Channing sorrise affettuosamente quando vide Amber fare un'espressione buffa e mugugnare un "accidenti, s'è freddo", imprecando con quel frozen yogurt pieno di pralline al cioccolato e di confettini colorati.
"Ti avevo detto di stare attento, guarda che non scappa mica se lo mangi più piano." lo prese in giro Channing, continuando a bere il suo milkshake.
"È che volevo prendere sia tanti confetti che pralline e alla fine ho finito per mangiare un boccone troppo grande!" spiegò accuratamente Amber, gesticolando davanti al più grande, seduti entrambi in un piccolo tavolino nel parchetto vicino casa loro.
"Cosa avrà fatto cambiare idea a Devonne?" gli chiese improvvisamente Channing, riferendosi al messaggio che Amber gli aveva confidato.
"Non l'ha detto, però forse è riuscito a superare ciò che lo bloccava o semplicemente non può continuare a lottare contro un sentimento così forte come il loro." disse Amber, giocando con il piccolo cucchiaio di plastica.
"Però perché non ha voluto che avvisassi Jensen?" domandò ancora il maggiore, picchiettando le dita sul tavolo, guardando i rami ancora semi-spogli degli alberi.
"Non l'ha scritto, mi ha solo avvisato che sarebbe arrivato nel tardo pomeriggio e se potevo inviargli la posizione così ci avrebbe raggiunto." disse Amber, cestinando ormai il bicchiere vuoto.
"Mi auguro che vada tutto bene per Jensen, questa probabilmente è la seconda volta in assoluto che gli nascondo qualcosa!" espresse Channing, facendosi pensieroso.
"Devonne non è cattivo, Chann... Si complica la vita, fa casini ma non avrebbe mai voluto ferire consapevolemente Jens." disse Amber, guardando l'argento vivo degli occhi del suo ragazzo.
"Non penso sia cattivo, se ho agito in quel modo ieri è perché in fondo ero rimasto spiazzato anche io, ci tengo a Devonne, è un tipo un po' complicato, ma cazzo lo siamo un po' tutti noi, solo che mi fa rabbia il modo in cui si quadruplica le complicazioni." continuando poi, "però forse, ora tutto gli sarà più facile."
"Andrà tutto bene, Chann, vedrai." rassicurò il minore, sedendosi sulle ginocchia del più grande.
Vivevano insieme da pochissime settimane, eppure era bastato l'inizio della convivenza ed Amber era diventato più sciolto nelle azioni, si imbarazzava ancora facilmente, però almeno, riusciva ad avvicinarsi sempre di più a Channing.
Channing gli accarezzò la guancia, facendolo voltare meglio verso di lui, prendendogli dolcemente il mento, rimpicciolendo i centimetri di distanza tra loro.
"Ti sta proprio bene questo cappellino" disse il maggiore, a fior di labbra, sistemandogli meglio la visiera.
"Ovvio, è stato il tuo primissimo regalo, mi rendesti davvero felice quel giorno." sussurro Amber, lasciandogli lentamente dei piccoli grattini dietro al collo.
Quella mattina di Dicembre era stata in qualche modo l'accenno di un inizio, se avessero raccontato a qualcuno di come si fossero piaciuti fin dal primo istante, i più romantici l'avrebbero definito colpo di fulmine, i più scettici non l'avrebbero creduto possibile, eppure Amber nella sua ingenuità, nei suoi enormi occhi grandi - che facevano male per quanto belli e profondi fossero - e con i suoi sorrisi genuini era riuscito a catturare subito l'attenzione di Channing.
Quando uscirono per la prima volta per andare al cinema, Channing ricordava che quel piccolo scricciolo impacciato e dalla parlantina bambinesca e i cappellini improponibili era subito diventato il centro dei suoi pensieri.
Amber, d'altronde, aveva sempre creduto che fosse stato il suo colpo di fulmine, ricordava come trascorreva pomeriggi interi a guardare Hotel Transylvania e riempire la testa di sua madre con i suoi mille sogni ad occhi aperti.
STAI LEGGENDO
And then I met you... ➼ Tematica Gay.
RomansaDevonne, un ragazzo che non ama parlare di sé, se non in maniera velata, non si fida di nessuno, ha smesso di farlo da tempo, conta solo su se stesso, cercando di andare avanti come meglio può, ripetendo a se stesso: "sono forte." Ma a volte per ess...