Capitolo 28

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Viene inquadrato un ospedale frontalmente, preceduto da una seconda struttura: un pronto soccorso. L'uno è caratterizzato da esterni bianchi, dotati di piccole e numerose finestrelle azzurre; l'altro invece, munito egualmente delle stesse, è realizzato in ocra. Di fronte a entrambi è invece edificata una rotonda, decorata attraverso l'utilizzo di un albero e di alcune aiuole.
Sulla strada che li costeggia, un ragazzo è intento a correre, visibilmente preoccupato. Indossando un elegante frac nero e una lussuosa camicia bianca, attira l'attenzione delle persone che lo circondano, le quali, senza alcun ritegno, si accingono a fissarlo con gli sguardi. Il corvino però, noncurante di questi ultimi, si appresta a varcare il portone d'ingresso, abbandonando alle sue spalle la notte scura.

Punto di vista di Kageyama

Cazzo, cazzo, cazzo ...

- Mi scusi, saprebbe dirmi dove posso trovare il Signor Sakahiro? - chiedo all'infermiere della reception.
- Se intende Kyoji, oramai non è più qui ... Il suo corpo è stato da poco trasferito all'obitorio -
- Cazzo -

Non capisco come possa essere così abbattuto per la morte di quel verme.

- È un suo paziente? -
- Sono Kageyama Tobio, suo nipote -
- Posso scortarvi da lui, nel caso in cui voglia -
- Grazie mille -
- Si figuri, dovere - ricambia volgendosi verso la sua assistente - Ai, pensaci tu qui, io devo accompagnare il ragazzo ai piani bassi -

Già, i piani bassi. Così viene definito il luogo in cui vengono portati i defunti.

Il giovane mi fa quindi cenno di seguirlo e io, con il battito a mille, mi appresto a camminare lentamente dietro di lui. Così, una volta attraversato un lungo corridoio dalle piastrelle azzurre, ci accingiamo a varcare la soia di un grande portone. Giungiamo allora di fronte a due rampe di scale e, dopo averle superate, accediamo all'obitorio. Esso si presenta come una stanza caratterizzata da un corridoio, tramite il quale è possibile accedere alle varie celle, in totale quindici.

- La sala numero nove - mi viene detto dall'infermiere.
- Grazie -
- Io devo tornare al mio lavoro, lei appena ha terminato può fare il percorso in maniera inversa e andare -
- Grazie -

Non appena lo vedo sparire dietro la porta d'ingresso, mi incammino verso la sala assegnata a mio zio e, nel raggiungerla, mi siedo accanto alla bara. Sakahiro Kyoji è sdraiato su quest'ultima, con gli occhi delicatamente chiusi e le mani fedelmente incrociate sul petto. In maniera involontaria, allungo la mia mano sinistra verso una delle sue e, solamente toccandola, mi rendo conto di quanto possa essere fredda.

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