Velocemente, accendo il motore e mi affretto a raggiungere la casa del rosso. Scendendo poi dal veicolo in mio possesso, giungo di fronte a un cancello, sul lato destro del quale vi è un campanello che, una volta premuto, mi consente di percepire la frizzante risata del moccioso.
- Chi è? -
- Kageyama -
- Arrivo subito, dammi solo qualche istante -Trascorsi infatti alcuni minuti, vedo la porta aprirsi, in maniera tale da permettere al giovane di uscire.
- Ehi -
- Ciao - mi limito a rispondere, inespressivo.
- Vogliamo andare? -
- Mhmh - annuisco.Così, senza aspettare oltre, saliamo sulla mia fidata moto e, attraverso la stessa, giungiamo di fronte al fiume Tama. Esso è preceduto da una spessa ringhiera e da un grande prato verde, mentre le sue acque risplendono al chiaro di luna. Allora, dopo aver parcheggiato il mezzo , ci avviciniamo al muretto, per poi rimanere in silenzio.
Trascorrono dunque pochi minuti, durante i quali non facciamo altro che fissare la limpida superficie del canale di fronte a noi. Improvvisamente però, Hinata rompe il ghiaccio e inizia a parlare.- Grazie per avermi dato la possibilità di rimediare al mio errore -
- Ripeto, tienila stretta. Non le concedo mai ... queste chance -
- Ho sbagliato, non avevo il diritto di giudicare le tue azioni. Nonostante ciò, l'ho fatto. Ho agito guidato dall'egoismo, senza pensare alle conseguenze -
- Sembri veramente pentito sai? -
- Lo sono. Se potessi, tornerei indietro nel tempo e sceglierei la potenzialità di agire diversamente, magari spinto dal voler conoscere la realtà -
- Vuoi sapere chi era quel ragazzo? -
- Non più, ho capito che non è mio dovere dirti con chi uscire o chi frequentare -
- Te lo dirò lo stesso. Si chiama Oikawa ed è il mio migliore amico - mento - Frequenta il secondo anno della mia stessa scuola e ... quel giorno si stava dichiarando. Subito dopo esser rientrato nel ristorante, gli ho detto che non avevo alcuna intenzione di "rimanere al suo fianco", come lui mi aveva chiesto - proseguo inventando le peggiori scuse - Non è stato difficile spezzargli il cuore! - termino sfoggiando un sorriso, falso e azzardato.
- Per quanto ancora la indosserai? -Non dirmi che ...? Non può averla scoperta ...
- Cosa moccioso? -
- La maschera! Quella che ti copre il volto. Vuoi davvero continuare a tenerla? -Come ha fatto?
- Ti sembra questo il momento di scherzare? - domando fingendo di non sapere nulla.
- Vedi? Lo stai facendo di nuovo. Non è lei a darti la forza Kageyama! Non è grazie a lei che puoi avanzare nella battaglia della tua vita! -Ci è davvero riuscito? Impossibile!
Rimango immobile e in silenzio.
È stato il primo ad averla scoperta da solo. A Oikawa sono stato io a dirlo, invece lui ... lui ...
- Se vuoi posso essere io ... -
"Se vuoi posso essere io la tua nuova famiglia"
- Cosa? Essere cosa Hinata? - chiedo serio, coprendomi il volto con le mani e poggiando i gomiti sulla ringhiera.
- Essere la tua forza. Il pilastro con cui sorreggerti -
- Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno - sussurro con la voce spezzata e gli occhi oramai lucidi.
- Tutti hanno bisogno di qualcuno! Nessuno può sopravvivere camminando da solo -
- Io non sono solo. Io ho loro, quelli che ti hanno sostituito - ammetto senza alcun rimpianto.
- Senti, non capisco perché sostieni di avermi già incontrato e non comprendo nemmeno i tuoi presunti riferimenti, ma ti dirò una cosa: smettila di tenere prigioniero il tuo vero te stesso! -Nel sentire le sue parole sgrano gli occhi, permettendo a una lacrima di separarsi dalle sue compagne.
- Guardami - mi ordina.
- Non ci riesco - rispondo facendone scendere una seconda.
- Guardami - ripete.
- ... -
- Perché non vuoi? -
- Ho paura - ammetto per una seconda volta.
- Di cosa? Sono semplicemente io -
- È proprio quella la causa -Hinata non risponde, ma in compenso lo sento afferrarmi i polsi. Lentamente mi fa voltare e mi scopre il volto, allontanando i miei palmi da quest'ultimo. Rimaniamo così immobili, uno di fronte all'altro, con le mani congiunte.
Copiose goccioline salate continuano a rigarmi il viso tanto che, nell'esatto istante in cui le nostre iridi si scontrano, distolgo lo sguardo. Il mio cuore invece, non smette di aumentare le pulsioni: sembra che stia per fuoriuscire dal costato.Non riesco ancora a crederci: io, il Re, che piango di fronte agli occhi del demone del mio passato ...
- Smettila di piangere - sussurra asciugandomi le lacrime.
Essendo dunque privato di ogni forma di forza, piego le gambe e mi inginocchio al suolo, seguito dal rosso che non smette di tenermi la mano destra. Istintivamente, senza dire nulla, mi getto tra le sue braccia e vengo accolto tra le stesse.
- Sai che mi piace molto di più il Kageyama che mi stai mostrando? -
- Io non sono fragile - borbotto, più per convincere me stesso.
- Hai ragione, sono sicuro che tu sia molto forte! Non è da tutti riuscire a piangere davanti a qualcuno -Solo ora prendo consapevolezza del fatto che, copiosamente, le lacrime continuano a fuoriuscire dai loro giacigli. Di scatto, sciolgo quindi quel meraviglioso quanto doloroso abbraccio.
- Scusa - dico asciugandomi frettolosamente il volto, servendomi della parte terminante delle maniche.
- Di cosa? -
- È che io non ho mai ... - inizio bloccandomi.
- Pianto? -
- Almeno di fronte a qualcuno - affermo per poi portare entrambi i palmi sulle labbra, incredulo di aver svelato uno dei segreti che più avrei voluto tenere nascosti.Piangere è sinonimo di debolezza, essere impassibili di forza.
- Questo ribadisce la mia tesi: i forti sono quelli che piangono in solitudine, tormentati dai propri incubi; i più forti invece, sono quelli che hanno il coraggio di farlo di fronte a qualcuno -
- È una bugia - bisbiglio.
- Fidati -
- Sono abituato a dubitare di tutto e tutti -
- Allora privati di questa convinzione, almeno quando sei con me ... Ti prego! -
- Posso provarci - ammetto oramai trasportato dal corso degli eventi.Rimandiamo poi in silenzio, guardandoci fissi negli occhi. Le nostre iridi iniziano a desiderarsi ardentemente e, per questo, inizio ad avvicinarmi a lui. Il mio naso sfiora il suo con fare lieve, mentre le nostre labbra sono a pochi centimetri dallo scontrarsi. Le goti di Hinata, come anche le mie, si tingono di rosso e, sul punto di dar vita ad un dolce e casto bacio, la suoneria del ragazzo giunge i nostri orecchi. Nei miei pensieri si affollano così numerose imprecazioni, ma nel vederlo attaccare esse svaniscono.
- Scusa era mia madre. Sicuramente voleva sapere dove fossi: sono le 11:30PM e si starà preoccupando -
- Allora vai ... -
- Mi dispiace dover tornare a casa -
- Tranquillo, non preoccuparti - lo rassicuro sfoggiando un enorme sorriso ... un sorriso vero.Lui, nel sentire le mie parole, si alza e, dopo avermi ringraziato, inizia ad allontanarsi. Rimango allora immobile, con le ginocchia piantate a terra e la mente offuscata da molteplici interrogativi ... interrogativi che, prima o poi, avrebbero distrutto le catene con le quali, io stesso, mi ero imprigionato.
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Fate ⏳
RomanceA volte il destino è crudele: è in grado di distruggere tutto ciò a cui tieni in meno di due secondi, portandotelo via per sempre. A volte invece, conserva tra le sue braccia la felicità per lungo tempo, donandotela quando meno te lo aspetti.