Remember 3...~ Big Time Rush

Capitolo 21- If it's a game...

SARA'S P.O.V.

"Puoi spiegarmi perché lo pensi? Perché diavolo credi che io sia tornato? Perché sono venuto a New York? Sono venuto per te! Vuoi capirlo?"

Rimasi zitta, sperando che il buio mi avvolgesse.

Arrivò la pizza, mangiammo tutti, poi, Laura andò a letto, e restammo io e Logan.

Sparecchiai, poi mi sedetti sul divano.

"Non sei tornato per me, Logan."

"Sai perché l'ho fatto? Io non posso vivere senza di te. Senza le tue labbra, senza il tuo cuore, senza il tuo amore. Non posso vivere senza di te. Io ho bisogno di te. Ne ho bisogno."

"Logan..."

"Fammi finire. Quando ti ho vista all'aeroporto volevo baciarti, abbracciarti, viverti. Volevo e basta. Ma so che non è il momento, perché è passato troppo poco tempo, da quando ci siamo lasciati."

Stette in silenzio, perciò capii che aveva finito.

Si sedette accanto a me sul divano, e mi guardò con le lacrime agli occhi.

"No-non... ti ho dimenticato... L-Logan. Anche io ho bisogno di te. Ma forse hai ragione. È troppo presto per andare avanti. Le ferite nel mio cuore non sono rimarginate."

Lo guardai a lungo, poi mi alzai dal divano e gli diedi un bacio sulla guancia.

Entrai nella mia camera e mi buttai sul letto.

Non mi rimaneva che piangere.

Piangere fino a dimenticare.

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LAURA'S P.O.V.

Un'altra magnifica giornata a New York.

Mi alzai dal letto, vedendo che stava piovendo, e tirai la tenda.

Uscii dalla mia stanza, e c'era Sara in pantaloncini e maglietta, al computer, con l'aria disperata.

"Buongiorno..."

"Laura sono le quattro del mattino."

"Ma tu sei sveglia. E sei mezza nuda. Siamo in inverno, mettiti dei vestiti se non vuoi prenderti un malanno."

"Devo controllare lo share, i programmi, e tutto il resto delle cose che tra qualche ora non potrò fare."

"Perché no?"

"Perché tra qualche ora, si inizieranno a fare i colloqui per le assunzioni. E io dovrei controllare tutti. Tutti. Mio dio, non voglio pensarci."

"Oh. Va bene... io vado a letto, se hai bisogno di aiuto mi trovi lì."

Poi tornai a letto, e mi sdraiai.

Oh, New York.

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LOGAN'S P.O.V.

Mi alzai lentamente, e notai che erano le cinque del mattino.

Andai in bagno, poi entrai in soggiorno.

Sara era in pantaloncini e maglietta, raggomitolata sul divano, con un computer aperto davanti.

E dormiva.

"Ehi Sara..."

La scossi un po', ma continuava a dormire.

Vidi cosa aveva al computer.

Share?

Fortunatamente ne capivo qualcosa.

Finii il lavoro da lei iniziato e presi una coperta.

Gliela misi di sopra, poi le diedi un bacio sulle labbra.

Infine, tornai in camera, sospirando.

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SARA'S P.O.V.

"-I dedicate this song to you, the one who never sees the truth, that I can-."

"Pronto?"

"Sara dove diavolo sei?"

"Kimberly... ma che..."

"Sono le dieci! Dovevi essere qui alle otto! Dove sei? Ci sono cinqu-."

Chiusi la chiamata e spensi il telefono.

Riaprii il computer, e con mia sorpresa, tutto il lavoro era stato svolto.

Io però, non avevo fatto nulla.

Chiusi il computer e mi accoccolai sotto la coperta...

Coperta?

Scossi la testa e mi infilai sotto.

Poi ricominciai a dormire.

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LAURA'S P.O.V.

"Non è che è morta?"

"Non credo..."

Logan era chiaramente sconcertato.

Mia sorella dormiva sul divano da più di dieci ore.

Era già l'una, e dovevamo pranzare, ma a quanto pare, Sara dormiva ancora.

"Che dici, la sveglio?"

"Okay, vai Logan."

Logan si avvicinò a lei, poi la scosse lentamente.

Vidi qualcosa muoversi sotto la coperta, poi Sara si mise seduta sul divano.

"Che ore sono?" Chiese sbadigliando.

"Ora di pranzo..."

"Oka-Aspetta COSA?!"

Accese il cellulare di corsa, poi iniziò a squillare.

"Tredici chiamate... venti messaggi... Oh mio dio. Non sono stata a lavoro stamattina, vero?"

"No..."

"Oh cazzo..."

Dopo qualche squillo del suo cellulare rispose.

"Pronto?"

"SARA DOVE CAZZO SEI FINITA?! STAI MORENDO? CHE CAZ-."

"Ma è in vivavoce?" Chiese Logan.

"No."

Chiuse la chiamata e si sedette sul divano.

"Cosa si mangia a pranzo?"

"Va bene cinese?" Le chiese Logan.

"Va bene..."

Logan si allontanò per ordinare, mentre io mi sedetti accanto a Sara.

"Sei il capo, no? Puoi prenderti un giorno quando vuoi."

"Sai che ti dico? Hai ragione. Non sono una schiava al servizio di quei dipendenti. Io sono il capo."

Prese il cellulare, poi chiamò il suo ufficio.

"Ciao Kimberly, rimanda i colloqui alla prossima settimana. Questa me la prendo libera."

Poi chiuse la chiamata e si sedette.

"Finalmente."