Capitolo 20

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- Stupido, non sono un fantasma - sentenzia innervosito il biondo.
- Chi sei? - domanda allora Asahi leggermente curioso, ma al contempo intimorito.
- Mi chiamo Tsukisima Kei, mi hanno invitato quei due - dice indicando me e Kuroo.
- Tsu-Tsukisima - balbetta Yamaguchi con gli occhi lucidi.
- Che vuoi? -
- Nulla - sussurra piantando lo sguardo al suolo e mordendosi il labbro inferiore.
- Allora? Che cosa abbiamo intenzione di fare? Continuiamo a giocare? -
- Yes! - esclama Noya entusiasta.
- Io passo - afferma Tsukki accennando una rotazione sul tallone.
- Dove vai? - chiede il lentigginoso con una nota di preoccupazione.
- Non sei tenuto a saperlo, sono affari miei -
Istintivamente porto gli occhi in direzione del mio compagno di squadra e, notando che una piccola lacrima è intenta a rigargli il viso, mi appresto a guardare in cagnesco il mio ex collega. Quest'ultimo ricambia al che, stanco e innervosito dal suo comportamento, lo scorto fuori dall'edificio. Fermandomi però sul ciglio della porta, dico ai miei nuovi amici di continuare senza di me.

- Lo conosci? -
- Perché dovrei dirtelo? -
- Perché te lo ordino - tento dandomi un contegno.
- Non sei più il mio capo -
- Posso essere un amico allora, se vuoi - riprovo in modo sincero.
- Dove hai nascosto il vecchio Kageyama? -
- Come ho detto a Kuroo, sono cambiato ... Cioè, sto mostrando il me che ... -
- Ripeto, dove hai nascosto il vecchio Kageyama? -
- Smettila - dico sorridendo.
- Sì, lo conosco: eravamo migliori amici, e non solo -
- Eravamo? - domando confuso.
- È una lunga storia -
- Ti va di raccontarmela? - chiedo sedendomi su una panchina poco distante.
- Se proprio insisti - sbuffa affiancandomi - Lo conobbi all'età di sei anni - inizia unendo i palmi delle sue stesse mani - Eravamo alle elementari e, uscendo in giardino, lo vidi steso a terra, colmo di lividi. In un primo momento pensai di proseguire, poi però, incrociando il suo triste sguardo, capì che non potevo tirarmi indietro - continua facendosi sempre più cupo in viso - Passarono dunque i mesi e la nostra amicizia divenne sempre più forte. Dire quello che iniziai a provare per quel sempliciotto mi risulta molto difficile, ma lo farò utilizzando tre semplici parole: iniziai ad amarlo. Inaspettatamente i miei sentimenti erano corrisposti e così, dopo che lui si dichiarò, ben quattro anni fa, io accettai di divenire il suo ragazzo. Ero davvero felice. Trascorsi però duecentotre giorni, ancora ricordo il numero esatto, morì mia madre e come sai, mi unì a voi. Lo feci per divenire più forte, per sopravvivere. Inizialmente però, il suo e il vostro sostegno non erano abbastanza. Così, senza alcun ritegno, presi ad andare a letto con innumerevoli ragazze - prosegue stringendo i pugni - Da un lato, mi sentivo libero; dall'altro un lurido, schifoso e viscido verme ... lo stavo tradendo in maniera spudorata, nonostante fossi innamorato di lui. Un giorno infatti mi fu fatale: ero in casa, lui entrò vedendo la porta aperta e mi trovò completamente nudo, avvinghiato a una mora stesa sul mio letto ... lo stesso sul quale avevo fatto l'amore con lui! Puoi immaginare la sua reazione: scappò via piangendo. Volevo morire, morire era poco! Il giorno dopo andai a casa sua, feci per scusarmi ma, pensando che sarei risultato debole, preferì mentire: gli dissi che lo avevo preso come un gioco, dato che in realtà ero eterosessuale. Lo vidi sprofondare in un baratro oscuro, ma non riuscì a salvarlo.
Da quel momento, il mio scopo di permanere all'interno della banda cambiò radicalmente: sfogare il mio dolore, il mio rancore e la rabbia verso me stesso - termina sospirando, per poi forzare un amaro sorriso - Non ci parliamo da tre anni -
- Hai sbagliato, ed è più che ovvio. Secondo me però, dovresti parlargli -
- E dirgli cosa? Mi odia -
- Odiarti? Quel lentigginoso piagnucolone ti ama da impazzire -
- Magari fosse così -
- Lo è ... Ho visto il suo sguardo -
- E da quando ti intendi di sguardi? - domanda retorico.
- Da quando ho imparato a capire il mio! - sentenzio onesto - Vai! - aggiungo dandogli una pacca sulla spalla.

