Pov's Amy
Bip bip bip
Quel suono mi ricordava tanto l'ultimo posto in cui volevo essere...
Apri piano gli occhi e invece di guardare il soffitto di casa mia, mi ritrovai a fissare un soffitto bianco che emanava freddezza.
Aprii e chiusi piano gli occhi per poi girarmi verso quel suono orribile che proveniva da uno stupido monitor che stava contando i miei stupidi battiti.
-Amy!-sentii una voce provenire dall'altra parte della stanza
Mamma!
-Mamma-gracchiai
Si sedette vicino a me e mi strinse la mano, aveva gli occhi lucidi, e il volto stanco.
-Mamma...ma dove sono?-chiesi con voce debole
-Sei in ospedale, sta tranquilla è tutto apposto-mi tranquillizzò
Sapeva quanto odiavo gli ospedali e sapeva che se fossi stata male comunque non ci sarei venuta ma purtroppo ora ero qui!
-Cos'è successo?-chiesi
Non ricordavo neanche come ci ero venuta fino a qui!
-Ci hai chiamato sta notte ma quando siamo arrivati al tuo appartamento eri svenuta-mi spiegò
Oh no...ero addirittura svenuta
-I medici che cosa hanno detto?-chiesi anche se già mi aspettavo una risposta negativa
-Ora riposa ne riparliamo quando starai meglio-disse accarezzandomi il volto e mi addormentai.Quando mi svegliai vidi che fuori dalla finestra era buio, ma quanto avevo dormito?!.
Sentivo delle voci provenire da fuori della stanza
Che significa che non serve a niente?
Papà!
Mi dispiace ma non c'è...
Ma non riuscì a capire dato che un infermiera entrò nella mia stanza
-Ben Svegliata Amy! Come ti senti?-mi chiese tutta sorridente
-Ehm..credo bene, cosa dicono i medici?-chiesi indicando la porta
Mi fece un sorriso che voleva sembrare rassicurante ma era tutto tranne quello!.
-Non ti preoccupare-disse togliendomi la flebo dal braccio.
Diede una controllata alla mia pressione e poi uscì.
Trassi un lungo respiro e mi sedetti piano, mi facevano male tutti i muscoli, sembrava che avessi fatto la maratona di New York!.
-Ehi campionessa! Ti sei svegliata!-disse mio padre entrando e venendo a sedersi vicino a me.
Mi ricordava quando ero piccola che veniva a stendersi vicino a me prima di andare a dormire e mi raccontava la sua giornata che trovavo sempre interessante. Ma questa volta era diverso, non ero nel mio solito letto, ero in ospedale e mio padre non aveva più quel sorriso che aveva quando entrava nella mia camera, aveva un'aria stanca e triste...molto triste.
-La mamma dov'è?-chiesi
-È andata a prenderti il borsone, ti dimettono domani-mi spiegò
Annui leggermente poi non resistetti più
-Papà che hanno detto i medici?-chiesi guardandolo seria
Mio padre non era mai riuscito a raccontarmi una balla, neanche quando ero piccola, potevo leggere nei suoi occhi ciò che stava accadendo
-Piccola...perché non riposi un..-
Lo interruppi -Papà ho dormito, mi sono riposata ora qualcuno mi vuol dire che sta succedendo?!-dissi alzando la voce
-Amy..-
-Non si preoccupi,te lo spiego io Amy-disse un medico entrando nella mia stanza, mi fece un sorriso educato e si mise davanti al letto
-Come ti senti?-mi chiese
-Ehm..meglio ancora un po' stanca-spiegai
Lui annuì -Hai capogiri? Nausee?-chiese
Scossi la testa
-Ok, da quanto tempo è che non prendi più le medicine?-
Merda!
-Quand'e l'ultima volta che hai risposto a un trattamento?-chiese gentilmente
-Circa un anno fa...non mi dica che devo ricominciare?-dissi chiudendo gli occhi
Non potevo resistere a un altro trattamento, credo che sarei morta lì dov'ero.
Chiuse la mia cartella clinica e si sedette accanto a me
-No sarebbe inutile farti procedere con un trattamento che forse ti farebbe stare peggio-disse e sul volto aveva quasi un espressione triste
-Inutile?-che voleva dire?!
-Vedi Amy le tue condizioni sono peggiorate, e tanto anche.-mi spiegò
-Che cosa vuole dirmi dottore?-chiesi con voce tremante
-Che purtroppo non possiamo fare più niente, il tumore invece di rimpicciolirsi si è esteso a dismisura e non possiamo fare niente per fermarlo o almeno rallentarlo. Ti darò dei farmaci che ti faranno sentire meno dolore, ma le nausee e i capogiri è probabile che aumenteranno e anche i dolori alla schiena e al petto-mi spiegò.
Anche se sapevo che lui non poteva immaginare trassi un profondo respiro e gli chiesi con gli occhi lucidi
-Farà male?-
Il medico guardò prima mio padre e poi me
-Si Amy farà male e tanto-
Non facevo altro che annuire debolmente anche se ormai la mia mente era da tutt'altra parte, ero malata, lo sapevo ma fino a quel momento non riuscivo ad accettarlo. Cercavo di convincermi che fosse solo un sogno, da cui mi sarei svegliata molto presto, ma invece...
-Quanto mi rimane?-chiesi con voce tremante e sapevo già che la risposta non mi sarebbe piaciuta.Il giorno dopo ritornai nella mia vecchia casa, la casa in cui avevo vissuto per 18 anni.
Mio padre parcheggiò esattamente davanti alla villetta , per poi aiutarmi a scendere dalla macchina. Non stavo più male come prima ma i medicinali mi facevano sentire debole, molto debole.
-Ben ritornata a casa tesoro-disse mia madre aiutandomi a salire i gradini che non guardavo neanche talmente ero incantata da quella casa che sembrava secoli da quando l'avevo visto l'ultima volta.
Quando entrammo mio padre portò il borsone nella mia vecchia camera mentre mia madre mi accompagnò, tenendomi stretta a se come se dovessi scomparire da un momento all'altro, e mi portò verso il divano.
Mi sedetti piano prendendo la coperta li vicino e me la misi sulle gambe. Continuavo a guardarmi intorno come se volessi memorizzarmi ogni particolare di quel salotto
-Amy tutto ok?-chiese mia madre sedendosi sul tavolino davanti a me
Fissai un punto fisso davanti a me e feci un grosso respiro e poi la guardai -Penso di si-mentii.
Non era tutto ok, niente era tutto ok.
-Ti lascio da sola così riposi un po'-disse dandomi un bacio sulla fronte e se ne andò.
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare.Quando mi svegliai la stanza era immersa nel buio più totale, l'unica fonte di luce proveniva dalla tv.
Mi girai e vidi mia madre sdraiata sull'altro divano che stava dormendo tranquilla, sembrava in pace con se stessa. Non aveva pensieri ne problemi e la lasciai stare.
Avevo bisogno di sgranchire un po le gambe dato che non facevo altro che dormire. Mi alzai piano facendo attenzione a non svegliare mia madre e uscì dalla sala. Mi misi il giubbotto e andai fuori all'aria aperta, era stupendo come tutto era circondato dal silenzio e dalla neve.
Un silenzio che amavo.
Mi girai verso destra e vidi una luce provenire dal garage, mi incamminai e andai ad aprire la porta e trovai mio padre seduto su una sedia con un mio trofeo di danza in mano.
Mi si strinse il cuore a quella scena, non lo avevo mai visto così vulnerabile, sembrava spaesato quanto me.
-Papà?-sussurrai
Alzò di scatto la testa come se si fosse risvegliato da un sonno profondo
-Amy! Dovresti stare a letto a riposo-disse alzandosi
-Sto bene tranquillo-dissi facendo un debole sorriso
-La mamma?-chiese posando il trofeo sulla mensola accanto agli altri
-Si è addormentata sul divano-dissi
-Ah allora mi tocca portarla su se no domani chi la sente! Male di qua male di la-disse facendo una piccola risata
Ricambiai il sorriso ma ad un tratto l'aria nel garage si fece pesante
-Come stai? Dopo quello che ti ha detto il medico-chiese
Feci un profondo respiro, non bene! Sapere che non avrei più...
-Sto...ma dovrei essere io a farti questa domanda-dissi stringendomi di più nel giubbotto
Fece una risata amara e iniziò a guardare i miei trofei
-Ti ricordi quando eri piccola che volevi sempre ballare e mettevi i tuoi piccoli piedini sui miei e ballavamo per ore?-chiese con voce triste ma allo stesso tempo speranzosa, come se avesse paura che non mi ricordassi quei bellissimi momenti
-Certo che mi ricordo...mi ricordo che mettevi sempre una canzone..aspetta come faceva..-dissi pensierosa e mio padre iniziò a canticchiarla e io lo segui, ricordandone subito il ritornello
Poi mio padre si avvicinò allo stereo e nell'aria iniziò quella canzone, si avvicinò facendo dei passi di Walzer che mi fecero ridere di cuore e poi mi porse la mano
-Mi concede questo ballo?-mi chiese
Feci una piccola risata -Ma certo-feci un finto inchino
Ci ritrovammo a ballare per tutto il garage, chi ci vedeva da fuori probabilmente ci avrebbe preso per pazzi, ma poco mi importava.
Era come se fossi ritornata piccola e mio padre era quel l'eroe che tutt'ora consideravo tale.
-Mi sembra di essere ritornata indietro nel tempo-dissi
-Già-disse tristemente e poi smise di ballare e lo guardai confusa
-Con la differenza che ora non..non ti posso salvare quando cadrai-detto questo scoppiò in un pianto sincero.
Non avevo mai visto piangere mio padre, quell'uomo che ancora adesso consideravo il mio eroe.
Ma aveva ragione, questa volta nemmeno lui avrebbe potuto salvarmi.
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Il Mio Opposto Perfetto#LoveCoupleSeries3
ChickLitAmy è una ragazza timida, chiusa e riservata che ha un passato diverso da tutti i comuni ragazzi universitari anche se non lo da a vedere e ancora adesso la sta tormentando. Ma un giorno fa una conoscenza che le cambierà la vita. Mike il suo opposto...