Grazie alla mia migliore amica, Elena.
Grazie alla Monique e alla Miki.
Grazie a tutti voi.
Era appena sorto il sole, quando Channing ed Amber riuscirono finalmente ad addormentarsi, avevano trascorso l'intera notte l'uno tra le braccia dell'altro, regalandosi dei piccoli sorrisi intrisi di felicità e timidezza.
Il piccolo Amber non aveva neanche lontanamente immaginato che fare l'amore potesse farlo sentire così completo, così sicuro... Mai nei suoi diciassette anni di vita aveva pensato di poter vivere quel momento così meraviglioso, viverlo con Channing poi gli sembrava ancor di più di vivere un sogno.
In quelle settimane aveva capito cosa significasse davvero avere le farfalle nello stomaco.
Aveva capito cosa significasse perdersi nello sguardo dell'altro e affidargli il proprio cuore.
Aveva scoperto anche come un sorriso potesse togliergli il respiro e restituirglielo immediatamente.
Il pensiero che attraversò invece la mente di Channing, prima che si addormentasse, fu il suo sentirsi fortunato. Nella sua vita ne aveva vissute e superate davvero tante, aveva incontrato troppo presto il dolore, il dispiacere, la delusione. C'erano stati davvero troppi eventi che lo avevano devastato, che gli avevano portato via un pezzo di cuore, ma da quando aveva incontrato Amber, era cambiato tutto. Quel vuoto faceva meno male.
Amber con i suoi cappellini strani, con i suoi sorrisi, con la sua ingenuità si era insinuato nel suo cuore e nel modo più semplice, lo aveva letteralmente conquistato.
Guardò verso la finestra, strofinandosi un occhio, osservò i capelli sparsi del più piccolo sul suo petto, sorrise pensando che il più piccolo era capace di assumere le più strane posizioni, parlava durante il sonno, si muoveva in continuazione, restando sempre bello e dolce. Era bello sentire qualcuno al proprio fianco, girarsi e scontrarsi con il viso dormiente dell'altra persona, accarezzarsi e perdersi in quel silenzio dolce, sentire solo i propri cuori battere all'unisono.
Channing non era mai stato innamorato prima, gli era piaciuto qualcuno ma mai al punto tale di avere quella voglia di cercarlo, aiutarlo, ascoltarlo o trascorrerci un po' di tempo insieme; prima di Amber c'era stato solo del puro e semplice piacere senza troppi convenevoli, una notte e tutto poi finiva.
E poi cosa era esattamente cambiato con Amber?
Aveva provato a mettersi in gioco, aveva trovato il modo di fallo andare a Stoccolma dalla madre, gli era stato vicino, lo aveva spronato e ascoltato, tutte piccole cose che erano nate così spontanee, grazie ad Amber.
Era tutto così diverso: si sentiva diverso, migliore, completo, si sentiva davvero bene quando aveva il più piccolo al suo fianco, in un modo così bello ed intenso, un modo che forse era riuscito a salvarlo da quello strato di apatia, vuoto, cinismo.
Gli baciò dolcemente una guancia, schioccando poi un bacio sulle labbra dischiuse del più piccolo, scendendo verso il collo ripetendo quelle dolci carezze.
"Uhm... A-adoro questi r-risvegli!" mugugnò Amber con la voce ancora un po' impastata dal sonno, nascondendo un accenno di sbadiglio.
"Potresti farci l'abitudine, che dici?" sussurrò Channing, sorridendogli.
Amber arrossì, si sistemò meglio la testa sul braccio del più grande, rispondendo a quel sorriso con uno dei suoi dolci e timidi che Channing adorava tanto.
"Sarebbe l'abitudine più bella, sai?!" rispose di rimando il moretto, chiudendo gli occhi e ascoltando i battiti del cuore di Chann.
Channing ribaltò le posizioni, stringendo Amber tra le sue braccia, sentendo il suo calore, beandosi di quei stupendi occhi verdi che brillavano di luce propria.
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And then I met you... ➼ Tematica Gay.
RomantizmDevonne, un ragazzo che non ama parlare di sé, se non in maniera velata, non si fida di nessuno, ha smesso di farlo da tempo, conta solo su se stesso, cercando di andare avanti come meglio può, ripetendo a se stesso: "sono forte." Ma a volte per ess...