Anche lui ci è riuscito ... si è finalmente privato di quell'opprimente maschera. Sono fiero di te, Tsukishima.

***

La scena mostra il biondo. Quest'ultimo è poggiato alla parete della struttura e, tenendo il cellulare poggiato sull'orecchio sinistro, è intento a interloquire con il suo nuovo capo, Oikawa.

- Mi dica -
- Cosa stai facendo? -
- Nulla -
- Bene, allora ti ordino di eseguire una nuova missione -
- La ascolto -

La chiamata prosegue e, una volta giunta al suo termine, permette al quattrocchi di notare Yamaguchi, prossimo a fare capolino dalla porta della palestra.

Punto di vista di Yamaguchi

- Guarda che ti vedo -
- Con chi parlavi? - chiedo nervoso e con il battito a mille.
- Un mio amico -
- Con cui parli in maniera formale? -
- Smettila di spiarmi -
- Non lo sto facendo -
- Non dire stronzate -
- Quello sei tu - rispondo d'un tratto arrabbiato.
- Se ti riferisci a "quella cosa", non ho intenzione di chiarire -
- Non mi serve chiarire, volevo solo ripetere la frase di quel giorno: "Se questa è la verità, se questa è la tua scelta ... la accetto. Sei libero di fare ciò che vuoi" -
- Per te è semplice vero? - sussurra sperando di non essere compreso.
- No, non lo è ... Considerando il fatto che sono stato tradito dalla persona che ho sempre amato - urlo furioso.
- Quindi sarebbe mia la colpa? -
- Smettila, smettila! Devi finirla. Non puoi credere di avere sempre ragione -
- Io ho sempre ragione -
- Non è vero! - grido esasperato - Sei sempre il solito ... - termino seccato.

Faccio quindi per andarmene quando, senza alcun preavviso, vengo bloccato per il polso.

- Aspetta -
- Cosa? - bisbiglio iniziando a piangere.
- È stato difficile superarla -
- Cosa? -
- La rottura del nostro rapporto -
- Non ci credo -

Sbalordito. Confuso. Stanco. Vuoto. Ecco come mi sento in questo momento.

- È la verità -
- Ma sei serio? - urlo per una seconda volta.
- Ci tenevo a te -
- Ho visto! Ci tenevi talmente tanto da rimpiazzarmi con una miriade di donne - lo disprezzo servendomi di un pizzico di sarcasmo - Sei pessimo -
- Lo so che mi ami ancora -

Un colpo al cuore: bravo, hai centrato il tasto dolente. Odio doverlo ammettere, ma hai perfettamente ragione; nonostante siano passati tre anni, sono ancora perdutamente, follemente, pazzamente innamorato di te!

- E se ti dicessi che stai sbagliando? Che non provo più nulla per te? -
- Crederei l'esatto opposto ... - sussurra trattenendo a stento le lacrime.

Pian piano mi volto e di fronte ai miei occhi si mostra un biondo fragile e sull'orlo del pianto che, non riuscendo a trattenersi in piedi, cade a terra. Io non potendo sostenere quella visione, mi avvicino e, sollevando il suo volto con due dita, permetto ai nostri sguardi di incontrarsi. Quindi, senza dire una solo parola, lo spingo verso di me, in modo tale da accoglierlo tra le mie braccia.

- In questo momento sono un po' confuso. Ho ancora bisogno di tempo per capire ciò che provo realmente - mento stringendolo più forte.
- Quanto tempo? - chiede speranzoso e con la voce tremante.
- Non so, quello necessario -
- Ti aspetterei tutta una vita lo sai? - confessa.
- Lo so - rispondo semplicemente; consapevole del fatto che, in realtà, ero già caduto all'interno della sua rete.

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Bene! Da adesso in poi, approfondiamo la relazione tra Tsukishima e Yamaguchi ... perché sono adorabili (*'∀'*)

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