Capitolo 37- Left or Right?

410 40 26
                                    

LAURA'S P.O.V.

"Non rispondo più. Stavolta non posso rispondere."

"In che senso?"

"La mia migliore amica è in coma. Tu menti. Io sono sconvolta. Vuoi finalmente capirlo?"

Stette in silenzio per qualche minuto, poi sospirò.

"È per James, vero?"

"Cosa c'entra James adesso?"

"C'entra perché tu e lui, adesso, sembrate... diversi. Non mi ami più, vero?"

"No, continuo ad amarti. Smettila. Ciò non fa che renderti geloso."

"Laura... credimi..."

"No, Kendall. Ora, fai il bravo gentiluomo e vai a posare le valigie di James. Okay?"

"Sì, vado."

Si alzò e andò verso la macchina.

Mi salutò e partì.

~~~~~~~~~~~~

Ero ancora sull'altalena ad occhi chiusi, quando sentii il cigolio dell'altalena accanto.

"Ehi, Lau."

"Hai parlato con Stel?"

"Sì. Le ho detto un paio di cose."

"Bene."

"Bene."

Stetti in silenzio per un po', poi lui parlò.

"Laura... come stai?"

"Tutti con questa domanda!"

"Sono sincero."

"Sto... non lo so. Non so cosa significhi stare bene, non so cosa significhi essere felice. Semplicemente non lo so."

Stette in silenzio.

"Con Kendall sei felice?" Riprese l'argomento di quando eravamo in auto.

"Prima... lo ero. Lo sono tutt'ora, almeno credo. Manca qualcosa."

Si sporse verso la mia altalena, poi mi sorrise.

"Cosa manca, secondo te?"

"Manca... quel pizzico di avventura, quel pizzico di rischio, quel pizzico di emozioni che mi renderebbe felice."

"Oh. Non... non credevo che tu..."

"James... anche io ho bisogno di sapere cosa significhi casa, felicità, sorriso, cuore, amore. Ne ho bisogno anche io. E nessuno lo capisce."

"E... Kendall?"

"Lo amo. Ma... non è più la stessa cosa. Sembriamo in costante lite, lui non mi racconta qualcosa, io mento su qualcos'altro, lui mi rimprovera, io lo faccio sentire in colpa. Secondo te si può chiamare 'rapporto' una cosa del genere?"

Stettimo in silenzio.

L'ospedale era completamente disabitato, l'aria fresca avvolgeva i miei capelli, e si faceva strada sotto il mio maglione.

Iniziai a dondolarmi sull'altalena, seguita dal cigolio dell'altalena di James.

"Sai... una canzone che mi piace molto... dice così: 'Everything will be just fine, this time'. Mi piace il significato di quella canzone. L'unico problema è che non va mai bene nulla."

"Laura... ne sei certa? Conosco anche io quella canzone... e finisce... in modo... piuttosto ambiguo."

"Sto cadendo di nuovo nel baratro senza ritorno. Mentre il silenzio mi avvolge, e nessuno mi aiuta a risalire. Io sono solo un minuscolo microbo, in confronto al nero che mi circonda."

"Laura... pensa alla canzone. Alla fine dice: 'Make it feel alright'. Devi essere tu a fare andare tutto bene. Non puoi far sì, che tutto sia ai tuoi ordini."

Stetti in silenzio per un po', sapevo che aveva ragione. Odiavo quando aveva ragione.

"Resta il fatto che nulla andrà bene, James. Inutile girarci attorno. La mia migliore amica potrebbe morire, il mio fidanzato non è il mio fidanzato, mia sorella ha finalmente trovato il vero amore. Poi ci sono io, che non ho nessuno su cui contare, che non riesco a respirare. È come andare sott'acqua e non svegliarsi mai più."

"Laura..."

La madre di Stella uscì dall'ospedale.

"Laura... domani dimettono mio marito, così verrò anche per controllare come stia Stella. Nel frattempo vado a casa, mi sento svenire. Resti tu qui?"

"Oh sì, resteremo tutta la notte."

"Allora, a domani, Laura."

"A domani."

Il sole tramontò del tutto, lasciando spazio al freddo ed al buio.

"Entriamo?" Propose James.

"No."

"Ti prendi un malanno così."

"No. Entra tu."

"Laura."

Abbassai lo sguardo mentre lui si sedette accanto a me sul praticello.

"Laura, cos'hai?"

"Le voglio bene. Anche se mi ha tradita, se mi ha denigrata. Le voglio bene. E porca puttana, deve risvegliarsi."

Lui mi guardò.

Io lo guardai.

"Sai che adesso non si torna più indietro?"

"Non me ne frega niente."

Poi accadde.

Le mie labbra sulle sue, la sua lingua intorno alla mia, un bacio appassionato, ed allo stesso tempo dolce.

La scintilla scattò dentro di me, facendomi infuocare.

Poi ci staccammo e riprendemmo i nostri posti.

"È stato... bello." Disse lui.

"Già."

"È imbarazzante." Continuò.

"No."

"Perché no?"

"Perché adesso che ci siamo dati quel bacio, mi sento come se un peso fosse volato via dal mio cuore. Mi sento bene. Almeno credo."

"Sai che ti dico? Hai fottutamente ragione. Abbiamo fatto la cosa giusta."

E in un attimo, le sue labbra furono di nuovo sulle mie.

Remember 3...~ Big Time RushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora