Capitolo 32

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Cosa ho appena ... Non può essere vero!
Io e Iwaizumi, io e un mio sottoposto, io e ...

Lentamente mi alzo dal letto e, senza fretta, raggiungo le finestre alla mia sinistra. Queste ultime infatti, vengono spalancate dalle mie falangi ancora sudate, permettendo ai raggi solari di penetrare all'interno della mia camera e inondarmi del loro intenso colore. Mi volto poi in direzione dell'orologio e leggendo l'orario, le 10:30AM, i miei pensieri vengono sostituiti da un singolo quesito: "Quanto tempo è trascorso dall'ultima volta in cui sono stato a scuola?"

Ah, è vero: non ci sono mai stato ... I miei hanno sempre preferito impormi gli studi attraverso un insegnante privato. Sin da bambino i programmi erano talmente complessi e impegnativi che il mio bagaglio culturale, nel periodo delle medie, era superiore a quello di un liceale. Mi sentivo appagato, volevo sapere di più, sempre di più! Volevo conoscere, imparare cose a me sconosciute e tutto questo mi fu permesso grazie al suo aiuto: all'aiuto del mio tutor.  Era un uomo anziano, dolce e saggio; lo consideravo come un parente, come una seconda e vera figura paterna. Era gentile, era in grado di farti comprendere, ricordare, ma soprattutto amare le varie materie. Gli volevo bene! Poi però venne meno e così, quel giorno, capii di esser stato privato della cosa più importante: fui abbandonato dal mio unico amico. Ero solo, solo in un mondo che poco prima mi appariva perfetto.
Una perfezione destinata a sparire e a scivolarmi tra le dita, a rendere il mio paradiso un inferno: mio padre non tornava mai a casa per via del suo lavoro all'estero, mia madre era sempre più presa dagli affari della sua azienda, i miei nonni se ne erano andati oramai da tempo e, con la morte del mio unico e ultimo punto di riferimento, mi sentii perso.
Crebbi solo, piccolo e solo all'interno dell'immensità della villa che, tuttora, mi fa paura; triste per aver appreso tanto e aver perduto tutto; affranzo per la comparsa di una maschera sul mio volto, quella di un tiranno, di una persona apparentemente forte, pronta a lottare contro l'intero mondo. Pian piano ho pertanto iniziato ad odiarmi, ma con la comparsa di un certo corvino ... è cambiato tutto. Avevo sul serio preso in considerazione l'idea di comandarlo a mio piacimento e, nei momenti in cui ci riuscivo, sentivo due sentimenti opposti opprimermi: da un lato, la potenza per essere stato in grado di farlo; dall'altro il rancore per essere intento a sfruttare un ragazzo debole e distrutto, proprio come me. Con il passare del tempo però, trovai in lui un'ancora e, aggrappandomi ad essa, scoprii l'amore, ma compresi anche che non ero io a decidere il corso della mia storia, compresi che non puoi sapere mai cosa ti riserva il futuro e che il destino è il vero tiranno di questo mondo sostanzialmente crudele. Perché sostanzialmente? Perché forse mi sto rendendo conto che quella fiamma arde ancora dentro la mia anima. Questa volta però è rivolta a qualcun altro: un moro dal carattere irascibile e aggressivo. In fin dei conti non credo di ritenere così in negativo questo tiranno ... o forse era quello che pensavo prima che accadesse!

***

L'ambientazione è ora la fabbrica abbandonata, al cui interno vi sono tutti i componenti della banda riuniti attorno al tavolo al centro della stanza. Oikawa è seduto su di esso, intento a caricare la sua fidata Desert Eagle 5.0, come anche Lev e Kindaichi con le loro M8 e Five Seven. In quanto invece ad Aone, è poggiato alla colonna sul fondo della sala, prossimo affilare le sue armi.
Il castano volge allora i suoi occhi verso Iwaizumi, concentrato nell'osservare il pugnale stretto tra le sue mani. Egli pertanto, accorgendosi dello sguardo insistente del suo compagno, permette alle loro iridi di incrociarsi. Il minore, nonché capo del gruppo, fa quindi segno ai presenti di incamminarsi; al che tutti cominciano a muoversi. Kindaichi si scambia un incoraggiante pacca sulla spalla con Lev, Aone osserva il tutto in maniera silenziosa, Iwaizumi tira un sospiro di sollievo mentre infine Oikawa, trovandosi al posto del Re, inserisce all'interno della giacca l'arma con la quale, se fosse stato necessario avrebbe difeso la propria vita ... e quella dei suoi compagni!

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