Amber era distrutto mentre si aggrappava a suo nonno, che tristemente gli accarezzava il capo, cercando di dar forza a suo nipote."P-perché?" sussurrarono le labbra di Amber, tremando.
"Non lo so, figliolo. È la vita, per quanto dura e amara possa essere." disse con voce bassa il nonno, continuando con quelle carezze.
Suo padre, invece, non aveva ancora detto una parola, era come pietrificato e assente, in attesa del consulto con i medici.
Sophie era in sala operatoria, ormai da ore.
Doveva farcela. Doveva resistere. Doveva restare con loro.
Questi erano gli unici pensieri che affollavano la mente di quell'uomo distrutto dal dolore, in balia degli eventi più grandi di lui.
Cosa avrebbe fatto senza di lei?
Cosa sarebbe stato senza sua moglie?
E Amber?
Alcuni dolori semplicemente erano impossibili da evitare.
Amber iniziò a pensare che non voleva restare un attimo di più in quell'edificio bianco e pieno di sofferenza, mostrando solo il lato più triste della vita.
Avrebbe voluto tanto Devonne al suo fianco, gli mancava terribilmente, e quando aveva letto quel biglietto, ogni insicurezza, ogni paura, ogni delusione nei confronti del biondo erano scomparse, lasciando spazio all'immenso bene che provava per quel ragazzo – incontrato per puro caso in quei bagni – che gli aveva migliorato la vita, che non lo aveva più fatto sentire solo.
Voleva un suo abbraccio, voleva di nuovo che quelle iridi color ghiaccio lo rassicurassero.
Era stato così stupido ad evitare le dimostrazioni di Devonne, mettendolo sempre alla prova, facendolo probabilmente sentire non voluto.
Sperava che da quella sala i medici sarebbero usciti dando buone notizie, cosicché sarebbe potuto correre da Devonne e dirgli che sua madre stava bene, che lui gli era mancato e che per nulla al mondo avrebbe mai smesso di essere il suo migliore amico.
Questi erano i pensieri – o forse, piccole e fievoli speranze – di Amber, ma la realtà degli eventi era molto più dura, più insostenibile, meno giusta.
Quando i medici uscirono da quella sala non portarono buone notizie: fu una frazione di secondi che il padre si accasciò a terra, iniziando a singhiozzare, dimenticandosi di essere un adulto, un padre e un marito.
Era solo un uomo distrutto, adesso.
Sophie non ce l'aveva fatta.
La consapevolezza lo colpì subito: la vista di suo padre, lì inerme, distrutto fisicamente, distrutto mentalmente; era la prova vivente che sua madre era andata via.
Sua madre non ci sarebbe stata più.
I medici cercavano parole di conforto, ma in questi casi, a cosa servivano le parole?
A cosa sarebbero servite le parole di sconosciuti che di situazioni come quella, ne avevano viste troppe?
Suo nonno cercò di abbracciarlo, ma quelle braccia non strinsero nulla... Amber corse via, corse via senza dire nulla, l'unico rumore erano i suoi singhiozzi.
L'unico rumore che sentiva era il suo cuore che si rompeva in tanti pezzi. L'unica cosa che riuscisse a provare era un vuoto al centro esatto del petto.
E correva Amber, come non aveva mai corso in vita sua.
Correva, correva e correva ancora. Sempre più velocemente.
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And then I met you... ➼ Tematica Gay.
RomanceDevonne, un ragazzo che non ama parlare di sé, se non in maniera velata, non si fida di nessuno, ha smesso di farlo da tempo, conta solo su se stesso, cercando di andare avanti come meglio può, ripetendo a se stesso: "sono forte." Ma a volte per ess...