere tutti in riga. Voglio controllare che siate tutti presentabili.> Disse la professoressa. Subito ci sistemammo uno accanto all'altro. La prof ci scrutò uno ad uno. Dopo poco tempo vedemmo che stava iniziando ad uscire gente dalle porte. Così prendemmo i cartelli con i nomi e i cognomi dei nostri "futuri amici". La professoressa ci controllò velocemente per l'ultima volta, poi si spostò dietro di noi. Dopo che la maggior parte della gente era uscita un gruppo di quattro ragazzi si avvicinò a noi. Il primo ragazzo che si avvicinò aveva i lineamenti asiatici. Era poco più alto di Alessandro, gli occhi erano castani e i capelli corvini. Il secondo ragazzo era qualche centimetro più basso del primo. Aveva i capelli biondi cenere e gli occhi color nocciola. Il ragazzo asiatico appena fu abbastanza vicino ci porse la mano e disse:<Hello, my name's Minho and he's Newt.> Stingemmo la mano di Minho sorridendo mentre il ragazzo biondo fece l'accenno di un saluto chinando la testa. Lo stesso fecero le due ragazze dicendo:<Hi, my name's Julie, she's Samantha!> Julie era alta quanto me. Aveva i capelli biondi e gli occhi verdi. Samantha invece era alta quanto Elisa, ed aveva i capelli rossi, e gli occhi grigio ghiaccio. Li guardai uno per uno. Sembravano tutti molto carini e simpatici. Io ed Elisa ci presentammo dicendo:<Hello, my name's Serena and she's Elisa.> I ragazzi si salutarono con un pugno e dissero:<Hi, my name's Alessandro.> Simone invece si presentò dicendo:<Ciao io sono Simone e non so una parola d'inglese!> Sorrise, e gli inglesi sembrarono capire poiché sorrisero. <Ragazzi vi aspetto sul pullumino.> ci interruppe la professoressa. Tutti annuimmo e la guardammo allontanarsi. Ritornai a guardare i ragazzi e chiesi:<Do you understand the italian?> Minho rispose:<Yes, but we don't speak italian very well!> Sorrisi e chiesi:<Preferite che parli italiano o inglese?> <Italiano, per favore.> rispose Samantha. Alessandro così disse:<All right! You're here to lern, and we're Happy to be able to help you.> I ragazzi sorrisero, mentre le ragazze si scambiarono un'occhiata e la ragazza dai capelli rossi disse:<Il vostro inglese così imperfetto mi fa venire il mal di testa.> Smisi di sorridere e feci una smorfia e dissi:<Anche il tuo italiano mi fa venire il mal di testa, eppure non sembra che io te lo faccia notare.> <Shut up Samantha! Ti prego scusala...> disse Newt guardandomi. Ci guardammo per qualche secondo senza fiatare fino a quando Elisa non mi tirò una gomitata. <Forse è il momento di andare.> disse Alessandro rompendo il silenzio che si era creato. Schioccai la lingua e mi allontanai seguita dagli altri. Alessandro allungò il passo per raggiungermi. Una volta accanto a me chiese:<Ti piace?> Mi misi a ridere e poi dissi:<La odio già con tutta me stessa.> <Mi riferivo al biondino.> disse Alessandro. <Oh... bè... lo trovo carino.> sussurrai abbassando lo sguardo. Alessandro sorrise e mi circondò le spalle con un braccio.

Dopo aver caricato le valigie sul pullumino salimmo e partimmo diretti alla scuola.

Non Guardare Nei Miei Occhi Pieni Di Tristezza (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora