Punto di vista di Kageyama
- Il volo diretto a Detroit sta per partire. Ripeto: il volo diretto a Detroit è in procinto di partire - annuncia una voce, maschile.
Chi l'avrebbe mai detto detto! Io, Kageyama Tobio, il forte e temibile "Re", intento a scappare e nascondersi. Ah, giusto: ex "Re".
Lentamente sollevo lo sguardo in precedenza proiettato al suolo e, alzandomi, afferro il borsone posto al mio fianco, per poi iniziare ad incamminarmi lungo il corridoio diretto all'aereo.
Senza avvisare nessuno poi: Iwaizumi, Aone, Lev, Kindaichi ... Oikawa. L'unico che poteva fermarmi, che poteva farmi cambiare idea ... non si è presentato. Egoista io a pretenderlo, dopo quello che gli ho fatto.
Pian piano mi accodo pertanto a un gruppo di uomini e donne che, sorridendo, è prossimo a imbarcarsi. Improvvisamente però, nell'esatto momento in cui mi presto a mostrare il biglietto, sento una voce chiamarmi.
No, ti prego. Non ora!
Scuotendo così il capo, mi convinco del fatto che quella voce, proprio la sua voce, sia solamente il riflesso del mio desiderio di restare.
Ma non posso, devo andarmene.
Consegno dunque il mio biglietto a una delle responsabili che, dopo averlo verificato e timbrato, me lo restituisce.
- Kageyama! - grida di nuovo la voce.
- Non posso continuare ad avere delle allucinazioni in questo modo - mi lamento portandomi una mano sul volto, stupito di me stesso.Sto impazzendo!
- Mi scusi - mi interpella la giovane hostess - Un ragazzo la sta chiamando a squarciagola -
- Eh? - bisbiglio sgranando gli occhi - Non è possibile che ... - sussurro voltandomi con le lacrime agli occhi.Ruotando allora il busto in maniera completa, nel vedere proprio lui, Hinata, ansimante a pochi metri da me, mi lascio sfuggire un singhiozzo.
Perché?
- Vieni con me - mi ordina affranto asciugandosi un po' di sudore con il palmo della mano
- Ma il volo .. -
- Non mi importa! - urla afferrandomi per il polso e trascinandomi al di fuori della folla.Senza quindi ribattere, mi lascio guidare al di fuori del dell'edificio, permettendo però a una lacrima di solcare la mia gote destra.
E' tornato! E' tornato a prendermi!
Giungiamo perciò in silenzio presso l'ampio parcheggio dell'aeroporto, semi-vuoto per via della presenza di non molti veicoli e, dopo esserci posti uno di fronte all'altro, alziamo timidamente lo sguardo fino a far collidere le nostre iridi.
Dio quanto mi è mancato l'oro dei suoi occhi.
- Perché non me lo hai detto? - chiede facendosi cupo e tornando a fissare il suolo.
- Avevo paura - rispondo semplicemente sincero e con il battito più accelerato.
- Di cosa? -
- Pensavo mi avresti abbandonato - ammetto colpevole.
- Io? Abbandonare te? Non lo avrei mai fatto, non lo farei mai - quasi grida stringendo i pugni.
- Mi dispiace -
- Sei stato tu ad avermi abbandonato - mi sgrida socchiudendo le palpebre, come per trattenere le lacrime.
- Hai ragione -
- Potevamo parlare. È vero: ho sbagliato a evitarti per tutte queste settimane, ma avevo bisogno di tempo; tempo per capire che senza di te nulla ha senso! -
- Scusami -
- Hai idea di quanto questa tua mossa egoistica mi abbia fatto soffrire? -
- No: non ne ho idea -
- Anche troppo! Quando sono andato a casa nostra, ho creduto di morire. Gli armadi vuoti, le stanze prive del tuo profumo. Mi hai fatto soffrire! - esclama tutto d'un fiato - Perché ti sei comportato da codardo? Perché non hai avuto il coraggio di sbattermi in faccia la verità, seppur difficile da accettare? -
- Perdonami -
- Spiegamelo! - grida nuovamente avvicinandosi e poggiando il capo sul mio petto, seguito dai rispettivi palmi serrati - Spiegami perché hai voluto farci soffrire? - bisbiglia poi facendomi capire come si stesse abbandonando al pianto - Kageyama - mi chiama - È vero che hai sbagliato, però ... -
- Quello che sbaglia sono sempre io vero? - lo interrompono separandolo da me e rivelando il suo volto colmo di lacrime - Ho sbagliato tutto cazzo. Sin dall'inizio -E continuo a sbagliare. Anche ora che Hinata è di fronte a me ... anche ora che l'uomo che amo è venuto a salvarmi.
- Non ripetere quella maledetta frase - grida disperato.
- È vero: la ripeto perché la penso -Bugiardo!
- Allora ripeti anche che hai sbagliato ad amarmi. Avanti, fallo! -
Mai!
- No -
- Dillo! -
- Ho sbagliato. Ho sbagliato a mentirti, a nascondere la verità, a fuggire. Ho sbagliato un casino di cose, ma mai mai ad amarti; quella è stata la scelta migliore che potessi fare in tutta la mia vita -
- Stai mentendo -
- Hinata ero ubriaco, ho sparato una marea di idiozie; ero furioso, geloso e per colpa di questo mio sentimento ho finito per ferirti, ho finito per segnarti con delle ferite indelebili. E mi dispiace, non sai quanto - mi spiego alzando a tratti il tono di voce e interrompendomi, per poi riprendere subito dopo - In tutta la mia vita ho sempre sperato di rivederti, di incontrare di nuovo quel moccioso con cui condivisi i miei giorni nella stanza 109 e quando il destino me lo permise, mi senti una persona nuova. Questo però già lo sai, se hai letto ... -
- L'ho letta e ... - mi blocca sovrastandomi - ... e mi sono sentito tremendamente in colpa per averti trattato in quel modo al compleanno. Fino ad ora non ho fatto altro che incolparti, non ho mai ammesso di aver fatto degli errori anch'io; per questo, ti prego di perdonarmi - si interrompe e riprende fiato, oramai con il battito stabile - Ti ho accusato senza cercare di comprendere le tue ragioni, ho pensato solo dopo al mio comportamento e mi sono sentito un verme. Scusa. Il tuo passato, il nostro passato, vorrei poterlo ricordare, ma è qualcosa che va oltre le mie volontà: non ci riesco.Improvvisamente però il rosso si interrompe, colpito da una sorta di barlume e, ponendo lo sguardo al didietro del suo compagno, nello scorgere una piccola e minuta figura corvina salutarlo, sgrana gli occhi incredulo. "Eri tu" si ritrova infatti a sussurrare, tornando poi ad osservare Kagayama dopo aver sorriso alla proiezione del bambino che, in passato, aveva amato; del bambino che era divenuto grande e che, proprio ora, si erge di fronte a lui.
- Credo comunque alle tue parole, ciecamente - riprende quindi - Se dovessi spostare l'argomento sulla banda e su Oikawa, beh, ci terrei a dirti che non condivido il servirsi di mezzi illegali e immorali per fuggire da una realtà più grande di se stessi, ma oramai non si può tornare indietro; e che nonostante tu mi abbia mentito sul suo conto, sul conto del tuo ex, la tua storia con lui non mi riguarda: ora sei mio -
Sono suo.
- Hinata - lo chiamo tendendo una mia mano verso una delle sue, nel tentativo di afferrarla con il battito accelerato - Non capisco dove vuoi arrivare - ammetto serio e speranzoso.
Io sono suo.
- Quello che sto cercando di dirti è che indipendentemente dai molteplici sbagli che, entrambi, abbiamo commesso, vorrei che tornassimo quelli di un tempo: due ragazzi innamorati, due ragazzi non in grado di vivere l'uno senza l'altro che si proteggono vicendevolmente, due ragazzi che si amano - afferma posando le sue iridi lucide sulle mie per poi sorridermi dolcemente - Accetteresti questa mia richiesta? -
- Come potrei rifiutare? - rispondo ricambiando il sorriso e sfiorando una sua guancia.
- Kageyama -
- Sì? -
- Ti amo ... -
- Lo so e ... ti amo anche io -
- Idiota - urla in modo sommesso saltandomi tra le braccia e facendomi cadere al suolo.
- Grazie - sussurro stringendolo a me scoppiando in lacrime, subito seguito da lui, così da poter sfogare il nostro dolore, la nostra paura ... il nostro amore.Abbiamo sbagliato entrambi, è vero; del resto però, questo fa parte dell'essere uomini, e quella promessa che ci aveva legati, quel giuramento che aveva sancito il nostro eterno amore, di certo, non sarebbe stato infranto, di certo, avrebbe rappresentato il nostro nuovo inizio.
Noi, dal canto nostro, ci saremo invece impegnati ad onorarlo ... insieme!
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Fate ⏳
RomanceA volte il destino è crudele: è in grado di distruggere tutto ciò a cui tieni in meno di due secondi, portandotelo via per sempre. A volte invece, conserva tra le sue braccia la felicità per lungo tempo, donandotela quando meno te lo aspetti.