Grazie alla mia migliore amica, Elena.
Grazie alla Monique e alla Miki.
Grazie a tutti voi.
Amber si era appena svegliato, osservando il suo migliore amico ancora dormiente. Sorrise.
Sorrise perché quei giorni con lui erano stati fantastici, nonostante ci fossero stati comunque alti e bassi e ancora – altre piccole omissioni da parte di Devonne su due giorni prima, su quella specie di incontro-scontro tra lui e Kirk – sorrise perché svegliandosi con lui al suo fianco, si rendeva conto di quanto fosse reale ora avere un migliore amico che non si sarebbe volatilizzato, magari come quando sognava e all'improvviso tutto ciò che stava sognando svaniva, no, Devonne era vero, quei giorni erano veri e unici.
Sorrise poi, pensando a Channing, dal primo giorno che lo aveva visto non era più riuscito a liberare la mente dalla sua immagine: i suoi occhi, le sue labbra, i suoi capelli corvini, la sua voce e i continui battibecchi scherzosi con Jensen.
Sinceramente non aveva mai pensato come si potesse sentire una persona quando si innamorava, però stava comprendendo il suo modo di sentirsi quando si trovava davanti a Channing, si sentiva ancora più imbarazzato, più paranoico, più vulnerabile, più insicuro; non sapeva se la sua fosse solo ossessione o se potesse definirlo "Amore", ma era certo che semmai il destino fosse stato dalla sua parte, avrebbe tanto voluto che la persona speciale che aspettava da tempo, fosse lui.
Guardò il cappellino sulla scrivania e gli sembrò quasi irreale, constatò che quella era la realtà solamente quando alzandosi sfiorò il tessuto del cappello. Era stato bello avere un leggero contatto con quel ragazzo, anche se per poco tempo, anche se probabilmente tutto quello che sarebbe rimasto di quel contatto, sarebbe stato quel cappello.
"'Giorno Amber! Già sveglio?" sentì dire all'improvviso.
"Sì, mi sono svegliato presto, andiamo a fare colazione?!" chiese, fissando il biondino.
"Uhm, okay. Vado a vestirmi prima, tu scendi in pigiama?!" domandò Devonne, alzando un sopracciglio, sorridendo.
Amber si portò una mano sulla fronte, e scosse il capo, ridendo un secondo dopo.
"Che scemo, quasi dimenticavo che ero in pigiama!" disse, iniziando a prendere qualcosa a caso dalla valigia.
Devonne scosse il capo, prese i vestiti dalla scrivania, che aveva preparato la sera prima e andò in bagno.
Amber si vestì frettolosamente, aspettando poi l'amico già fuori alla porta della stanza, provando a fischiettare, giusto per perdere un po' di tempo, scuotendo poi il capo.
"Uffa, non imparerò mai a fischiare!" disse lamentandosi, mettendo su il suo solito broncio.
"Cosa vuoi imparare?!" si sentì chiedere Amber improvvisamente, voltandosi in direzione della voce.
"A fischiare!" Esclamò senza soffermarsi su chi fosse, e ovviamente poi abbassò lo sguardo, arrossendo nel notare che davanti a lui c'era Channing.
"Non sai fischiare?!" domandò l'altro, ridacchiando.
"Beh, in realtà non so nemmeno alzare il sopracciglio!" disse sinceramente il più piccolo.
Channing continuò a fissarlo in maniera perplessa, scoppiando poi in una sincera risata.
"Cioè ti preoccupi del fatto che non sai né fischiare né alzare un sopracciglio?!" chiese, non riuscendo a smettere di ridere.
Amber sbuffò, imbarazzato più che mai.
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And then I met you... ➼ Tematica Gay.
Roman d'amourDevonne, un ragazzo che non ama parlare di sé, se non in maniera velata, non si fida di nessuno, ha smesso di farlo da tempo, conta solo su se stesso, cercando di andare avanti come meglio può, ripetendo a se stesso: "sono forte." Ma a volte per ess...