Capitolo 33

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- Forza andiamo! - urlo colpendo l'adulto in prossimità della spalla - Correte! -

Con la rapidità di un fulmine che si schianta al suolo, li vedo alzarsi e correre fuori dalla porta. Tutti tranne uno, tranne il moro.

- Dai cazzo, muoviti - grido impaurito scorgendo l'uomo riprendersi.
- Bastardo - esclama quest'ultimo voltandosi verso di me.
- La pistola -
- Non importa! - replico.
- Le impronte -
- Vai - ordino al mio sottoposto, nel mentre il capo famiglia mi punta contro l'arma e spara un colpo, mancandomi - Vai ho detto! -
- Ma ... -
- Vai! - urlo, per poi guardarlo andare via.
- Sai ragazzo, potrei ritenerti coraggioso. Insomma, sacrificarsi per i propri compagni: è onorevole -
- Ti sbagli, non ho intenzione di sacrificarmi per nessuno - lo contraddico estraendo un coltellino dalla manica e frecciandogli contro.

Nel giro di due secondi infatti, riesco a penetrare la carne della sua spalla sana, al che non può trattenersi nel cacciare un grido e lasciar cadere la Desert stretta tra le sue dita. Il sangue inizia a fluire dalla ferita e io, facendo fuoriuscire da quest'ultima la lama, mi accingo rapidamente ad afferrare la pistola e a correre in direzione della porta. Varcando allora la sua soglia, mi precipito in direzione del cancello che, scavalcato, mi permette di salvarmi la pelle. Mi poggio così sul muretto laterale dell'abitazione per riprendere fiato e, alzando poi il volto, noto l'assenza dei miei compagni.

Per fortuna stanno bene!

Sposto quindi lo sguardo sulle mie mani e, scorgendo entrambe le pistole e la piccola arma da taglio, tiro un sospiro di sollievo.

Devo chiamarli.

"Kako wo mitashiteiru tsumi ga tsukutta boku de aru tame ni"

- Pronto - rispondo senza prestare attenzione al nome del mio interlocutore.
- Oikawa, dove sei? -
- Iwa-kun, meno male! Sono contento! -
- Dove sei? - ripete.
- Sono appena uscito e ... -
- E? -
- Mi spiace -
- Cosa? Oikawa dì qualcosa cazzo! -
- Io non volevo - rispondo incamminandomi verso il covo e terminando la chiamata.

Durante il tragitto, numerose telefonate iniziano a invadere il mio cellulare, tutte provenienti da quello di Iwaizumi.

Perché ti preoccupi tanto? Del resto, io, sto bene.

Passata quindi una buona ora, giungo a destinazione e, sul punto di entrare nella fabbrica, ricevo un'ennesima chiamata. Senza pensarci due volte, mi accingo quindi a rispondere, scoprendo la voce del moro.

- Dove sei? -
- Non importa -
- Prima che mi arrabbi seriamente, dove cazzo sei? -
- Nel solito posto, volevo riporre le pistole - rispondo per poi sentire il classico "bip" di fine chiamata.

Noncurante di ciò, mi dirigo verso gli armadietti e, aprendo il mio e quello di Iwa-kun, ripongo il tutto al loro interno. Tutto tranne il coltello: devo lavarlo.
Mi dirigo così verso la stanza accanto, dove è collocato il bagno e, aprendo il rubinetto, mi presto a strofinare le falangi sulla lama sporca di sangue.

Che schifo!

Così, più velocemente possibile, porto avanti il mio intento e, dopo averlo portato a termine, asciugo l'arma, la ripongo nella tasca interna alla felpa e mi dirigo verso l'uscita. Nel raggiungerla però, mi trovo di fronte uno scontroso imperlato di sudore, poggiato al lato sinistro della porta. Il suo sguardo è furente, ma al contempo preoccupato; le sue mani contratte, ma tremanti.

- Sei un idiota! - urla venendomi vicino - Sei ... un idiota! - ripete questa volta con tono basso e insicuro, abbracciandomi.
- Iwa-kun? -
- Ci hai fatto preoccupare - continua stringendomi e nascondendo il suo volto nell'incavo del mio collo - Mi hai fatto preoccupare! - ammette sul punto di piangere.

Cos'è questa sensazione? Il mio cuore non vuole cessare di accelerare i battiti ...

- Iwa-kun, puoi guardarmi un attimo? - chiedo lasciandomi dominare dal me che odio.
- Non posso -
- Dai, alza per un attimo lo sguardo - lo incito nuovamente.

In maniera più che lenta, fa dunque incrociare le nostre iridi e la prima cosa che noto sono due piccole goccioline salate intente a fuoriuscire dai loro giacigli.

Cavolo! Da quanto mi ritrovo a perdermi in queste gemme color del cioccolato?

Senza così rendermene conto, mi avvicino a lui e, dopo pochi secondi, unisco le mie labbra alle sue, facendo sbocciare un dolce e casto bacio. In un primo momento spalanca gli occhi, stupito e completamente rosso in viso; poi però, sento i suoi muscoli allentarsi e la sua bocca socchiudersi, come per lasciar passare la lingua. Iniziamo allora una danza frenetica che, privandosi di ogni forma di purezza, si lascia pervadere dalla passione. Dopo alcuni minuti trascorsi a baciarci, ci separiamo costretti dalla mancanza di fiato al che il moro abbassa subito lo sguardo.

- Iwa-kun, mi sono innamorato di te - mi dichiaro scandendo bene ogni singola parola.
- Beh, n-non aspettarti di certo che io ri-ricambi i tuoi sentimenti - balbetta imbarazzato.
- Ne sei sicuro? - domando sfiorandogli l'orecchio con le labbra.

Il moro non proferisce parola, ma in risposta da vita a un secondo bacio.

- No - dichiara sincero - Se solo te ne fossi reso conto prima, avresti evitato di soffrire -
- Non mi importa: la mia vita fino a ora è sempre stata una successione di innumerevoli episodi spiacevoli e mi ci sono abituato, pian piano. Solo in questo momento mi rendo consapevole del fatto che la vera felicità, quella che il destino tiene stretta tra le sue braccia, non l'avevo ancora ricevuta. Almeno fino ad ora: è con te che voglio stare, è con te che voglio scolpire nel mio cuore la parola "felicità" -
- Lo stesso vale per me! -
- Ne sono molto grato. Ora dunque, te lo chiedo formalmente - comincio separandomi e inginocchiandomi di fronte a lui - Iwaizumi Hajime ... - continuo - ... vuoi essere il mio ragazzo? - termino.
- Certo! - esclama abbracciandomi.
- Ti amo -
- Mh - annuisce contraccambiando.

Lo consideravo il mio più grande nemico, il destino. Questo infatti mi aveva arrecato molteplici sofferenze, tanto che sentivo il mio cuore sbriciolarsi in frantumi. Non mi ero però reso conto che qualcuno già mi amava da tempo, qualcuno già lottava per avermi. Oggi, mi ritrovo quindi a ringraziare quel qualcuno, quel moro che, nel silenzio tentava di raggiungermi. Forse è stato proprio l'antagonista di tutti noi a rendere possibile ciò: personalmente mi ha reso in grado di voltare le spalle al mio passato, di godere del presente e di sperare nella realizzazione dei progetti futuri. Io, di questi ultimi, ne posseggo uno soltanto: trascorrere la mia vita con la persona che sento di amare, con la persona che mi ha aperto gli occhi, con il mio Iwa-kun.

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Scusate il ritardo, ma avevo bisogno di un po' di tempo in più per sistemare gli ultimi dettagli.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto u.u

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