Chap I

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And pain gets hard, but now you're here and I don't feel a thing

[If I Could Fly - OneDirection]

3 mesi prima - Maggio

Le bombolette nuove che Louis mi ha comprato a Sheffield sbattono fra loro dentro il mio zaino, mentre salgo le scale che mi portano alla parte superiore della città.

Whitby è una cittadina suggestiva, guardarla dall'alto al tramonto è una di quelle cose che vuoi imprimerti nel cuore e tenerle davanti agli occhi per sempre.

C'è un promontorio, che io chiamo semplicemente la collina, c'è il canale che sfocia nel mare del nord, e tante piccole case colorate.

Un posto solo però che è davvero speciale per me, salgo ancora un po', mi chino in avanti per portare il peso oltre i miei piedi e facilitarmi la salita del sentiero non asfaltato, sul piccolo promontorio che sovrasta la città infatti sorge un casale abbandonato, il mio casale, il mio posto o meglio, il nostro.

"Le ali non sono ciò di cui hai bisogno" batto le dita sulla targa a fianco alla porta d'ingresso che riporta questa scritta, se non fosse arrivato Liam nella mia vita tanti anni fa, sarebbe solo un insieme di parole, invece ora è la nostra frase, il nostro punto di partenza, sono nostro.

Liam è arrivato un giorno di fine Agosto davanti alla porta della nostra officina con suo padre, un uomo dal viso duro e il portamento autoritario, che imprecava come se mio padre dovesse fermarsi, smettendo di fare qualsiasi cosa stesse facendo, per accorrere ad aiutarlo.

Dietro di lui era apparso ai miei occhi un ragazzino che poteva avere sì e no la mia età, si nascondeva dietro le sue gambe e aveva un viso che non ho potuto fare a meno di fissare incantato. Le guance pronunciate e un po' paffute, i capelli corti e ben pettinati, pantaloni chiari, e una polo di un colore azzurro pastello, si mordeva il labbro inferiore guardando mio padre come se si vergognasse mortalmente del proprio.

Sentivo le voci dei grandi che cercavano di accordarsi, sentivo a mala pena quell'uomo sconosciuto spiegare perché si trovasse lì, ma non capivo veramente di cosa stesse parlando, quelle parole non avevano nessun senso, era quel piccolo essere indifeso ad attirarmi, tanto che senza volerlo, tutto sporco di olio e grasso, mi sono trovato davanti a lui mentre dalle mie labbra usciva - Ciao, io sono Zayn - gli ho sporto la mano macchiata, non mi ero reso conto che lo fosse, mi sono vergognato pensando di ritrarla subito, perché i suoi occhi l'hanno guardata titubanti, chissà cosa stava pensando di me, il figlio trasandato di un meccanico di provincia.

Quanto mi sbagliavo, quel giorno non sapevo nulla di Liam; Liam Payne che allargò le sue labbra in un sorriso che sprigionava più luce del più caldo raggio di sole e che strinse le sue dita soffici e pulite attorno alle mie, senza però proferire parole, con il rosso che spuntava sulle sue guance, urlandomi silenziosamente quanto fosse timido.

A Whitby c'era solo una famiglia che poteva interessare a Geoff Payne, ed altri non era che quella della vedova Horan; Niall, suo figlio, era un mio compagno di giochi da sempre, origini irlandesi e una risata che riusciva a smuovere anche quello scettico di Louis, il mio migliore amico, nonché figlio del fornaio del paese.

Per questo nessuno si stupì quando scoprimmo che Liam era semplicemente il nuovo fratellastro di cui Niall ci aveva parlato, narrandoci delle sue avventure estive.

Endlessly|ZiamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora