Capitolo 4

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La scena che ci viene presentata mostra Kageyama seduto sul bordo destro del letto.
Indossa abiti eleganti: camicia bianca, ornata da cravatta rossa; giacca e pantaloni neri e scarpe del medesimo colore.
Tiene i gomiti poggiati saldamente alle ginocchia e tra le mani stringe un ciondolo. Lo scruta attentamente, senza distogliere lo sguardo nemmeno per un secondo.

- Portami fortuna oggi! - sussurro limitandomi a sfiorare la sua lucida superficie legnosa e facendo passare il mio capo attraverso il cordoncino dello stesso - E' ora - aggiungo poi.

Mi guardo intorno, osservando ogni angolo della mia stanza fino a che i miei occhi non vengono catturati dall'oggetto che stavo cercando ... la mia fidata Eagle 5.0. L'arma con la quale mi diverto a spaventare le mie vittime. Mi avvicino al comodino sul quale è elegantemente posata e, afferrandola, inizio a scendere le scale. Così, una volta varcata la soglia di casa, noto che il sole è ormai stato inghiottito dalle tenebre. Faccio quindi per andarmene ma vengo improvvisamente bloccato per il polso destro, il quale viene stretto in una violenta morsa. Mi volto indietro e di fronte ai miei occhi trovo un uomo alto e robusto, con gli occhi neri e i capelli del medesimo colore: mio zio.

- Dove credi di andare stronzetto? - mi domanda avvicinandosi velocemente al mio volto.
- Dove cazzo mi pare! - rispondo io cercando di liberarmi.
- Non provare a rispondermi in questo modo! -
- Non meriti la mia gentilezza ... nessuno la merita ... - affermo per poi correre verso la mia moto, grazie alla quale giungo a destinazione in pochi minuti.

Parcheggio dunque il mio veicolo, mi sfilo il casco e ripongo quest'ultimo nel suo contenitore. Di fronte al locale non vi è nessuno dei miei compagni e l'unica cosa che riesco a udire è l'assordante musica proveniente dal suo interno. Inconsciamente prendo a osservare il mio orologio, seguendo con le iridi le lancette intente a scorrere.

- ...yama! Kegeyama! -

Improvvisamente, sentendomi chiamare, alzo lo sguardo in direzione di quella voce e, non appena vedo Oikawa, sento il cuore aumentare i battiti: quella giacca azzurra, abbinata ai pantaloni della medesima cromatura; quella bianca camicia sborsata, risaltata da una collanina dorata ... É semplicemente perfetto!

- Ehi! -
- Gli altri? -
- Non sono ancora arr... - non riesco a terminare la frase che rimango immobile nel vederlo avvicinarsi.
- Kage-kun? Non mi saluti? Mi offendo! -
- Scordatelo! - affermo con fare sicuro dopo essermi ripreso.
- Ti prego! - mi supplica mettendo il broncio e finendo per sfiorare la superficie del suo naso sul mio.

Istintivamente accorcio le distanze e faccio combaciare le nostre labbra. Senza esitazioni, cerca di approfondire il bacio, tentando di far passare la lingua oltre la barriera tenuta salda dai miei denti. Mi lascio così guidare da lui e, seguendo gli impulsi, gli permetto di esplorare la mia cavità orale.

- Oika... -

Sentendomi ansimare Oikawa si separa da me e punta il suo sguardo sul mio.

- Tu li sgriderai vero Kage-kun? - domanda afferrandomi il mento tra le dita e facendo scivolare il suo indice lungo l'intera spina dorsale.
- Ah! N-no! Questa sera lascerò correre! - rispondo scostando la sua mano e allontanandomi da lui.
- Oikawa, Kageyama! La smettete di amoreggiare? - ci provoca Kuroo.

Ci voltiamo all'unisono e di fronte ai nostri occhi si mostrano il pervertito, Kindaichi e Tsukishima, rispettivamente vestiti in rosso, verde e bianco.

- Siete in ritardo! - affermo io prima che potessero proferire parola.
- Scusaci -
- Forza, andiamo - dico indossando la mia maschera, seguito dai miei compagni che, subito, imitano il mio gesto.

Così, ci dirigiamo all'interno del locale, il quale si presenta come un edificio a due piani. Esso è dominato da molteplici luci, in prevalenza gialle, blu e rosse. Iniziamo allora a mischiarci tra la folla, giungendo infine al bancone del secondo piano, accanto al quale vi sono due tavolini.

- Ci sediamo lì? - mi domanda Kuroo.
- Va bene, voi prendete i posti, io vado a prendere qualcosa da bere! -
- Ti accompagno! - aggiunge Oikawa appena termino la frase, posando le sue mani intorno ai miei fianchi.
- La-lasciami! - balbetto io scoprendo di avere le goti velate di rosso.
- Ai suoi ordini Kage-kun! -

Circa due ore più tardi

- Che ore sono? - chiede frenetico Kindaichi. - Le 11:38PM - rispondo iniziando a scrutare la sala.
- Manca poco! -
- Si ... Ma ciò che cerchiamo è al primo piano! -
- Allora iniziamo a scendere - propone Kuroo.
- No, aspettiamo le 12:00PM in punto - obietto io.
- Ma ...? -
- Niente ma, io sono il capo e detto le leggi, chiaro? -
- Chiaro! -
- Arrivo subito, voi rinfrescatevi le idee su ciò che dovete fare! - dico alzandomi e avviandomi verso il bagno.

Apro la porta ed entro al suo interno, mi dirigo verso il primo lavandino a disposizione e, poggiando i palmi delle mani su esso, fisso la mia immagine riflessa nello specchio.

- Posso farcela! -

Torno quindi dai miei compagni e, rivelando loro l'orario, gli ordino di scendere al piano sottostante.

I giovani si alzano pertanto dalle poltrone e lungo il tragitto, uno a uno, ripetono mentalmente i loro compiti. Il primo è Kuroo, seguito rispettivamente da Oikawa, Tsukishima e Kindaichi.

"Prendi in ostaggio uno dei camerieri e fatti dare i soldi della cassa"

"Spara una pallottola sul soffitto"

"Se vieni ostacolato, usa il tuo corpo per difenderti"

"Aiuta Oikawa nel creare un diversivo"

Giunti al piano inferiore, ci spargiamo tra la folla. Passati quindi alcuni secondi sento chiaramente lo sparo del castano: ha dato il via all'operazione! Io velocemente corro verso i bagni e, nel cercare quello del personale, sbatto contro qualcosa ... anzi qualcuno. Non riesco però a vedere chi fosse che scompare all'interno di una cabina. Alzo lo sguardo verso quest'ultima e, senza accorgermi di aver perduto la maschera, noto una scritta dominare sullo stipite della porta: "Solo per il personale".

Sul mio volto, inconsciamente, appare un malizioso e malsano sorriso. La apro e nel vedere la botola sotto i miei piedi comincio a ridere avidamente. Una volta aperta, noto che vi è una scala, alla quale mi aggrappo subito dopo. Scendo lungo la stessa e ciò che riesco a vedere è solo il buio. Inizio pertanto a cercare l'interruttore e, nel trovarlo, lo premo. Di fronte ai miei occhi si erge un'enorme salone vuoto, al termine del quale vi è un palcoscenico. Mi guardo attentamente intorno, scrutando l'intera stanza, cercando di capire dove fosse la cassaforte. Improvvisamente però, percepisco un rumore provenire dalle quinte del palco. Silenziosamente le raggiungo e, vedendo una figura di spalle nella penombra, poso la mia mano sulla pistola posta nella tasca interna della giacca. Mi avvicino lentamente, ma a bloccarmi è il frastuono prodotto dal legno del pavimento. La figura sussulta e pian piano si volta. Faccio per estrarre la mia arma ma, nel vedere il suo volto, i suoi capelli arancioni e la sua fisionomia esile, sento un enorme colpo perforarmi il cuore. Tento di raggiungerlo ma, impaurito, cade a terra, continuando a tenere i suoi occhi fissi sui miei. Nel giro di due secondi mi proietto così a pochi centimetri dal suo volto e gli afferro le mani.

A piccoli flash vengono mostrati i restanti componenti della banda: Oikawa e Kindaichi puntano entrambe le loro pistole a una coppia di giovani, Tsukishima è intento a scontrarsi con una delle guardie e Kuroo è intento a provocare un giovane nascosto dietro il bancone.

La visuale torna poi su Kageyama. Il giovane di fronte a sé alza lo sguardo e il corvino, nel vedere le sue iridi color dell'oro grondanti di piccole goccioline salate, non può fare a meno di far scendere una silenziosa lacrima dal suo occhio sinistro.

- Hinata! -

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E se Kageyama si stesse sbagliando? Se fosse qualcuno incredibilmente simile al dolce Hinata? Visto che sono una persona crudele vi farò aspettare una settimana intera! Al prossimo capitolo >~<

Ps: ci tengo a precisare che non sono una fan della coppia OikawaxKageyama (credo si dica Oikage), però avevo necessariamente bisogno di inserirla nella storia.

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