Capitolo XXII

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Cerco di non sembrare strana e mi avvio verso la cucina.

- Inizio a preparare la cena! Tu siediti pure dove vuoi, fa come se fossi a casa tua! - gli dico mettendomi il grembiule.

Annuisce continuando a fissarmi.

Ma non in faccia.

Fissa il mio abbigliamento.

Che c'è?

- Che cosa c'è? - gli chiedo.

Finalmente mi osserva in viso.

- Niente! Stavo pensando che ti sta proprio bene il grembiule, gattina! - marca molto il soprannome e sorride prima di farmi l'occhiolino.

E quando sto per ribattere mi indica il grembiule.

Lo guardo e capisco.

Che scema!

Il mio grembiule è rosso con dei gattini sopra la tasca.

- Dei disegni di dolci gattini, per una dolce gattina! - conclude per poi avvicinarsi.

Siamo molto vicini.

Alzo lo sguardo e lo incrocio nel suo.

- Dovresti smetterla di chiamarmi così.. - sussurro.

È troppo vicino!

Non riesco a ragionare bene, mi distrae il suo sguardo intenso.

China il capo e avvicina il viso al mio.

- Mm.. il problema è che proprio non mi va! -

Deglutisco sentendo i battiti accelerare.

Non voglio però dargliela vinta solo perché sono in blackout.

- Però a me da fastidio.. - mento.

Inizialmente davvero lo detestavo, ma ora è quasi speciale.

Devo dire che stava iniziando a mancarmi sentirmi chiamare così.

Mi sorride sardonico.

- Ma come siamo bugiarde, gattina! -

Mi mordo il labbro non sapendo come ribattere.

- Non eri tu a dire che bisogna essere sinceri? -

Annuisco.

Sorride soddisfatto.

Non so però se è felice della mia resa o del fatto che sono completamente alla sua mercé.

- Come sei silenziosa! - aggiunge divertito.

- Il gatto.. mi avrà mangiato.. la lingua! - riesco a dire.

Si avvicina ulteriormente.

Le sue labbra sfiorano le mie e un dolce brivido mi attraversa.

- L'unico che può mangiarti sono io! -

La frase è troppo sfacciata perché il mio cervello, così in panne, possa elaborare una giusta contro risposta.

E senza aggiungere altro mi bacia.

Prima un bacio dolce che poi però si trasforma in vorace.

Le mie mani trovano una il suo braccio, per reggermi, e l'altra i suoi capelli soffici.

Lui invece con un braccio mi cinge la vita e l'altra mano è dietro la mia nuca così da non farmi allontanare da lui.

Non so per quanto tempo andiamo avanti a mangiarci di baci a vicenda.

Negai No Raiburari - La Libreria Dei DesideriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora