Capitolo 35

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"Sono Oikawa, ci vediamo tra cinque minuti alla fabbrica. E' importante!". Così continua a ripetere il castano, ogni qual volta interloquisce con un diverso componente della banda.
Dopo essersi infatti riuniti all'interno del luogo stabilito, tutti i partecipanti alla riunione iniziano a chiedersi il perché di quella telefonata. Che volesse colpire ancora? Per gli albini e Iwa-kun quella della volta scorsa aveva sicuramente significato la prima sconfitta, ma non per Kindaichi ... né per lui, né per Oikawa. Loro già in passato avevano sperimentato il panico, il dolore, il rammarico, il rimpianto. Ovviamente quando a comandare c'era ancora lui: il Re!
Nella mente di Aone c'era solamente un buco nero, capace di risucchiare qualunque pensiero; in quella di Lev delle catene che lo ancoravano al suolo; in quella di Kindichi parole affollate e in quella del moro, solo il desiderio di voler proteggere il suo compagno.

Punto di vista di Oikawa

- Scusate se vi ho convocato alle 11.00 di sera, ma c'è qualcosa di molto importante che devo farvi sapere - esordisco serio - Ci ho pensato e, a essere sincero, per giungere a questa conclusione non ci è voluto molto ... anzi -
- Dai, non fare troppi preamboli. Sputa il rospo - mi incita il ragazzo dagli occhi smeraldini.
- Siete liberi -
- Ovvero? - domanda con tono cupo il gigante.
- Sciolgo, qui e ora, la banda - rispondo calmo, regolando i battiti.
- Stai scherzando vero? - chiede impaurito il russo.
- Affatto. Lo faccio per il bene di ognuno di noi ... per le nostre vite -
- Lo sai vero che questo è l'unico posto che mi è rimasto? - grida prendendomi per il colletto della felpa.
- Lo so -
- Allora perché vuoi privarmi anche di questo? -
- Non lo voglio fare, voglio solamente che non corriate altri rischi -
- Dove andrò poi? - chiede ancora.

Le sue tristi urla cedono però il passo al silenzio, che ora si trova a incombere rigido.
- Puoi stare da me - replica il secondo albino.
- Mi dispiace! Mi dispiace dovervi causare sempre dei problemi. Mi dispiace che qalcuno a cui tengo sia stato abbandonato dai propri genitori, lasciato solo al mondo, incapace di confrontarsi con una realtà troppo grande e opprimente; che qualcuno abbia sofferto a causa della morte della figura materna, unico suo punto di riferimento; che qualcuno sia stato preso in giro, deriso, considerato incapace e inadatto e che qualcuno abbia dovuto rinchiudere dietro solide sbarre il proprio cuore e i propri sentimenti, ferendo il proprio essere - singhiozzo oramai consapevole di aver iniziato a piangere - Mi dispiace vedere sul volto di Aone un'espressione sempre malinconica, su quello di Lev una maschera di allegria che nasconde solo dolore, sul viso di Kindaichi un'aria di rassegnazione - continuo non interrompendo l'affluire delle mie lacrime e coprendomi gli occhi con i palmi - Mi dispiace avervi indirizzati in questo tunnel apparentemente privo di una via d'uscita. Mi dispiace avervi spinto a rubare, quasi uccidere. Mi dispiace esser stato un pessimo capo, un pessimo esempio, un pessimo amico. Mi dispiace per le ferite che celate nell'animo ... e io, invece di curarle, le ho aperte ancor di più. Sono uno stupido, e mi dispiace! - esclamo permettendo alle mie iridi di vedere nuovamente.

Mi ritrovo così a socchiuderle lentamente, ancora bagnate dalle lacrime e, nell'esatto momento in cui volgo il mio sguardo verso i miei sottoposti ... no, i miei compagni ... perdo un battito. Il russo immobile, poco lontano da me è in lacrime come anche il corvino, intento ad asciugarsi le gote con le maniche del maglione blu da lui indossato. Aone invece mi guarda dolcemente, mentre Iwaizumi, rimasto in silenzio per tutto il tempo, mi sorride piegando la testa di lato.

- Non devi mai più provare a dire una cosa del genere - borbotta Kindaichi venendo di fianco a me.
- Sei un idiota! - urla poi Lev abbracciandomi - Non devi nemmeno pensarle certe cose ... noi, noi siamo tuoi amici -
- E in quanto tali ci teniamo a te - aggiunge il gigante.
- Grazie ragazzi! -
- Grazie a te! - rispondono tutti in coro stringendomi tra le loro braccia.

Dopo poco ci separiamo e, sorridendoci a vicenda, diamo vita a una sfragorosa risata, una risata vera.

- Vi voglio bene ragazzi! -
- Noi no! - scherza il giovane dagli occhi smeraldini.
- Da ora in avanti cerchiamo di combattere i nostri fantasmi aiutandoci, e non ricorrendo ai nostri vecchi metodi. Va bene? -

Tutti si limitano quindi ad annuire in risposta, non pronunciando parola alcuna.

- Vogliamo andare a divertirci? - rompo poi il ghiaccio.
- Non al "Dori Night Club" mi raccomando - ci punzecchia Kindaichi.
- Cosa sarebbe? Una discoteca? - domanda Lev.
- Beh ... - esordisco guardando l'unico restante ad aver condiviso con me quell'esperienza - È il locale dove abbiamo colpito con i vecchi componenti, è il locale che ha allontanato molti di noi ... - termino ritrovandomi a sorridere.
- Davvero!? È come ci riuscì? -
- Semplicemente ha fatto incontrare di nuovo due anime destinate ad essere una, ha congiunto due cuori soli e ha aperto gli occhi a una testa dura ... -
- Perché voi avete deciso di restare? - chiede allora Aone.
- Perché cercavo vendetta, volevo vedere qualcuno soffrire come lo avevo fatto io - rido.
- Perché ero solo e solo qui, con voi, mi sentivo a casa, mi sentivo degno - risponde in aggiunta "testa a carciofo".
- Capisco - replica allora l'albino.
- Ora basta pensare a certe cose: voglio divertirmi come si deve stasera! - esclama entusiasta Iwa-kun prendendo finalmente la parola.

***

La visuale mostra una discoteca all'interno della quale colori come il blu, il rosso e il giallo si trovano a dominare. Tre dei cinque giovani sono intenti a scatenarsi in pista, con aria assai divertita e serena; un albino robusto e un moro dallo sguardo truce sono invece seduti su un comodo divano in pelle bianca, prossimi a sorseggiare l'ennesimo goccio di birra.

- Perché quel cretino del mio ragazzo deve sculettare accanto a quella gallina!?! - si lascia uscire Iwaizumi, "leggermente" brillo e con le gote arrossate.
- State insieme? Da quanto? -
- Sì, da poco poco tempo ... troppo poco tempo in realtà - farfuglia ebro.
- Non ti facevo un tipo geloso - sentenzia Aone trattenendo a stento una risata.
- Io? Geloso? Per nu... - replica prima di spostare lo sguardo sull'amato che, sentendosi osservato, incrocia il suo sguardo - Brutta vacca siliconata ti faccio vedere io! - grida poi vedendo una ragazza dare un bacio sulla guancia a Oikawa.

Acquisendo infatti la velocità di un fulmine si precipita verso i due e, nel raggiungerli, separa il castano dalla giovane per poi afferrarlo dai fianchi.

- Cosa credi di fare vacca?!? - le grida contro, sotto lo sguardo divertito del più giovane - Lui appartiene a me, capito? - persiste abbandonandosi all'ebbrezza donatagli dall'alcool.
- Chi ti credi di essere? - domanda lei furiosa.
- Il suo ragazzo cazzo! - risponde infastidito baciando il diretto interessato - E' mio gallina - insiste separandosi da lui e trascinandolo al tavolo dove era in precedenza seduto - Tu sei mio! - ripete poi facendolo sedere e abbracciandolo da dietro - Sei solo mio! - continua più per convincere se stesso che il suo amante, letteralmente in lacrime per il troppo ridere.
- Lo so - risponde quest'ultimo, rubandogli un leggero bacio a stampo.

Al trio si aggiungono quindi i restanti membri che, con un enorme ghigno stampato sul volto, abbracciano l'albino il quale, stupito, pone lo sguardo sulla coppia al suo fianco e sorride.

E' proprio questo quello che volevo! Grazie Aone, per il tuo sorriso dolce; grazie Lev, per il tuo coraggio; grazie Kindaichi, per la tua temerarietà e, soprattutto ... grazie mio adorato Iwa-kun, per il tuo amore!

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