Capitolo 21 - Amarti non è mai abbastanza.

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Grazie alla mia migliore amica, Elena.
Grazie alla Monique e alla Miki.
Grazie a voi per leggere ed esserci.


I frammenti erano ritornati tutti al proprio posto, o quasi tutti, c'erano ancora delle piccole cose che non avevano ancora trovato rimedio – come chiarire con Amber e guadagnarsi la sua fiducia, come scusarsi nuovamente con Stan e come dimostrare a Jensen che non avrebbe sprecato quell'ennesima possibilità – Devonne era sempre stato bravo solo a scappare, a lasciarsi i problemi alle spalle o, peggio, ad annegarci dentro senza affrontarli nel modo giusto.

Era ritornato a scuola, dopo aver convinto Stan e Jensen che ce l'avrebbe fatta, dopo aver convinto anche se stesso.

Non voleva restare per sempre paralizzato dalla paura di Kirk, doveva reagire e riprendere in mano ciò che aveva abbandonato. La scuola era un buon inizio, no?

Be', almeno così pensava, prima di ritrovarsi a camminare da solo nel corridoio pieno di persone che lo scrutavano dall'alto verso il basso, prima di sentirsi completamente perso come il suo primo giorno e senza Amber al suo fianco.

Entrò nell'aula – sperando di trovare il suo migliore amico seduto al suo solito posto – e sorrise leggermente quando lo vide concentrato a ripassare prima di un'interrogazione.

"Ti senti sicuro?" domandò, posando lo zaino lì vicino e sedendosi al suo fianco.

Amber lo guardò per un attimo, prima di far tornare lo sguardo sul libro e rispondendo con un leggero cenno del capo.

Ormai non era più arrabbiato con Devonne, forse non lo era mai stato davvero, però non riusciva a comportarsi come prima.

Amber era rimasto ferito per quelle bugie, per il sentirsi escluso da una sfumatura così grande e pericolosa della vita di Devonne; avrebbe voluto essere d'aiuto e il solo pensiero di aver perduto il suo migliore amico, che fosse entrato nella sua vita e poi uscirne così terribilmente e così velocemente, era stato devastante.

"Dopo ti va di tornare insieme a casa?" tentò nuovamente Devonne, sperando che il più piccolo accettasse.

"No, Devonne." disse, tenendo sempre lo sguardo puntato su quello stupido libro, non avendo la forza per guardarlo diritto negli occhi.

"Oh, va bene. Be', ti lascio ripassare allora." sussurrò Devonne, cercando di distrarsi in qualche modo, cercando di trattenere le lacrime.

Non ce l'avrebbe fatta a superare bene la giornata scolastica, se al suo fianco si trovava solo l'ombra di ciò che erano lui e Amber.

Le ore sembravano anni o meglio sembrava che quella giornata non volgesse mai al termine e che solo loro due fossero avvolti da un silenzio pieno di parole non dette. Era tutto così triste.

Il suono della campanella segnò la fine di quella giornata scolastica, Devonne mise a posto le sue cose, osservando un'ultima volta Amber, chiedendogli nuovamente: "Sicuro che non ti va di venire? Jensen mi viene a prendere, possiamo darti un passaggio."

Amber scosse il capo, allontanandosi da lui, lasciandolo lì davanti al cancello della scuola.

"Ehi cosino, come è andata? Ti ho visto parlare con Amber." salutò Jensen, cingendogli i fianchi e sorridendogli.

"Sì, ma non stavamo parlando. Non è voluto venire con me, non mi perdonerà mai." sussurrò il biondino, mordendosi l'interno guancia.

"Gli serve solo un po' di tempo, vedrai che poi tornerete ad essere i soliti rompicoglioni." disse Jensen, cercando di strappare un sorriso al biondino, anche perché persino a lui mancava vedere i due ragazzini insieme, coinvolti nelle loro giornate così piene di sorrisi, racconti e scherzi.

And then I met you... ➼ Tematica Gay.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora