Capitolo 41

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Punto di vista di Kageyama

Il mio sguardo si posa sulla schiena del rosso, sempre più piccolo e lontano.

Come ho potuto trattarlo così?

Lentamente alzo il braccio destro e lo protendo verso di lui, ma sul punto di pronunciare il suo nome, quest'ultimo mi si spezza in gola.
Sento allora gli occhi bruciati dalle lacrime vogliose di uscire, le mani tremanti a causa della rabbia, le gambe deboli e il cuore dolente al centro del petto.

Non volevo che accadesse tutto questo!

Sposto poi il mio sguardo verso il cielo e, nel contemplare la sua oscurità a tratti spezzata dalle stelle, percepisco un immenso bisogno di piangere. Così, non riuscendo più a trattenermi, lancio a vuoto un urlo disperato, per poi permettere alle lacrime di abbandonare i propri giacigli, in maniera più che copiosa.

Hinata!

Improvvisamente però un forte dolore mi lacera lo stomaco e non mi permette di respirare bene: conati. Capendo allora la situazione e ricordando di aver esagerato un po' troppo, inizio a correre verso la porta, la supero, scendo le scale, attraverso i molteplici piani presenti e mi direziono in bagno, quello del primo piano. Velocemente lo chiudo a chiave e, osservando la bianca e lucida tazza presente, sento la necessità di vomitare. Mi chino allora sulla stessa e, trascorsi alcuni secondi, un caldo liquido mi attraversa la gola e fuoriesce dalla bocca. Lo stesso continua così a fluire e, compreso che fosse finito, mi alzo e poso le mani sul lavandino poco distante. Alzo pian piano lo sguardo e, nel vedermi in uno stato quasi pietoso, provo rabbia verso me stesso, tanto da sbattere un pugno sul muro. Lascio quindi che questo sentimento svanisca e, dopo aver tirato lo sciacquone, mi lavo il viso con calma. Esco allora dal bagno e, rapidamente, giungo fuori dall'abitazione.
Mi guardo dunque intorno e, vedendo un'auto gialla parcheggiata poco distante da me, mi affretto a raggiungerla.

Un taxi!

- Salve -
- Salve - risponde l'autista.
- Avrei bisogno di un passaggio - dico sperando che non fosse già prenotato.
- Certo, salga pure -
- Grazie mille - esclamo entusiasta.

***

Hinata non è tornato a casa stanotte.

"Probabilmente sarà andato dai suoi" mi ritrovo a pensare volgendo subito dopo lo sguardo in direzione della sveglia, intenta a segnare le ore 3:00AM.

Ho rovinato tutto.
Mi odio.
L'ho distrutto.
Voglio sparire.
Sta soffrendo per colpa mia.
Uccidetemi.

Nel mentre tali frasi spezzate non cessano di martellarmi la psiche, un lieve suono squillante si fa largo nella tempesta che affolla la mia mente, facendosi sempre più acuto e forte.

Chi potrà mai essere a quest'or... HINATA!
E' lui! Deve essere lui! Solo lui conosce la strada per arrivare a casa ... nostra, casa nostra!

- Hinata! - grido aprendo la porta alla velocità della luce, scoprendo però di avere di fronte una figura differente.

Ah, è vero: anche lui la conosce.

- Che ci fai qui? -
- Mi sono preoccupato per te, razza di idiota! - esclama il castano proiettandosi all'interno dell'abitazione.
- Non ti ho dato il permesso di entrare -
- Kageyama, che cosa hai fatto? -
- Mi sono rovinato la vita ... rovinando anche quella di qualcun altro ... - ammetto sperando capisse.
- Hai litigato con Hinata vero? - domanda sedendosi sul divano e facendomi cenno di affiancarlo.
- Magari fosse stato solo un litigio ... Io, gli ho detto delle cose orribili -
- Che tipo di cose orribili? Spiegati meglio - mi incalza.
- Ho tentato di rivelargli tutto sul mio passato, sul suo passato ... Mi sono espresso in maniera sbagliata e, guidato dall'alcool, ho rovinato tutto. Gli ho persino detto che eri stupendo, bellissimo! Ti rendi conto? -
- Questo è ammettere come stanno le cose: io sono bellissimo! -
- Oikawa! - lo sgrido puntando il mio sguardo severo, ma debole sul suo.
- Stavo cercando di farti sorridere, idiota che non sei altro. Certo che l'hai combinata davvero grossa! Ora Hinata dov'è? -
- Cosa vuoi che ne sappia? Ho provato a chiamarlo, gli ho inviato dei messaggi ... ma non risponde -
- Prova a contattare i suoi -
- No! - urlo percependo il panico farsi sempre più vivo dentro di me.
- Kageyama - mi chiama.
- Cosa c'è? - chiedo debole, con le forze sempre più pari a zero.
- Vieni qui - dice dolcemente aprendo le braccia verso di me e piegando il capo di lato.
- No - mi rifiuto.

Non voglio sembrare ridicolo ... non voglio che qualcuno mi veda piangere.

- Lo sai che a me puoi mostrarlo, quel lato che tu ritieni debole, ma che in realtà è il mio preferito! -
- I-io ... n-non volevo. N-n-non volevo ferirlo - balbetto gettandomi tra le sue braccia, sull'orlo del pianto - N-non vol-volevo affret-tare le cose - singhiozzo non cessando di sfogarmi - Vo-vole-volevo solo che ca-capisse quanto c-ci ten-tengo a l-lui - insisto non potendo oramai fermarmi - Sembra strano ... p-però mi man-ca - grido sommessamente spezzando le parole e sentendo le sue calde mani accarezzarmi il capo - M-mi manca tan-tanto - persevero stringendomi sempre più al mio compagno.
- Kageyama, vedrai che si risolverà tutto. Quando te la sentirai, parlerai con Hinata; ci parlerai con calma e chiarirai la situazione. Lui capirà e tornerete insieme, come se nulla fosse successo -
- L-lo credi davvero? - lo interrogo speranzoso, aggrappandomi a queste sue parole come fossero la mia unica e ultima fonte di vita.
- Certamente. Chibi-chan non è così stupido da buttare al vento tutto quello che avete passato. Il suo amore per te non si spegnerà così facilmente -
- Perché proprio ora che avevo ritrovato la felicità? Perché proprio ora che potevo vivere? Perché? -
- Non lo so Kageyama ... non lo so -

E lì, seduto su quel divano, avvinghiato al mio ex ragazzo, stretto a un amico, a un fratello del quale non potevo fare a meno, vidi tutti i miei sforzi sgretolarsi lentamente; lì, piangente e con un grande foro nel petto, continuai a gridare il suo nome, il nome della persona che amavo, ma che avevo distrutto; lì, appesantito dai sensi di colpa e dal rimorso, giurai di aver pensato alla possibilità di potercela fare ... anche senza di lui; lì, oramai non più essere umano, quanto individuo senza anima, permisi alla mia mente di formulare tre crudeli parole: "Addio, per sempre!"

***

Due settimane dopo ...

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Sono consapevole del fatto che sia una stronza per averli fatti lasciare (almeno loro due questo credono), ma non ammazzatemi vi prego ...
Vedrò se farli riunire u.u
Ci tenevo comunque a dirvi che dopo questo capitolo, ce ne saranno solamente altri quattro; poi ... la storia sarà conclusa! Dopo più di un anno! XD

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