Capitolo LXIII

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Il signor Murakami mi sta guardando con occhi di puro odio.

Mi si avvicina a grandi falcate fino quasi a sbattermi addosso.

La sua figura torreggia su di me.

- Come diavolo hai fatto? - sibila furente.

A quanto pare non sono più degna nemmeno del lei.

Ma in ogni caso non m'intimorisce più.

- Ho solo chiesto al fuoco di aiutarmi! L'ho chiesto con tutto il cuore! -

- Avevi già messo in conto di usare questo incantesimo? Scommetto che mia nipote e la tua amica.. -

- Papà no! Ho proposto io un'evocazione, loro sono solo state d'accordo! -

L'uomo chiude gli occhi cercando di calmare l'ira.

Quando li riapre guarda il figlio.

- È il momento della seconda sfida! -

- Tocca a lei signore! - ribatto calma.

Indietreggio perché mi è ancora addosso.

Nonno Murakami mi guarda appena per tornare ad osservare il gruppo.

- Un combattimento! Decidete voi il genere, purché si combatta! -

- Ma.. papà! Vuoi combattere contro una ragazza? -

- Osi ribattere un mio ordine?! -

L'altro si zittisce prima di voltarsi verso le donne.

Qualche attimo dopo è la signora Murakami a esporre la sfida, ma si vede quanto sia agitata per me.

Probabilmente non apprezza che il suocero voglia usare le maniere forti con una ragazza, ma di certo non può opporsi.

- Visto che la signorina Hinode non ha conoscenze in ambito combattivo a parte un paio d'anni di ju jitsu abbiamo scelto proprio quello sport! Così che non sia del tutto indifesa! Nella lotta non è ammessa la magia! -

Dopo un assenso da parte di entrambi fanno partire il conto alla rovescia.

San.

Non voglio combattere.

Ni.

Non contro il nonno del mio ragazzo per quanto esso sia pessimo.

Ichi.

So che stavolta non posso vincere, ma non mi arrenderò fino a quando le gambe mi reggeranno e avrò forza di muovermi anche solo strisciando.

Cercherò almeno di parare il più possibile, voglio resistere più che posso.

Rei!

Veloce come una saetta nonno Murakami carica verso di me e solo per grazia divina riesco a schivare il colpo.

Quello dopo però a livello dello stomaco va dritto a segno e mi piego in due dal dolore.

Il resto è un susseguirsi di miei tentativi inutili di parate e vari colpi fino a quando inizio a sentirmi venir meno.

Con la vista annebbiata sono a terra.

Sento le voci ovattate delle ragazze che urlano contro all'uomo di smettere questa tortura.

La sua voce ruvida risponde - Non infierisco su un corpo inerme a terra! -

Quasi mi schernisce.

Questa lotta sapevo essere assolutamente impari e dopo la sonora sconfitta di prima dovevo aspettarmi di farlo arrabbiare.

Certo che.. prendersela così tanto.

Negai No Raiburari - La Libreria Dei DesideriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora