Sono a Stoccolma, dissi a mia moglie preoccupatissima che non mi sentiva dalla sera in cui ero partito da casa con Sandro, diretto alla stazione a prendere il treno per Roma. Era stata Domenica sera, verso le nove e tre quarti. Ero arrivato a Roma la mattina presto e lì, per un giorno e mezzo avevo dovuto sbrigare un po' di cose che mi erano andate per traverso e mi avevano fatto perdere del tempo prezioso che mi aveva fatto arrivare tardi in aeroporto e poi..., poi avevo incontrato Bell Ferguson, avevo passato ventiquattrore di ... , di? Come dare un nome? Stupore? Meraviglia? Incredulita'? Come potevo pretendere che mi credesse Petra? Preferii mantenermi sulle generali. Anche per capire come si sarebbero sviluppato le cose prima di sbilanciarmi con lei. Non potevo certo dirle, sai che ho incontrato un tipo che mi ha pregato di seguirlo e di dedicargli un po' di tempo. Poi mi ha prenotato una suite da duemila euro a notte per un settimana, a Milano, quella sera sono arrivate quattro ragazze meravigliose ed assieme abbiamo fatto baldoria fino alle due di notte, la mattina mi ha buttato giu' dal letto alle sei e, senza fare colazione siamo andati in aeroporto, abbiamo preso un aereo per Amsterdam, poi con un taxi siamo andati a Rotterdam, mi ha lasciato in taxi a mezzogiorno con duecentomila euro in contanti per comprare, in quattro ore, un immobile a mia scelta, ho fatto un compromesso per trecentonovanta metriquadri in centro, a mio nome, poi l'ho visto uscire da un coffe shop con una canna in mano, mi ha fatto fare due tiri, mi sono addormentato in taxi mentre tornavamo ad Amsterdam per riprendere l'aereo e mi sono svegliato mezz'ora fa, alle nove di sera a Stoccolma.Sembrava a me di stare in un film, piu' che in un sogno, come potevo dirlo a lei? Ci andai cauto. Le dissi che avevo incontrato un tizio sull'aereo, in business class, dove ero capitato per un disguido riconducibile al vero motivo. Parlando aveva saputo che ero architetto e, siccome gli avevo fatto subito simpatia, mi aveva chiesto se avevo del tempo disponibile da dedicargli per una consulenza. Avevamo concordato una tariffa di cinquecento euro al giorno che, tutto sommato, mi era sembrata accettabile, di questo anche lei fu lietamente d'accordo, e lo avevo seguito li' dove avrei dovuto valutare le potenzialita' di un immobile che voleva acquistare, dopo essere rimasti a Milano, la sera prima, per combinare l'accordo.
La cosa le sembro' verosimile ed anche a me fece tornare un po' con i piedi per terra. Ricominciai a volare pero', quando, prima di andare in camera, anche questa una suite da oltre mille euro a notte prenotata per una settimana, a fare una bella doccia rigenerante, prima della oramai attesissima cena, salendo in ascensore assieme a Bell, tirai dalla tasca del mio giaccone quello che era rimasto della quarta mazzetta, esattamente trentatremilacinquecento euro, e glielo porsi dicendogli:
- Ecco quello che e' rimasto dei soldi che mi hai lasciato stamattina.
– E' tuo! Te lo sei guadagnato egregiamente mi pare no? Mi disse. Ed aggiunse:
- Puo' bastare come acconto o pensi che sia il caso che ti dia dell'altro?- Come acconto di cosa? Dissi stupidamente.
- Acconto per il lavoro che hai appena iniziato e che porterai a termine. Non mi vorrai mica lasciare con l'opera a metà? Hai detto, compriamo un immobile ad un prezzo X, spendiamo Y per riclassificarlo e poi lo rivendiamo a n (X + Y). Hai detto questo o no? Mi disse con la faccia di uno che si sentiva quasi tradito.
- Non ho detto proprio cosi'... . Possiamo dire che avremmo potuto concordare questo ma non l'abbiamo mai fatto a parole. Tu mi lasci intendere che lo hai considerato un tacito accordo e ne sono lusingato.
Mi sono trovato in mano duecentomila euro e l'invito a concludere una trattativa entro poche ore, in una citta' che non conosco ancora, dove non sapevo l'andamento del mercato immobiliare, senza la possibilita' di scegliere tra quello che c'era sul mercato e con mille incognite.- Ma la hai conclusa. Sei soddisfatto di cio' che hai fatto? Pensi sia stata una forzatura da parte mia nei tuoi confronti? Ti sei sentito costretto?
- No, no! Non voglio assolutamente dire questo. Non mi sono mai sentito costretto, tuttaltro. Ripeto che mi sono sentito lusingato. Uno sconosciuto che mi mette in mano tanti soldi, che senza accordi precisi mi dice vai, ci vediamo qui tra quattro ore, fai un investimento per me. Questo dovrebbe bastare per l'acconto. Tutto cio', senza possibilita' di replica, mi ha solo confuso un po'. Ma visto che non c'era tempo, ho lasciato da parte la confusione, ho fatto solo un ragionamento ed ho operato. L'unica cosa che ho considerato e' stata quella che, se quell'importo doveva bastare per l'acconto, l'affare doveva essere di circa duemilioni, il resto e' venuto da solo.
- Ora lascia che ti dica una cosa io. Innanzi tutto non eri affatto uno sconosciuto. Ti conoscevo da ben venti ore ed avevo avuto occasione di studiarti molto bene ed in ogni sfumatura di conduzione normale di vita. Ho capito che eri tanto intelligente da non andare via con i soldi ma ho voluto comunque metterti alla prova. Ti avrei potuto trovare ovunque. Sapevo gia' troppo di te. Sapevo che eri alla rovina e che partivi alla ricerca di una chance, una qualsiasi chance. Che eri tanto sveglio da non lasciarti sfuggire quella che io ti davo. Comunque andava, non ci avrei rimesso piu' di tanto. Se tu non avessi concluso niente, mi avresti restituito i soldi ed a rimetterci saresti stato tu. Non ti avrei dato un'altra possibilita'. Se tu avessi fatto un pessimo affare, poco male, qualcosa l'avrei recuperata. E se invece ti avessero fregato i soldi o avresti trovato il modo di farmelo credere riuscendo ad imboscarteli da qualche parte, cosa molto difficile ma possible, avrei imputato tutto ad un mio sbaglio sul giudizio di una persona. Tutto sommato, duecentomila euro, non sarebbe stata una grande perdita. Valeva comunque la pena tentare. Ora che dici, possiamo andare a cena?
- Ma..., vorrei fare una doccia prima. Anche se, non ho neppure qualcosa di ricambio, abbiamo lasciato tutto a Milano.
- E' vero. Neanch'io ho ricambi. Facciamo una cosa, se vuoi farla assolutamente ora, la faccio anch'io e dopo abbiamo due possibilita'. La prima e' quella di scendere in accappatoio a cena. La seconda e' quella di cenare in camera. Oppure possiamo chiamare una mia amica che ha un negozio di abbigliamento per uomo e farci portare un po' di indumenti da qualcuna delle sue commesse. Alla frase seguì uno sguardo con occhiolino che cercava la mia approvazione.
- Ma, non erano due? Dissi fingendomi confuso.
- Cosa?
- Le possibilità.
- Bisogna sempre riservarsi una possibilita' in piu'. L'ho capito da quando ti conosco.
Cosa volesse dire, non lo capii proprio, comunque concordammo in un mix tra la seconda e quella in piu'.
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105 - La Roulette Russa di una Vita
AdventureStorie di una vita vissuta intensamente, alla ricerca continua di emozioni forti. A volte in affanno, lottando per lo stretto necessario a vivere, altre volte godendo di tutte le comodità ed i lussi che la vità odierna può regalare. Viaggi in lande...